Federico Zandomeneghi nasce a
Venezia il 2 giugno del 1841. Il padre Pietro ed il nonno Luigi sono entrambi
scultori di una certa fama. Federico manifesta però una precoce predilezione
per la pittura, e studia prima presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia e
poi a quella di Milano.
Nel 1860 scrive ai genitori
l’intenzione di unirsi alla causa rinascimentale e parte per raggiungere
Garibaldi nella famosa spedizione dei Mille.
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Parc Monceau |
Nel 1862 si
trasferisce a Firenze dove rimane quasi cinque anni, entrando in contatto con i Macchiaioli, con i più famosi Signorini, Fattori e Lega come con i meno noti Banti, Borrani e Cabianca. Il gruppo di artisti che si riunisce presso il Caffe Michelangiolo influenza profondamente il giovane veneziano, che dimostra tuttavia una forte personalità e uno stile individuale.Nel 1866
combatté di nuovo con Garibaldi per la terza
guerra d'indipendenza.
Tra il 1866
e il 1874 viaggiò tra Firenze, Venezia e Roma. Le opere di questo periodo
risentono dell'intonazione realistica toscana, fondendo la tecnica della
macchia con il senso cromatico veneto.
Sono gli
anni in cui la critica comincia ad accorgersi di Zandomeneghi anche se gli si
rimprovera un eccesivo gusto per le novità viene apprezzata una concreta
aderenza alla pittura realistica che riproduce fedelmente la vita quotidiana.
Nel 1874
parte improvvisamente per Parigi, è l’anno della nascita dell’impressionismo
dove gli “indipendenti” , rifiutati al Salon espongono nello studio di Nadar
noto fotografo.
Doveva
essere un soggiorno di poche settimane: in realtà Federico rimane nella
capitale francese per il resto dei suoi giorni. Si unisce presto al gruppo
impressionista e stringe una forte amicizia con Renoir e Degas.
Nel 1878
iniziò l'attività di disegnatore di moda, dopo i primi tentativi, infruttuosi,
di entrare in contatto con i mercanti parigini.
L'anno
successivo espose per la prima volta assieme agli Impressionisti, e da quel momento le sue opere
furono sempre presenti nelle esposizioni del movimento che, dopo un avvio
turbolento e soggetto ad aspre critiche da parte dei fautori dell'arte
accademica e tradizionale, cominciava a dominare la scena parigina. Zandomeneghi
è l’unico italiano nominato fra i grandi dell’impressionismo citato tra gli
altri con Monet e Pissarro.
Due anni più
tardi, nel 1888, le sue opere entrarono a far parte della sezione italiana
dell'Esposizione
Universale di Parigi.
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Il Palazzo Pretorio |
La Biennale di Venezia nel1914 gli
allestisce un’esposizione che tuttavia non riscuote successo presso la critica
dell'epoca.
La figura
femminile è il suo soggetto preferito e le sue immagini di donne, sia in
interni sia in esterni, risentono notevolmente dell’influsso della moderna
raffigurazione dell’eleganza diffusa attraverso le riviste di moda.
La Parigi di
Zandomeneghi non è la citta mondana ed elegante descritta da De Nittis o
Boldini ma è la Parigi bohémien di Montmatre dove vive con Toulose-Lautrec e la
sua modella.
L’amicizia
con Pissarro e Guillaumin influisce molto sulla pittura dell’artista veneziano
che alle vedute parigine aggiunge i paesaggi della campagna francese.
La
descrizione delle toilettes, degli elaborati cappelli, dei gesti tipici della
moda, come l’indossare i guanti, o muovere il ventaglio, occupa un posto di
rilievo nella sua produzione, e a questo filone appartengono molte delle opere
più celebri, come Nel palco o Il tè.
La vicinanza a Degas, con il quale Zandomeneghi condivide l'amore per il disegno, per i valori lineari e per il pastello, si esprime nelle scene di nudo che
colgono giovani donne nei gesti quotidiani del risveglio e della toilette.
Il corpo
senza vita del pittore veneziano venne trovato ai piedi del suo letto il 31
dicembre del 1917, anno di morte anche dell'amico Edgar Degas.
Lo studio
venne smantellato, le sue opere mandate all'asta per pochi soldi.
A seguire alcune opere di Zandomeneghi.
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A letto
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Al caffè |
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Il risveglio
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L'amico fedele
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Le coiffure |
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Nude esterna (conosciuto anche come Donna nuda sul prato),
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Ragazza con i fiori
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Riflessione
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Un buon libro
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Lettura interrotta
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Il giornale di moda |
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Busto di donna in camicia
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