martedì 13 maggio 2014

Le Stagioni di Giacomo

 
«In questi ultimi decenni... le cose vissute e le storie si allontanano e svaniscono con una rapidità mai prima riscontrata».                                                       (Mario Rigoni Stern)


Dall’autore de “Il Sergente nella neve” un intimo e commovente romanzo per non dimenticare il passato. Rigoni Stern ci racconta il difficile periodo a cavallo fra le due guerre, lo fa con una visione “terza” ma è evidente che anche questa storia ha il sapore dell’autobiografia.



Il protagonista Giacomo, è appena un bambino nei difficili anni successivi alla prima guerra mondiale, nell’altopiano di Asiago la guerra ha praticamente distrutto tutto, i boschi, i campi da coltivare e i prati che consentivano il pascolo sono completamente inservibili. Le buche scavate per le trincee o i crateri lasciati dalle bombe hanno lasciato un paesaggio da apocalisse.

Agli abitanti del posto non resta che emigrare all’estero per trovare lavoro e mandare poi a casa il denaro per permettere alla famiglia di sopravvivere.

Per chi non riesce a trovare un lavoro nemmeno lontano da casa, non resta che fare l’unico lavoro possibile nell’altipiano il “recuperante”, scavare nei luoghi più vicini alle passate battaglie per recuperare ferro, rame, bossoli e pezzi di latta e tutto ciò che si può rivendere.



Anche Giacomo come i suoi amici dopo la scuola va per i monti per cercare di portare a casa qualche cosa da mangiare. Oltre al grande rischio che si correva nel cercare di smontare ordigni inesplosi, era frequente il ritrovamento di ossa e teschi appartenuti ai soldati caduti e abbandonati al fronte durante i combattimenti.



Arrivano gli anni trenta l’avvento del fascismo con la rivalutazione della lira non migliora la situazione economica anzi per chi non si iscrive al “Partito” diventa pressoché impossibile trovare un’occupazione, per i pochi fortunati come la sorella di Giacomo, la partenza per l’Australia dopo il matrimonio si rivela una fortuna, per chi resta la guerra di Spagna e l’imminente conflitto tra Francia e Germania impediscono la ricerca del lavoro negli altri paesi europei.

La propaganda fascista esalta la ricomposizione dell’Impero Italico fino alla dichiarazione dell’entrata in guerra al fianco della Germania nazista.

Mario Rigoni Stern ci accompagna in un periodo di grande difficoltà ma soprattutto di immensa dignità dove, pur con inevitabili discordie, si cercava di superare le insidie collaborando per mantenere un senso di umanità.

E’ l’amico di Giacomo, Mario (il personaggio autobiografico dell’autore) che ci racconta l’epilogo del romanzo che lascia al lettore (almeno nel mio caso) un senso di malinconia per un mondo che nelle grandi difficoltà, trovava nel rapporto con gli altri una ragione di vita.

10 commenti:

  1. Magnifica storia è questa.
    Assolutamente da leggere, grazie Romualdo.

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    1. Ciao Pia, quando l'ho letto anni fa appena pubblicato mi ha emozionato moltissimo, ho deciso di rileggerlo poco tempo fa e ho rivissuto le stesse emozioni.
      Fra le grandi opere di Rigoni Stern questa è la più bella (naturalmente secondo me).
      A presto.

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  2. Caro Romualdo, i tuoi racconti sono sempre molto interessanti.
    Come avrai visto il vecchio alino è ritornato contento dall'adunata di Pordenone.
    Ti lascio un caro saluto, e a presto rileggerti.
    Tomaso

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    1. Grazie Tomaso e bentornato dopo innumerevoli "battaglie" più forte di prima.
      Un saluto anche a te e a presto.

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  3. Una proposta davvero interessante..un romanzo che non ho letto, ma che credo meriti attenzione per l'argomento e il periodo trattato..
    Ti lascio un saluto, Stefania

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  4. "Il sergente nella neve" è uno dei primi libri che ho letto alle Scuole medie! Cercherò di leggere anche Le stagioni di Giacomo il prima possibile!!
    Ps: grazie per l'iscrizione e complimenti per il blog!!! Un saluto!

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    1. Ciao Angelo, anch'io ho conosciuto Rigoni Stern con Il sergente... poi mi sono avvicinato all'affascinante mondo dell'"Altopiano" e ho scoperto bellissimi capolavori.
      A presto.

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  5. Ciao Stefania, più ci si allontana a quei periodi più si corre il rischio di dimenticarli, per fortuna i libri rendono immortale il nostro passato e ci permettono di ricordarlo, quando vogliamo.
    Grazie e a presto.

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  6. Un libro che appartiene al passato, ma che è più che mai attuale, in queste difficoltà e in queste paure, con i mali di quell'epoca che sembrano dietro l'angolo.

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    1. E' vero quello che dici, purtroppo non c'è l'abitudine d'imparare da ciò che c'insegna il passato.
      Grazie e buona domenica.

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