lunedì 20 febbraio 2023

Il percorso alchemico, il sogno che va oltre la materia

Entrando nella prima sala della mostra dedicata alle opere di Ciro Indellicati si viene accolti da una sensazione di perenne movimento, una continua evoluzione, una costante trasformazione.


Ciro Indellicati - Sogno, 2022  - Tecnica mista su tela, cm 60 x60 Collezione privata

Il tema della mostra, dal titolo “Quinta essenza”, è il “percorso” della trasformazione alchemica, un viaggio alla ricerca dell’essenza dei materiali, un peregrinare alla scoperta della profondità di ognuno di noi.

Tra le molte opere che costruiscono questo cammino mi soffermo davanti a questa, il titolo, Sogno, non ci dice molto, dobbiamo cercare di immergerci nell’opera partendo dalle indicazioni scaturite dalle altre opere per poterne comprendere i significati.

Il dipinto, già al primo sguardo, mi indirizza alla metafisica, l’enigma di De Chirico appare e scompare in continuazione, non si sa che strada prendere.

Ma l’arte contemporanea ha qualcosa che l’arte antica non ci può offrire, il diretto contatto con l’autore.

Parlando con Indellicati emerge la genesi del dipinto, o più precisamente comprendo il messaggio che sta nel titolo, il pittore confessa che il dipinto è: “la rappresentazione di un sogno fatto qualche tempo prima, ma me ne sono reso conto solo a dipinto ultimato, fino ad allora niente mi aveva condotto al sogno”.

Nel percorso alchemico quest’opera si colloca al secondo stadio, Albedo “opera al bianco”, il passaggio che segue il nero, Nigredo, e che anticipa il giallo, Citrinitas (per finire con il rosso Rubedo).

Se da una parte l’oro (o la pietra filosofale) sono il completamento di un itinerario materiale, dall’altra il fine ultimo è la coscienza di sé, una presa di coscienza che necessita appunto di continue trasformazioni, un’evoluzione che ha l’obbiettivo di creare qualcosa di “superiore”.

Dove si colloca il sogno in questo contesto? Stando al dipinto di Indellicati è il secondo passo verso l’essenza, la porta che si apre sull’ignoto rompe lo schema rigido che era il nostro modo di concepire la nostra esistenza, la libertà di andare, dove ci condurrà non è chiaro, sta a noi scoprirlo.


2 commenti:

  1. Quel che posso dire è che lo trovo carino, ma assolutissimamente non ci sarei mai arrivato al significato che gli dà l'autore. E questo fa un po' pensare. Fa pensare tante cose, da una parte una maggiore libertà di interpretazione, dall'altra anche una maggiore incomunicabilità

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Interessantissima osservazione, l'artista ha dato il titolo riferendosi al solo fatto che questo "quadro" sia la proiezione inconscia di un sogno fatto qualche tempo prima, non accenna, ne con il titolo ne con una spiegazione, al significato del sogno stesso e di conseguenza del dipinto.
      Questo mi porta a pensare che l'opera sia solo una tessera di un puzzle più ampio e complesso, non solo va confrontato con le altre opere della mostra ma addirittura va inserito nell'intero percorso artistico.
      D'altro canto gli artisti più famosi vengono compresi (più o meno parzialmente) prendendo in considerazione l'intera carriera e incrociando le interpretazioni di più persone.
      Resta la tua considerazione e l'accenno all'incomunicabilità è tutt'altro che trascurabile.
      Grazie.

      Elimina

Se vi va di lasciare un commento siete i benvenuti, i commenti contenenti link esterni non verranno pubblicati.
I commenti anonimi sono impersonali, conoscere il nome di chi lascia il proprio pensiero facilita il confronto, grazie.