sabato 10 maggio 2025

La materia, il verbo e la poesia

Passeggiando sul lungolago di Salò, deliziosa località sul lago di Garda, ci si imbatte in una scultura, pressoché ignorata da tutti.



Si tratta del mezzobusto in bronzo che ritrae Gasparo Bertolotti, noto come Gasparo da Salò, maestro liutaio ritenuto, da alcune fonti, l’inventore del violino.

L’opera in bronzo realizzata da Angiolino Aime è la copia esatta di quella in marmo di Carrara, di Angelo Zanelli, che si trova nel palazzo municipale del comune bresciano.

Contrariamente a molti monumenti celebrativi che rappresentano il soggetto principale in posa maestosa, Gasparo si presenta nell’atto di estrarre o conficcare il violino nel petto, la posa e solenne e poetica, come se l’artista e la sua creatura fossero tutt’uno.

A rendere ancor più magica l’apparizione sono le parole di Gabriele d’Annunzio incise sul piedistallo che sorregge la scultura.

“… non si sa se stia aprendo

 il petto per trarne il violino

 o se stia aprendo il violino

 per mettervi il cuore.”

Questa frase porta ad altezze vertiginose la poetica dell’opera, l’uno parte dell’altro, indivisibili.

Come dicevo non sono in molti a fermarsi davanti alla scultura (a debita distanza mi sono fermato per verificarlo e nonostante la marea di gente che le transitava davanti, nessuno pare si sia accorto della sua presenza) ed è un peccato perché per un attimo ci si isola dal frastuono che ci circonda immersi nella purezza della poesia.

4 commenti:

  1. Non conoscevo l'opera né conoscevo il mastro liutaio, ma mi sa che adesso va proprio così, si fanno le file per le opere già famose di artisti già famosi...
    Certo forse non è proprio amore per l'arte...
    Un salutone

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    1. Vuoi mettere un selfie il cui sfondo (l'opera è di spalle, manco la guardano) è la "Venere" del Botticelli" o la "Gioconda"? I like fioccano copiosi, cosa che non succederebbe con opere sconosciute.
      Fortunatamente questi gioielli sono alla portata di tutti, se poi sono pochi ad accorgersene ...
      Un saluto a te Alberto, buona domenica.

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  2. La curiosità sta perdendo punti, ormai vige l'assuefazione, la distrazione, l'ammucchiamento compulsivo di pseudo visioni, si vede un sacco di roba ma non si guarda niente.

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    1. Come scrivevo in risposta al commento di Alberto, le opere manco si guardano, servono come sfondo per "esaltare" chi la foto la scatta.
      L'apparire a tutti i costi, magari volendo sembrare colti, ha preso il sopravvento, la popolarità "social" sembra essere, per qualcuno, una questione di vita o di morte.
      Naturalmente non posso generalizzare ma la strada intrapresa non sembra quella della curiosità e del desiderio di sorprendersi per qualcosa di sconosciuto che si rivela nella sua bellezza.
      Grazia Franco, buona domenica.

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