venerdì 23 gennaio 2015

Il trionfo della morte, Pieter Bruegel (il vecchio).

Autore: Pieter Bruegel  ( Il vecchio)

Titolo dell’opera: Trionfo della morte – 1562 c.

Tecnica: Olio su tela

Dimensioni: 117 cm x 162 cm

Ubicazione attuale: Museo Del Prado, Madrid


Il tema, sebbene radicato nella cultura dell’epoca, appare decisamente arretrato nella seconda metà de cinquecento, ma Bruegel si mostra per l’ennesima volta “ fuori moda” andando contro le convenzioni artistiche del momento.

La scena è dominata dal macabro carro guidato dalla morte che travolge tutti indifferentemente, fanciulle, contadini, dame e cavalieri, giovani e vecchi a dimostrare la totale eguaglianza nel momento dell’addio a questa vita. Il paesaggio è dominato dal terrore, innumerevoli supplizi e una totale devastazione.

I toni forti e caldi evocano un’atmosfera apocalittica, la morte avanza “raccogliendo” le anime in vari modi spesso diversi tra loro, si notano diversi stati d’animo: paura, sorpresa, sgomento e rassegnazione, in tutto questo vi è un chiaro riferimento alla guerra e alle numerevoli miserie dell’umanità.

La morte non risparmia nessuno, si vedono Re e Imperatori, ecclesiastici di ogni rango e grado, militari in arme che cercano l’ultima resistenza e varia umanità, chi cerca riparo sotto il carro nefasto con la speranza di sfuggire non essendo visti, chi si rassegna e affronta il proprio destino fino a persone che cercano inutilmente la fuga.

Si notano nell'opera due tradizioni iconografiche: Il trionfo della morte di Palermo, che probabilmente Bruegel ha visto nel suo viaggio in Italia e la tradizione nordica della “Danza macabra”. Il carro della morte ricorda il modello italiano, ma l’interpretazione del tema è decisamente personale, altri non è che la denuncia e la condanna dei vizi e peccati a cui sono naturalmente predisposti gli uomini. 






In questo particolare si nota l’efferatezza della morte (esplicito il riferimento all’infinita malvagità umana) autentiche esecuzioni che riportano alle pene capitali, uomini lasciati in balia dei corvi, altri appesi ad alberi o a pali conficcati nel terreno, persone impiccate o passate a fil di spada mentre implorano la salvezza dell’anima con un’ultima preghiera.



In quest’altro particolare Bruegel raffigura la disperazione della classe borghese, anch'essa travolta dalla tragedia, in questo caso vediamo travolti giocatori d’azzardo e dalle monete sparse sul tavolo il pittore ci parla di usurai e gente che vive alle spalle dei più poveri.
Il menestrello e la donna che lo accompagna sono il simbolo della “leggerezza” di vivere e dell’abbandono ai vizi e alla lussuria.

6 commenti:

  1. Ciao Romualdo.
    È tutto molto, troppo interessante. Ti piace proprio tanto questa famiglia vero?
    Mi spaventa scriverlo, ma a me sembra la rappresentazione di alcuni accadimenti attuali...purtroppo.
    Ti abbraccio caro amico, smack!

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    1. Ciao Pia, si lo ammetto la famiglia Bruegel, soprattutto Pieter (il vecchio), mi hanno, da sempre, trasmesso forti emozioni per il modo realistico, anche se apparentemente fuori dal tempo, di raccontare la vita quotidiana di allora che, come dici benissimo tu, sono vicende tristemente attuali.
      Ti ringrazio carissima Pia, un abbraccio e buna serata.

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  2. Angosciante questo quadro in tutti i suoi dettagli, anche se bellissimo! Ha la forza di una rappresentazione dantesca ed una visione tremenda dell'umanità e dei suoi mali, dove l'indifferenza e al tempo stesso la crudeltà della morte la fanno da padroni.

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    1. Ciao Ambra, la bellezza di quest'opera è proprio nell'inquietante quadro d'assieme, dici bene quando ricordi l'inferno di Dante, purtroppo, nonostante siano passati quasi cinquecento anni sembra non sia cambiato nulla e forse è questo dato che ci angoscia di più.
      Grazie e buona serata, a presto.

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  3. Anch'io come Pia ci vedo immagini fin troppo attuali, quasi quotidiane; Bruegel è talmente ricco di simboli che forse, proprio per questo, potrebbe essere una chiave di lettura per la realtà di oggi. Grazie per questo post :)

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    1. Ciao Marcella, hai ragione, Bruegel ha sempre utilizzato la sua arte per descrivere, a volte sottilmente nascosti altre più chiaramente, i vizi e le virtù (per la verità poche) dell'umanità del suo tempo, ci appare evidente che purtroppo poco o niente è cambiato, ciò che di più negativo e nefasto si può immaginare, l'uomo non esita, ieri come oggi, a metterlo in pratica.
      Grazie e buona domenica.

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