“Ma come fa un appassionato d’arte come te a stare senza social”?
Questa domanda mi è stata fatta pochi giorni fa
dialogando con una persona durante una piccola mostra locale, giustificando il
quesito chiedendomi come fosse possibile informarsi senza Instagram e soci.
Chi mi segue, anche solo saltuariamente, sa già che
oltre a YouTube non ho alcun account legato ad altri social (ho chiuso anni fa
Facebook e non sono andato oltre).
Dalle conoscenze (artistiche) di questa persona deduco
che informarsi sui social non sia esattamente la strada ideale, quantomeno
appare doveroso ampliare le fonti di approvvigionamento.
Premesso che un appassionato d’arte debba studiare,
approfondire, mettere costantemente in dubbio le proprie e altrui visioni (nel
senso che non c’è mai nulla di certo) visitare mostre e musei, cosa
fondamentale, leggere libri di ogni sorta e confrontarne i pensieri che
emergono, parlare con chi l’arte la realizza (cosa molto più difficile in
quanto molti artisti non sono raggiungibili e altri alzano un muro).
YouTube, come detto è l’unico social che utilizzo,
propone lezioni e conferenze che altrimenti non vedremmo, ma ci propina anche
pseudo esperti impegnati prevalentemente a fare classifiche sui dipinti più
belli, quelli più costosi ecc. questo, da come mi raccontano, è ciò che succede
anche altrove, video di pochi secondi, perché se superi il mezzo minuto ci si annoia e
si “skippa” (sempre sul “tubo”, un commento ad un video sull'arte povera, diceva:
“ma come si fa a seguirti se ci metti una vita ad dire qualcosa?” il video
durava meno di tre minuti e riassumeva l'intero periodo dl movimento).
Forse sono io l’anomalia, al netto delle capacità
divulgative, mi piacciono le lezioni “corpose”, dove ci prende il tempo
necessario per spaziare in lungo e in largo, e in profondità.
La domanda ora la faccio io, i social sono veramente
necessari per capire l’arte? Sono un aggiunta ad altre fonti o bastano per il
fabbisogno?
C’è però un pensiero che mi assilla, non è che si preferiscono
Facebook e affini ai libri, non perché sufficientemente esaustivi ma per il
semplice motivo che quei pochi secondi ci bastano per sentirci, inconsciamente
o meno, eruditi quanto basta?
Come dice il titolo del post, queste sono riflessioni
a caldo e con il caldo la mente tende ad appannarsi, siate comprensivi.
Nel frattempo … buon Ferragosto (con o senza arte, con
o senza social)
Nessun commento:
Posta un commento
Se vi va di lasciare un commento siete i benvenuti, i commenti contenenti link esterni non verranno pubblicati.
I commenti anonimi sono impersonali, conoscere il nome di chi lascia il proprio pensiero facilita il confronto, grazie.