Autore: Hans Bellmer
(Katowice, 1902 - Parigi, 1975)
Titolo
dell’opera: La trottola – 1937-56
Tecnica: Olio su tela
Dimensioni:
65 cm x 65 cm
Ubicazione attuale: Tate Gallery, Londra.
Un’inquietante
figura femminile volteggia sostenuta da una trottola, una mano scheletrica si aggrappa
alla trottola stessa che a sua volta è appoggiata sopra ad un basamento
inclinato.
L’immagine è
fortemente simbolica e rappresenta il potere femminile in grado di far girare
testa e cuore maschili mantenendosi al di fuori della realtà.
Messaggio sensuale
e drammaticamente macabro, la donna che fluttua, mantenendo un appoggio
“terreno” che da l’illusione di tangibilità.
La luce è
chiaramente frontale ma l’ombra della trottola ci dice altro, difficile a
questo punto venirne a capo.
L’universo femminile
dipinto da Bellmer ci presenta la donna come incontro fatale, un vortice di
emozioni che impedisce la comprensione e spinge l’uomo verso l’istinto
incurante della ragione, solo un’elevata forza d’animo permette di comprendere
il lato oscuro che il doppio gioco “luminoso” cerca di nascondere.
Il fondo tetro non
lascia vie di fuga, una volta entrati nella spirale è praticamente impossibile
tornare indietro indenni da traumi o cicatrici indelebili.
L’opera
inizialmente è realizzata come progetto per una scultura che l’artista polacco
non realizzerà mai, il quadro è dipinto nel 1937 ma solo nel 1956 Bellman gli
darà un “nome” infatti finché non si presentò un acquirente decise di
sospenderne il “pensiero”.
L’aspetto legato al
subconscio riflette l’adesione al surrealismo, confronto che ha dato libera
espressione dei sentimenti del pittore che si confronta quotidianamente con il
labirintico universo femminile, mondo proiettato considerando il proprio punto
di vista.