Autore: Pieter Bruegel
( Il vecchio)
Titolo dell’opera: Trionfo della morte – 1562 c.
Tecnica: Olio su tela
Dimensioni: 117 cm x 162 cm
Ubicazione
attuale: Museo Del Prado, Madrid
Il tema, sebbene radicato
nella cultura dell’epoca, appare decisamente arretrato nella seconda metà de
cinquecento, ma Bruegel si mostra per l’ennesima volta “ fuori moda” andando
contro le convenzioni artistiche del momento.
La scena è dominata dal
macabro carro guidato dalla morte che travolge tutti indifferentemente,
fanciulle, contadini, dame e cavalieri, giovani e vecchi a dimostrare la totale
eguaglianza nel momento dell’addio a questa vita. Il paesaggio è dominato dal
terrore, innumerevoli supplizi e una totale devastazione.
I toni forti e caldi
evocano un’atmosfera apocalittica, la morte avanza “raccogliendo” le anime in
vari modi spesso diversi tra loro, si notano diversi stati d’animo: paura,
sorpresa, sgomento e rassegnazione, in tutto questo vi è un chiaro riferimento
alla guerra e alle numerevoli miserie dell’umanità.
La morte non risparmia
nessuno, si vedono Re e Imperatori, ecclesiastici di ogni rango e grado,
militari in arme che cercano l’ultima resistenza e varia umanità, chi cerca
riparo sotto il carro nefasto con la speranza di sfuggire non essendo visti,
chi si rassegna e affronta il proprio destino fino a persone che cercano
inutilmente la fuga.
Si notano nell'opera due
tradizioni iconografiche: Il trionfo della morte di Palermo, che probabilmente
Bruegel ha visto nel suo viaggio in Italia e la tradizione nordica della “Danza
macabra”. Il carro della morte ricorda il modello italiano, ma l’interpretazione
del tema è decisamente personale, altri non è che la denuncia e la condanna dei
vizi e peccati a cui sono naturalmente predisposti gli uomini.
In questo particolare si
nota l’efferatezza della morte (esplicito il riferimento all’infinita malvagità
umana) autentiche esecuzioni che riportano alle pene capitali, uomini lasciati
in balia dei corvi, altri appesi ad alberi o a pali conficcati nel terreno,
persone impiccate o passate a fil di spada mentre implorano la salvezza dell’anima
con un’ultima preghiera.
In quest’altro
particolare Bruegel raffigura la disperazione della classe borghese, anch'essa travolta
dalla tragedia, in questo caso vediamo travolti giocatori d’azzardo e dalle monete sparse sul tavolo il pittore ci parla di usurai e gente che vive alle
spalle dei più poveri.
Il menestrello e la donna
che lo accompagna sono il simbolo della “leggerezza” di vivere e dell’abbandono
ai vizi e alla lussuria.
Ciao Romualdo.
RispondiEliminaÈ tutto molto, troppo interessante. Ti piace proprio tanto questa famiglia vero?
Mi spaventa scriverlo, ma a me sembra la rappresentazione di alcuni accadimenti attuali...purtroppo.
Ti abbraccio caro amico, smack!
Ciao Pia, si lo ammetto la famiglia Bruegel, soprattutto Pieter (il vecchio), mi hanno, da sempre, trasmesso forti emozioni per il modo realistico, anche se apparentemente fuori dal tempo, di raccontare la vita quotidiana di allora che, come dici benissimo tu, sono vicende tristemente attuali.
EliminaTi ringrazio carissima Pia, un abbraccio e buna serata.
Angosciante questo quadro in tutti i suoi dettagli, anche se bellissimo! Ha la forza di una rappresentazione dantesca ed una visione tremenda dell'umanità e dei suoi mali, dove l'indifferenza e al tempo stesso la crudeltà della morte la fanno da padroni.
RispondiEliminaCiao Ambra, la bellezza di quest'opera è proprio nell'inquietante quadro d'assieme, dici bene quando ricordi l'inferno di Dante, purtroppo, nonostante siano passati quasi cinquecento anni sembra non sia cambiato nulla e forse è questo dato che ci angoscia di più.
EliminaGrazie e buona serata, a presto.
Anch'io come Pia ci vedo immagini fin troppo attuali, quasi quotidiane; Bruegel è talmente ricco di simboli che forse, proprio per questo, potrebbe essere una chiave di lettura per la realtà di oggi. Grazie per questo post :)
RispondiEliminaCiao Marcella, hai ragione, Bruegel ha sempre utilizzato la sua arte per descrivere, a volte sottilmente nascosti altre più chiaramente, i vizi e le virtù (per la verità poche) dell'umanità del suo tempo, ci appare evidente che purtroppo poco o niente è cambiato, ciò che di più negativo e nefasto si può immaginare, l'uomo non esita, ieri come oggi, a metterlo in pratica.
EliminaGrazie e buona domenica.