Autore: Stanley
Spencer
Titolo dell’opera: San Francesco predica agli uccelli– 1935
Tecnica: Olio
su tela
Dimensioni: 71
cm x 61 cm
Ubicazione
attuale: Tate Gallery, Londra.
L’immagine innaturalmente
grande e fortemente naïf di san Francesco domina il quadro, la grande figura
del santo volge la schiena sia all’osservatore che agli altri protagonisti del
dipinto.
Francesco spalanca le
braccia e, con lo sguardo, si rivolge al cielo con un gesto frenetico ma di
grande devozione, le anatre e le galline osservano adoranti la massiccia figura
dell’uomo, mentre una donna seduta in terra si ripara gli occhi dalla forte
luce solare.
L’immagine volutamente
allegorica ci mostra come solo la santità di Francesco e la naturale essenza
degli animali, data anche dagli uccelli appollaiati sul tetto, non ha nessun
problema a volgere lo sguardo verso una luce “superiore”, mentre le piccole
miserie umane ( rappresentate dalla donna che tiene in mano un mazzo di fiori
simbolo di vanità) faticano a sostenere lo sguardo verso la purezza della luce.
Solo il bambino davanti a
Francesco sembra mantenere la calma, l’animo non ancora corrotto dei bambini,
riparato dall’ombra protettrice del santo, fa si che il giovane prosegua la sua
“quotidianità” senza evidenti scosse emotive.
Il quadro, pieno di
fantasia e di vita, viene respinto dalla Royal Academy, il suo provocatorio
umorismo probabilmente offendeva i canoni del buon senso dell’epoca.
Spencer ha spesso dipinto opere di carattere religioso, non come icone distanti
e irraggiungibili, ma come vere esperienze di vita quotidiana, vissute in prima
persona; così san Francesco non indossa il consueto saio bruno ma una corta
tunica di colore verde, infatti a fare da modello al pittore di Cooklam, è il
padre in vestaglia e pantofole, altro inconsueto particolare che si stacca dall’ideale
del santo d’Assisi che calza solitamente dei sandali.
Ed è proprio così che dovrebbero essere visti santi e compagnia: non distanti e irraggiungibili! Altrimenti più che ispirati si rischia di sentirsi intimoriti. Qui sembra quasi un gigante goffo ma volonteroso e buono, mi vien voglia di dirgli "dai, calmati, vieni qua e spiegami che ti aiuto a fare quel che stai cercando di fare...".
RispondiEliminaCiao Anna, Spencer, come sottolinei tu, cerca di avvicinare l'icona del "santo" che viene solitamente riprodotta in un modo troppo distante dall'uomo comune, invece di raffigurare il personaggio sopra ad ogni cosa, ci racconta ciò che lo stesso era in vita, un comunissimo essere umano con i pregi che lo hanno portato agli altari ma senza nascondere i piccoli difetti.
EliminaGrazie Anna, come sempre originale nei tuoi interventi che confermano il piacere dello scambio di idee riguardo all'arte in generale.
Buona serata, a presto.
Ho sempre adorato l'originalità di Spencer e lo dimostra anche in questo quadro lievemente naif , caro Romualdo mio...
RispondiEliminaGuarda la Royal Academy cosa si è persa..
Grazie come sempre amico caro...Un bacio serale!
Ciao Nella, a volte le scelte delle varie accademie si basano su giudizi legati alla tradizione, allora come oggi, in certi settori, manca il ricambio generazionale, le nuove idee sono limitate da "parrucconi" che non lasciano spazio a chi indirizza lo sguardo al futuro e si rifiutano di guardare oltre la propria ideologia artistica.
EliminaIl tempo riconosce i meriti ma spesso l'artista non vive abbastanza a lungo per godere della meritata fama.
Grazie a te Nella, un abbraccio, a presto.