“Mi hanno rimproverato abbastanza! Eppure, puoi riempirmi la pipa? No perché è solo una rappresentazione. Se sotto il mio quadro avessi scritto “Questa è una pipa” avrei mentito”.
In sintesi bastano
queste parole di René Magritte per fare luce su uno dei dipinti più illuminanti
del novecento.
René Magritte - Il tradimento delle immagini, 1928-29 - Olio su tela cm 63,5 x 93,9 - Los Angeles Country Museum of Art (LACMA)
Certo oggi il
concetto dell’artista belga è assimilato ma non si può certo dire lo stesso per
le reazioni di quasi un secolo fa, questa dunque non poteva non essere una pipa
in quanto era ciò che si vedeva.
L’opera,
erroneamente conosciuta con il titolo “Questa non è una pipa” svela il suo
intento con il titolo reale, quello dato dal suo autore, è proprio in quel “Il
tradimento delle immagini” che si snoda la narrazione dell’idea dell’opera, l’immagine
è solo una rappresentazione della realtà, non la realtà stessa.
La fotografia, in
continua evoluzione in quegli anni, aveva
la pretesa, e ce l’ha tutt’ora, di mostrare ciò che è reale (per l’esattezza
questa pretesa è più dei media di informazione in quanto i fotografi sostengono
esattamente il contrario) Magritte ci dice il contrario, fa una netta distinzione
tra l’oggetto e la sua rappresentazione (frase che risulta inflazionata dalle
parodie della critica d’arte ma che è il fondamento dell’arte stessa).
Quante volte davanti
ad un dipinto di un paesaggio o di una qualsiasi rappresentazione realistica tendiamo
a concepirli come qualcosa di tangibile anziché una rappresentazione degli
stessi?
Con questa semplice
tela Magritte chiarisce un fatto che con una semplice riflessione è
chiarissimo, la realtà è diversa dalla sua rappresentazione.
Il dipinto senza il
titolo e, soprattutto, senza la scritta in basso, non è certo memorabile, è
dipinta una pipa, cosa che qualsiasi buon pittore è in grado di fare, se però
lo prendiamo nel suo insieme, nella sua completezza, tutto cambia, uno dei
capolavori del pittore belga sta proprio in quelle parole e in ciò che
rappresentano.
Neanche gli iperrealisti (che come sai adoro!) pretenderebbero tanto.. ;)
RispondiEliminaTecnicamente probabilmente si, Magritte però non penso mirasse al realismo fine a sé stesso, cosi fosse non avrebbe aggiunto la scritta e non avrebbe dato all'opera quel titolo (che come sai trovo fondamentale😉)
EliminaGrazie Franco, è sempre un piacere.
Questo quadro è una pietra miliare, visivamente nemmeno tanto bello, eppure l'idea che ne sta dietro lo ha reso bellissimo.
RispondiEliminaAlla fine si potrebbe chiosare in un "è più di una pipa"
Infatti, se ci limitiamo alla pipa (alla sua riproduzione) l'opera non dice granché, è proprio l'idea che la rende immortale, fondamentale per il pensiero, artistico e non solo, che si è sviluppato in seguito.
EliminaChiusura perfetta, è molto più di una pipa!
Grazie mille Alberto, buona serata.