Autore: Giorgione (Giorgio Zorzi)
(Castelfranco Veneto, 1477 ca. - Venezia, 1510)
Titolo
dell’opera: La tempesta – (secondo le fonti dal 1502 al 1508)
Tecnica: Olio su tela
Dimensioni:
79,5 cm x 73 cm
Ubicazione attuale: Galleria dell’accademia, Venezia.
Uno dei dipinti più
misteriosi, un autentico enigma interpretativo, d’altro canto la figura stessa
di Giorgione è avvolta nel mistero.
Storici dell’arte,
critici, esperti di ogni genere (pittorico e non) hanno provato a dare
un’interpretazione al quadro senza però convincere fino in fondo.
In molti sono
convinti che si tratti di un semplice quadro “di genere” o di un paesaggio, dove le
figure umane fanno da contorno alla natura, compreso il fulmine che indirettamente
da il nome all’opera.
Altri si
sbizzarriscono interpretando la tela in svariati modi, dalla mitologia greca
c’è chi intravede “Zeus e Io”,
Non mancano i temi
legati alla bibbia, da Adamo ed Eva al ritrovamento di Mosè che viene sfamato dopo essere stato
salvato dalle acque.
Interpretazioni più
articolate portano a conclusioni interessanti ma mai convincenti fino in fondo.
Non possiamo nemmeno escludere che il
dipinto fosse il pretesto di rappresentare il paesaggio in un’epoca dove il
paesaggio era definito “pittura minore” o addirittura proibito dalle autorità
religiose.
Restano molte le
domande che l’osservatore si pone davanti al dipinto: perché una donna seminuda
allatta un neonato seduta in un
prato? Cosa ci fa in quella posizione il giovane vestito in modo tutt’altro che
casuale? Inoltre è in arrivo una tempesta che però non sembra allarmare i due protagonisti
che sembrano interessati ad altro (mentre l'uomo guarda la donna ed il bambino posti sull'altra sponda del corso d'acqua la giovane guarda con sospetto e timore verso
l’osservatore o nella direzione di chi sta dipingendo).
Il fulmine, punto
focale del quadro, si abbatte in direzione del centro abitato, un piccolo borgo
a destra e quasi una fortezza in lontananza, ma difficile capire cosa stia a
significare.
Curiosa, anche se
non priva di lacune, un'altra "lettura" che pensa che Giorgione abbia attinto al mito di
Iasione che, dopo aver sedotto Demetra e dalla cui unione nascono due gemelli, viene punito
da Zeus che lo uccide scagliandogli contro una saetta.
E’ vero che nel
dipinto c’è il fulmine ma lo stesso non si abbatte sull’uomo, sulla
sinistra troviamo alcune rovine che riportano al mito greco ma non c'è altro a suffragare tale ricostruzione.
Difficile pensare che il pittore di Conegliano volesse dirci questo.
Oltre alla bellezza
paesaggistica, ed il piacere provato dall’osservatore alla vista dell’opera, è
proprio l’enigmatico significato che continua ad appassionare gli spettatori a distanza di più di cinquecento anni.
L'idea che un pittore con una buona scusa riesca a dipingere quel che vuole anche se non dovrebbe mi piace assai... ovviamente! 😁
RispondiEliminaCiao Anna, spesso un pittore deve giustificare le sue scelte, specialmente in epoche dove sono più i divieti delle concessioni, ciò che conta è il risultato e se l'insieme lascia infiniti enigmi ecco il capolavoro.
EliminaLe intuizioni, reali o immaginarie, di Giorgione danno vita ad infinite discussioni e se dopo più di mezzo millennio si continua a parlarne l'obbiettivo è raggiunto.
Grazie, buona giornata.
Stupendo il dipinto...non mi ero mai chiesta cosa significasse...in effetti un vero e proprio enigma!
RispondiEliminaCiao Marina, un'opera particolarmente complessa (o forse è complessa la nostra interpretazione) che permette un'infinita serie di ipotesi, questo la rende affascinante e "inarrivabile" ci concede lunghi "viaggi" meravigliosi e senza meta.
EliminaBuona serata.
Proprio oggi, su canale 23, uno storico dell'arte straniero, in una bella trasmissione, faceva propria l'ipotesi di Iasione e Demetra e faceva notare la presenza di un uccello bianco ( una cicogna) sui tetti del villaggio sullo sfondo
RispondiEliminaUna allegoria della caducità delle cose umane, confermata dalle rovine sulla sinistra, e un invito alla fedeltà nel matrimonio
RispondiEliminaBuonasera e benvenuta/o, mi dispiace non conoscere il suo nome.
EliminaInteressante il particolare che ha evidenziato, mi ricordo che anche lo storico Waldemar Januszczak (magari parliamo della stessa persona) ha messo in evidenza la presenza dell'uccello sopra i tetti in lontananza.
Altrettanto interessante l'interpretazione che lei ne ha dato, si tratta di un dipinto estremamente complesso e le "letture" di ognuno non fanno che arricchirne la visione.
Grazie, buona serata.