giovedì 20 giugno 2024

L'unione fa il capolavoro

Nel mese di marzo di quest’anno Mark Knopfler esaudisce un suo grande desiderio, mettere assieme i più grandi musicisti viventi nello stesso brano, viene pubblicato “Going Home (Theme From Local Hero)”dei Guitar Heroes.

Il disco ha un fine benefico, i fondi raccolti vanno a due associazioni impegnate nella ricerca contro il cancro.

Tantissimi gli artisti che hanno preso parte al progetto (l’elenco in ordine alfabetico lo trovate alla fine del post) vede i grandi chitarristi che hanno fatto la storia della musica, ai quali si aggiungono, ad esempio, Ringo Starr alla batteria, e Sting al basso, nel video che propongo appaiono i nomi dei musicisti impegnati in quel singolo momento.

Going Home, brano inserito nella colonna sonora del film “Local Hero”nel lontano 1983 è stato proposto moltissime volte nei concerti di Knofler spesso accompagnato da illustrissimi ospiti, in questo caso però il risultato è incredibile, un susseguirsi di suoni e stili, le varie anime che si fondono fino a raggiungere un livello estremo, non lineare e armonico ma complesso, geniale, estatico.

Ho sempre amato questo brano per la capacità di “salire” costantemente, un crescendo che, in alcune versioni di più in altre meno, coinvolge dalla prima nota all’ultima.

Ora il brano ha raggiunto la perfezione, tanti suoni, apparentemente contrastanti, si uniscono dando vita ad un grande capolavoro.

L’inizio del disco propone l’ultima registrazione di Jeff Beck prima della scomparsa.

Autore della copertina è Sir Peter Thomas Blake autore della celeberrima cover dei Beatles “Sgt. Pepper's Lonely Hearts clun band", a cui si ispira questa nuova realizzazione.

I nomi dei musicisti che anno partecipato sono stati presi dal canale YouTube ufficiale di Mark Knopler.

Joan Armatrading, Jeff Beck, Richard Bennett, Joe Bonamassa, Joe Brown, James Burton, Jonathan Cain, Paul Carrack, Eric Clapton, Ry Cooder, Jim Cox, Steve Cropper, Sheryl Crow, Danny Cummings, Roger Daltrey, Duane Eddy, Sam Fender, Guy Fletcher, Peter Frampton, Audley Freed, Vince Gill, David Gilmour, Buddy Guy, Keiji Haino, Tony Iommi, Joan Jett, John Jorgenson, Mark Knopfler, Sonny Landreth, Albert Lee, Greg Leisz, Alex Lifeson, Steve Lukather, Phil Manzanera, Dave Mason, Hank Marvin, Brian May, Robbie McIntosh, John McLaughlin, Tom Morello, Rick Nielsen, Orianthi, Brad Paisley, Nile Rodgers, Mike Rutherford, Joe Satriani, John Sebastian, Connor Selby, Slash, Bruce Springsteen, Ringo Starr and Zak Starkey, Sting, Andy Taylor, Susan Tedeschi and Derek Trucks, Ian Thomas, Pete Townshend, Keith Urban, Steve Vai, Waddy Wachtel, Joe Louis Walker, Joe Walsh, Ronnie Wood, Glenn Worf, Zucchero.


sabato 15 giugno 2024

L'immortalità della filosofia


Tess (R. R.) - Filosofia teoretica, 2024 - Acrilico su tela cm 40 x 30

Nel libro “Il grande disegno” di Stephen Hawking e Leonard Mlodinow, c’è un passaggio che gli amanti degli aforismi attribuiscono a Hawking ma che, "conoscendo" il grande fisico, sarei più orientato a “darlo” a Mlodinow:

«La filosofia è morta, non avendo tenuto il passo degli sviluppi più recenti della scienza, e in particolare della fisica. Così sono stati gli scienziati a raccogliere la fiaccola nella nostra ricerca della conoscenza …».

Secondo Hawking (o Mlodinov) gli scienziati hanno sostituito i filosofi, hanno dunque portato avanti la ricerca della conoscenza ponendosi delle domande che hanno dato ulteriori spunti per altre domande, questa continua osservazione, indagine ed esplorazione ha portato la scienza a teorie mosse ad una ulteriore ricerca.

Questo “modus operandi” ha un solo nome, filosofia.

La scienza non può fare a meno della filosofia, l’universo ha molte risposte da darci, per ottenerle la scienza deve porre delle domande “assolute” e l’unico modo di procedere è quello filosofico.

lunedì 10 giugno 2024

L'innata essenza e la sua contaminazione

“Definita la nostra anima per gli spirituali, il nostro cervello per i razionali, il nostro cuore per i sentimentali, ognuno può usare il suo termine, ma ciò che si racchiude nelle profondità del nostro essere è la nostra essenza, l’intrinseco di noi stessi senza il quale non esisteremmo neanche come cenere. L’innato è ciò che esiste da sempre e rinasce ad ogni vibrazione del cosmo risvegliandosi e sopendo nel corso di quegli istanti definiti esistenza …”

(da valeriaromsel.com)

Valeria Romsel - Il risveglio dell'innato 2021 - Acrilico su tela cm 70 x 100

Questa è parte della lettura che l’autrice fa del suo dipinto, spesso gli artisti lasciano volutamente degli spazi interpretativi a disposizioni dell’osservatore che in questo modo si può sentire parte attiva nella costruzione dell’opera, Valeria Romsel invece mette in chiaro la sua visione ma l’opera è talmente complessa e affascinante che la sua interpretazione si trasforma in un mezzo con cui iniziare il viaggio nel dipinto.

La creatura, apparentemente mostruosa, ancora in fase di trasformazione, cosa rappresenta? Tutto ciò che è reale e tutto quello che reale non è, se leggiamo le parole di Valeria non possiamo non prendere la strada che ci ha tracciato, ma questo non basta, è necessario intraprendere un percorso all’interno di noi stessi per sbrogliare la matassa, un viaggio tutt’altro che semplice.

Una cara amica, Xoana Nuñez, appassionata d’arte, che prende spunto dalle sue grandi conoscenze in psicologia e filosofia, cosi si esprime: “…credo che sia un po’ tutti e tre, anima cervello e sentimenti, siamo così complessi. E tante volte la complessità è vista come una caratteristica negativa, io invece la considero maestosa”.

Sia la pittrice che Xoana vanno nella medesima direzione ma, pur navigando verso la tessa meta, lo fanno in modo diverso, aggiungono l’una all’altra tasselli fondamentali.

Sempre restando aggrappato alla descrizione dell’artista voglio sottolineare un passo imprescindibile, l’innato è un: “essere di luce, di speranza, gioia pura ingenuità …”, dunque siamo di fronte alla perfezione, al Noi prima della contaminazione.

Xoana Nuñez invece ci mette di fronte a ciò che non riusciamo a cogliere, la maestosità di tutto quello che non comprendiamo o che non è allineato al sentire comune, un sentire che, se non siamo coscienti del nostro essere, ci travolge fino ad annullarci.

Contaminato da chi ci circonda, a sua volta stravolto da noi stessi che ci vergogniamo della purezza nascondendola dietro ad infinite maschere, finzioni che finiscono per renderci veramente “mostruosi”, siamo intimoriti dalle nostre paure, dalle nostre insicurezze, in apprensione per il giudizio altrui, celiamo la nostra bellezza perché pensiamo di non esserne degni.

mercoledì 5 giugno 2024

Chi l'ha fatto?

La fotografia è una forma d’arte nata recentemente, dopo il naturale “rodaggio” oggi è considerata alla pari delle altre arti definite nobili.



Quest’immagine, simile ad altre che possiamo trovare sul web, è un’istantanea del delirio in atto in Ucraina (ma può valere per molti altri luoghi, come il Medioriente).

Se parliamo di arte fotografica viene da chiedersi chi sia l’autore di questa immagine, al giorno d’oggi spesso sono i droni a premere il pulsante che permette di catturare un’immagine, chi è dunque l’artista?

Come non andare, a questo punto, al celebre aneddoto che vede protagonista Picasso e la sua “Guernica”, alla domanda di un gerarca nazista davanti al dipinto: “Ha fatto lei questo orrore?” il pittore risponde: “No, l’avete fatto voi”.

Chi ha dato vita a questa immagine? Semplice, Putin, Zelenski, Biden, i leader europei, quelli cinesi, quelli mediorientali … (potremmo andare avanti parecchio) le multinazionali fabbricanti di armi, le banche, i fondi che finanziano le varie missioni e quelli che già pregustano la ricostruzione.

La fotografia, in quanto opera d’arte, dovrebbe far riflettere, scuotere le coscienze, svegliare una umanità dormiente ma … ma l’umanità continua indifferente il proprio deambulare, adiafora a tutto ciò che non porta benefici, insensibile, apatica di fronte all’arte e di conseguenza indifferente a ciò che la circonda.

Chi dunque ha fatto questa fotografia? ... Noi.