Quando chiediamo cosa rende grande Caravaggio nella maggior parte dei casi ci sentiamo rispondere che è la sua eccelsa maestria nella tecnica del chiaroscuro, altri, a ragione, mettono in luce l’aver messo al centro dell’opera la gente comune, in particolare gli emarginati.
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Jacopo Bassano Jacopo dal Ponte) – Adorazione dei pastori con Santa Corona, san Vittore e un devoto, 1568 – Olio su tela cm 239 x 150 – Museo Civico, Bassano del Grappa.
Chi
non ha impressa nella memoria la “Madonna dei pellegrini” con le figure della
copia adorante vestita in con abiti consunti e con i piedi nudi sporchi di
terra?
Sicuramente
per il secondo motivo, più del primo che però non va ignorato, Caravaggio deve
la sua grandezza nell’aver messo la gente che vive ai margini della società al
centro del mondo (artistico e non).
Si
dice che sia stato il primo a portare avanti questa rivoluzione, e chi lo
afferma non lo fa senza ragione, ma c’è chi questa idea l’aveva partorita
qualche anno prima.
Nella
miriade di articoli dedicati alla natività, che nel periodo natalizio affollano
il web, ecco apparire l’opera di Jacopo Bassano dedicata all’adorazione dei
pastori (che è anche il titolo del dipinto) il quadro, che è realizzato due anni prima della
nascita dell’artista di Caravaggio, ci mostra alcuni pastori in visita alla
sacra famiglia intenti ad adorare il neonato figlio di Dio.
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Michelangelo Merisi (Caravaggio) – Madonna dei pellegrini (o di Loreto)1904-06 – Olio su tela cm 260 x 150 – Basilica di sant’Agostino, Roma.
In
primo piano un uomo, dalle vesti logore è inginocchiato a terra proteso verso
il Salvatore, oltre alla posizione, che ritroveremo quasi quarant’anni dopo, si notano i piedi
sporchi, d’altro canto solo i più abbienti si potevano permettere delle calzature.
Le
scene dei due dipinti, pur in contesti differenti, si assomigliano moltissimo, Caravaggio
aveva visto l’opera di Bassano prima di realizzare la propria?
Quale
sia la risposta, quasi scontata, non ha alcuna importanza, questo confronto,
che non vuole portare da nessuna parte, è lo spunto per sottolineare l’inevitabile
influenza del passato nella costruzione del futuro, la novità, anche la più
rivoluzionaria, ha sempre una “madre”, la differenza la fa il modo in cui la si
pone e il fatto che la genesi dell’idea stessa sia stata dimenticata.

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