La tela animata (Le Tableau, il titolo originale) è un raffinato piccolo gioiello d’animazione del 2011 scritto e diretto dall’animatore e regista francese Jean-François Languione.
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Produzione franco-belga che conferma la qualità dell’animazione europea che spesso predilige le storie agli effetti speciali.
All’interno di un quadro tre distinte categorie di personaggi condividono un castello, i giardini ed una foresta maledetta dove nessuno osa entrare a causa delle terribili piante carnivore.
I
completi, gli incompleti e gli schizzi, i primi prendono possesso del castello
e discriminano i secondi impedendo loro di avvicinarsi, gli schizzi sono
denigrati da tutti, per i privilegiati “completi” non sono altro che strumenti
da utilizzare per lavori forzati, gente senza alcuna dignità.
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Il pittore che ha realizzato il dipinto
lo ha lasciato incompiuto, alcuni personaggi sono stati completati, altri non
finiti, altri ancora sono solo abbozzati.
La
storia d’amore tra un “completo” e una “incompleta” non è accettata da nessuna
delle due fazioni, per sistemare la difficile situazione ed impedire la
tirannia del crudele “Candeliere”, a capo dei completi, un gruppo di persone,
una per ogni “casta”, partono alla ricerca del pittore con l’intento di
convincerlo a finire la sua opera.
Inizia cosi un’avventura che si snoda tra vari dipinti, il terzetto, a cui si aggiungerà un quarto protagonista, passa da una tela all’altra, uscendo dalle cornici ed entrando in altre.
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La
meravigliosa “pellicola” ci accompagna tra molteplici riferimenti artistici,
palese la presenza di Picasso, Cezanne, Matisse, Mirò, Modigliani, Chagall,
Manet, un vortice di colori e poesia che ci avvolge per i 79 minuti della
durata.
Il
tema del razzismo, della discriminazione, è centrale, un tutt’altro che velato
accenno alla stupidità umana che nel suo essere egoista e oppressiva mostra le
sue eccezioni che navigano controcorrente.
Il
finale dallo spessore filosofico è la classica ciliegina su una torta riuscita
benissimo.
Il film è passato quasi inosservato, il budget, limitato, è utilizzato per il film a scapito della promozione (il contrario di ciò che avviene oltreoceano) un peccato perché sicuramente meritava, e merita tutt'ora, uno spazio maggiore.
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