martedì 5 settembre 2023

Introspezione e proiezione, Vasilij Kandinskij

Questo dipinto di impegnative dimensioni possiamo considerarlo una delle opere più importanti del pittore russo.

Vasilij Kandinskij – Composizione VI, 1913  Olio su tela cm 195 x 300  Museo dell’Ermitage, San Pietroburgo


La lunga gestazione è la conferma di una sofferta introspezione e al contempo una visione del mondo che sta per prendere la strada della disgregazione, per Kandinskij le opere di quel periodo, e in particolare questa, evocano un mondo sull’orlo della distruzione, non abbiamo dovuto attendere molto per renderci conto dell’esattezza delle sensazioni.

Sei mesi sono serviti al pittore russo per completare la metamorfosi del dipinto, partendo da schizzi e bozzetti preparatori, dove è presente una visione realistica, si prosegue arrivando al risultato finale dove l’annullamento delle forme riconoscibili da vita alla rappresentazione delle sensazioni più intime.

“Il suono interiore dell’anima”, cosi Kandinskij riassume quest’opera, una melodia che emerge dal profondo, un sentire intimo, l’essenza di sé.

Le zone di ombra e di luce che si incrociano, le diagonali marcate, danno la sensazione di continuo movimento, la prospettiva è assente lasciando cosi libertà assoluta alle forme indistinte e ai colori che, sovrapposti, ci danno la sensazione di vivere un’esperienza di totale avvolgimento, un vortice di pura energia.

L’assenza di un unico punto focale obbliga l’osservatore, perlomeno quello attento e curioso, a spaziare incessantemente sulla tela, passando ripetutamente da un angolo all’altro del quadro, come se un invisibile tracciato ci conducesse verso una, non del tutto definita, meta.

Ma tutto questo non può non fare i conti con le parole di Kandinskij, le “parti” del dipinto dove a prevalere sono i marroni rappresentano la disperazione data dalle sensazioni di quegli anni, disperazione attenuata dalle parti più in rosa dove la speranza non era del tutto svanita.

1913, siamo vicini ad un tristemente ed epocale cambiamento, qualcuno evidentemente lo aveva capito.

6 commenti:

  1. Turbolenta come sono le rivoluzioni e ci vuole una gran maestria a saper comunicare sensazioni senza ricorrere a forme note.

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    1. Vero Alberto, non è da tutti (è da pochissimi) riuscire a trasmettere tutto questo utilizzando un linguaggio complesso ma non impossibile come quello dell'arte, gli artisti emergono in questi frangenti, quando ci raccontano una rivoluzione (che tu hai evocato) facendola a loro volta.
      Grazie, buona giornata.

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  2. È un dipinto stupendo. In effetti mi sono soffermata su ogni angolo del dipinto perché è impossibile contemplarlo nella sua interezza. Mi ha trasmesso un senso di smarrimento in un mare di situazioni complicate, problematiche. In effetti ci ho visto il caos che regna nel mondo.

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    1. Caterina carissima, tu hai una visione "poetica" che ti porta ad andare in profondità, la dimostrazione di ciò è l'aver riconosciuta l'assenza di un punto di convergenza, " ... il caos che regna nel mondo" è l'essenza di quest'opera.
      Grazie, buon pomeriggio.

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  3. Un presentimento di catastrofe virtuale e imminente in un caleidoscopio di forme e colori esplosivo.

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    1. Ciao Franco, l'artista vede dove gli altri non pensano di guardare, tendiamo a fossilizzarci sul presente, qualcuno si spinge più in la.
      Grazie buona giornata.

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