giovedì 28 gennaio 2016
Le tre età dell'uomo, Hans Baldung.
sabato 23 gennaio 2016
Breve descrizione dei movimenti artistici, il Rococò.
Il Rococò nasce come stile ornamentale, o più precisamente come evoluzione artistica del tardo Barocco, inizialmente si sviluppa in Francia nel 1700 e si diffonde nel resto d’Europa nel secolo successivo.
Il nome di questa corrente stilistica deriva da rocaille, che indica le rocce artificiali utilizzate per le decorazioni di grotte e fontane.
Stile utilizzato soprattutto per la decorazione di interni, le principali caratteristiche del rococò sono l’eleganza, il fascino e la giocosità sottolineati con i colori pastello.
I soggetti preferiti sono spesso i piacevoli passatempi dell’aristocrazia del tempo e la “narrazione” di audaci temi amorosi.
Non mancano certo ritratti di personaggi influenti, che vengono rappresentati circondati da grande sfarzo e allegria e dipinti che raccontano scene storiche e mitologiche (nell’immagine: La giustizia e la pace – Corrado Giaquinto).
Fra gli esponenti più noti ci sono sicuramente: Amigoni, Boucher e Fragonard.
martedì 19 gennaio 2016
Alba domenicale, Angelo Morbelli.
venerdì 15 gennaio 2016
Che cos'è in fondo un'opera d'arte?
In occasione del secondo compleanno di questo mio blog, volevo porre una domanda, anche se mi rendo conto che sia difficile rispondere senza avere anche solo un piccolo dubbio.
A volte mi chiedo a cosa ci si riferisce con il
termine “opera d’arte”, domanda forse con troppe pretese, ma volevo fare una
mia personale riflessione su cosa sia un’opera d’arte.
Ragazza in verde - Tamara de Limpicka |
Naturalmente non la si intende nel senso di un manufatto di carattere artistico ma ciò che questo termine significa nell’immaginario collettivo: un capolavoro.
Devo tralasciare il discorso relativo
alla tecnica per due motivi: perché non ne ho le necessarie competenze e perche
voglio concentrarmi su quella che ritengo la cosa fondamentale
nell’arte: la “trasmissione” di emozioni.
Dama con l'ermellino - Leonardo da Vinci |
Quando ci si trova davanti ad una scultura, un dipinto o una fotografia siamo investiti da un’infinità di emozioni e sono proprio le emozioni il parametro di giudizio delle opere artistiche.
Quando osservo il volto della “Madonna della seggiola” di Raffaello o della “Signora di Shalott” di Waterhouse sono investito da una miriade di sensazioni, sensazioni di pace ed estrema protezione nella prima, grande malinconia e senso di triste rassegnazione nella seconda.
Come non “sentire” una forza interiore data dalla tetra magia del paesaggio creato da Friedrich nella sua “Abbazia del querceto” o la regale e maestosa serie di Böcklin “L’isola dei morti”?
L’intensità
poetica di De la Tour e i suoi dipinti “a lume di candela”
vale più di qualsiasi altra opera per il semplice motivo che la sensazione
provata è di una forza devastante. Mi è impossibile osservare “L’apparizione
dell’angelo a San Giuseppe” senza provare una piacevole percezione di serenità,
la stessa serenità aggiunta alla pace e alla tranquillità che provo davanti a “Il pergolato”
di Silvestro Lega o la stupenda opera di Renoir “Rosai a Wargemont”
piccoli scorci di vita quotidiana e angoli incantevoli dei nostri giardini che
vengono “raccontati” in modo da trasmetterci emozioni.
Natura morta con pesche e fragole -Louise Moillon |
Paura e angoscia, sensazioni di grande euforia o di profonda tristezza; se un'opera non trasmette nulla di tutto questo non può che lasciarci indifferenti ed è proprio l’indifferenza che fa di un dipinto o di una scultura un’opera di minore valore emozionale, naturalmente del tutto personale.
Infatti un
quadro che non ci dà delle emozioni non vuol dire che sia scarso o brutto;
infatti ciò che non trasmette a noi sicuramente lo veicolerà verso qualcun
altro. L’errore più grande che possiamo fare è definire un’opera “di nessun
valore”; quante volte ci è capitato di sentire frasi come “questo quadro fa
schifo, questa non è arte”? Forse il giusto approccio sarebbe quello di
definire il dipinto “non di nostro gusto” perché l’arte è composta da migliaia
di tasselli che solo con la presenza di tutte queste tessere possiamo trovare l’immagine
completa del mondo artistico.
Sopra Vitebsk - March Chagall |
La famosissima “Monna Lisa” di Leonardo viene definita, a ragione, una delle opere di maggior valore dell’intera storia della pittura. Nessuno mette in discussione il genio di Leonardo e la sua impronta fondamentale nella storia dell’arte ma questo dipinto trasmette sensazioni opposte a seconda dell’osservatore, commenti entusiastici che si contrappongono all’assenza di emozioni. Con questo non posso dire che non si tratti di un’opera d’arte ma sicuramente molti non citeranno mai la “Gioconda” come uno dei loro capolavori preferiti.
Un altro esempio è dato dalla pittura di Picasso, genio assoluto per molti ma anche pittore incomprensibile per altri, c’è chi arriva a dire che l’artista spagnolo non sa dipingere, può sembrare un’assurdità ma per chi la pensa in questo modo tanto assurdo non è.
Amedeo Modigliani -Giovane uomo con cappello |
Dunque tutto è soggettivo (immagino cosa penseranno gli esperti d’arte, se mai leggeranno questo mio scritto). Prendiamo la fotografia, ho parlato nel mio blog di alcuni fotografi: i ritratti di Karsh, con il loro realismo che trasmette l’essenza e la personalità dei personaggi fotografati sono o non sono delle opere d’arte? Oliviero Toscani che con le sue provocazioni riesce a trasmettere messaggi forti tramite forti emozioni, ha creato opere d’arte?
Qualcuno dirà di no, altri penseranno che se siamo investiti da forti emozioni non si può trattare di semplici dipinti, sculture o fotografie, ma di piccoli o grandi capolavori.
Un ultimo accenno alla musica, chiunque di noi ha le proprie canzoni preferite, se chiediamo quali sono i dieci (o venti, non importa) brani più belli della storia della musica, otterremo sempre classifiche diverse, troveremo brani più presenti di altri ma ogni essere umano ha la sua lista di capolavori.
Joseph Karl Stieler - Ritratto di Beethoven (part.) |
Se una canzone piace a mille persone e ad altre due no significa solo che per i mille è un’opera d’arte, mentre per gli altri due non lo è.
Probabilmente,
anzi sicuramente, il mio approccio all’arte sarà sbagliato, ma penso che
sentire i “brividi”, emozionarsi fino alle lacrime o provare un forte senso di
gioia e serenità siano condizioni fondamentali per godere delle infinite
“creazioni” che gli artisti del passato e del presente ci hanno regalato e che
continueranno a fare nel futuro.
Le
immagini mostrano altre grandi opere di artisti non citati in questo
articolo in quanto i pittori nominati conducono con un link a pagine di questo
blog dove si possono ammirare i loro lavori.
lunedì 11 gennaio 2016
Breve descrizione dei movimenti artistici, il Rinascimento.
Il medioevo è stata l’epoca in cui l’uomo viveva nel timore di Dio, l’onnipresenza e la prepotenza della Chiesa non permetteva alcuna iniziativa da parte del popolo.
L’arte non era esente da queste direttive, si vedevano immagini di paradisi colmi di beatitudine, disperate discese infernali e rappresentazioni di santi, non vi erano accenni a quello che accadeva sulla terra.
Questa rinascita, o Rinascimento, ha un impatto decisivo sull’arte, le figure e lo spazio si fanno più reali, si comincia a raccontare la storia cristiana dal punto di vista dell’uomo.
Con il passare degli anni gli artisti riescono a ricreare il mondo su pale d’altare, tavole e affreschi con sempre più facilità.
Il Rinascimento inizia con le opere di Giotto e Masaccio e raggiunge il suo apice con le magnifiche e monumentali creazioni di Leonardo, Raffaello e Michelangelo.
Generalmente associato all’Italia, questo enorme e variegato movimento si sviluppa in modo indipendente anche oltre la catena montuosa delle Alpi, forte l’influenza in Germania e nelle Fiandre.
Mentre in Italia gli artisti studiano la prospettiva e lo sviluppo dello spazio, i pittori tedeschi e fiamminghi sono più interessati a una più intima rappresentazione del mondo esterno.
Gli artisti rinascimentali si dividono in periodi diversi possiamo ricordare ad esempio:
(Primo Rinascimento)
Beato Angelico, Botticelli (nella prima immagine Nascita di Venere), Donatello, Ghiberti, Ghirlandaio, Giotto, Filippino Lippi, Mantegna, Masaccio, Perugino, Piero della Francesca, Pollaiolo, e Verrocchio.
(Tardo Rinascimento)
Andrea del Sarto, Frà Bartolomeo, Leonardo, Michelangelo, Raffaello e Tiziano (nella seconda immagine Bacco e Arianna)
((Rinascimento Transalpino)
Altdorfer, Dürer (nella terza immagine Autoritratto), Elsheimer, Grünewald, Mabuse, Massys e Van der Weyden .
giovedì 7 gennaio 2016
L'evasione dai canoni artistici. Pere Borrel del Caso.
Autore: Pere Borrel del Caso
Titolo dell’opera: Sfuggendo alla critica – 1871
Tecnica: Olio su tavola
Ubicazione
attuale: Collezione
Banco de España, Madrid.
Quest’opera rappresenta il vero incubo di qualsiasi artista, essere
costretto a sottoporre i propri lavori al giudizio dei critici.
Fantomatici esperti d’arte che evidenziano spesso, una scarsa, se non
nulla, competenza, oltre ad un arrogante mancanza di rispetto verso il lavoro
altrui.
Il dipinto raffigura un ragazzo che appare nello stesso tempo, spaventato
e furbescamente sbarazzino.
Il protagonista tenta, praticamente riuscendoci, una fuga dalla cornice,
a rappresentare il desiderio del pittore di staccarsi dai canoni della
tradizione artistica ma soprattutto dai presunti critici.
Nell'espressione del giovane si nota
anche una punta di curiosità ed eccitazione dando l'impressione che il
protagonista si appresti ad affrontare una nuova esperienza di vita, forse
nell'immaginario del pittore un'evasione dalla prigione dorata costituita dalle
accademie d'arte del tempo.
L'immagine lascia all'osservatore libertà di interpretazione, lo sfondo
quasi completamente nero, e comunque senza punti di riferimento, non offre
alcuna indicazione, è il titolo che dirige l’attenzione sul significato del
quadro.
Il pittore spagnolo costruisce una scena tridimensionale creando la
profondità grazie alle mani e al piede del ragazzino che, oltre alla testa,
“bucano” la tela, andando oltre il semplice dipinto.
A Borrel del Caso viene proposta per due volte la cattedra della scuola
di Llotja, ma in entrambi i casi rifiuta, il suo obbiettivo è creare
un’accademia indipendente che permetta agli artisti di sperimentare nuove
tecniche e nuove idee.
Pare evidente che nella fuga raffigurata nel dipinto ci sia una sorta di
personale ribellione e in fondo l’immagine del ragazzo va al di la della
semplice metafora, il ragazzo è la raffigurazione di se stesso, quello che si
potrebbe definire un autoritratto.