Da qualche anno ha preso piede quella che per qualcuno è una nuova forma d’arte, stiamo parlando dei murales.
Non intendo certo denigrare i dipinti murali ma quella
che è una moda (un po’ datata) poco ha a che fare con l’arte e soprattutto è
pressoché esente dalle regole basi del comportamento civile.
Sono due i punti chiave che vorrei sottolineare,
quello legato alla qualità dell’opera (sempre che si possa definire tale) e
quello della libertà di occupare gli spazi di proprietà altrui.
Iniziamo da quest’ultimo, un conto è realizzare un
dipinto su una parete propria o di proprietà di chi lo commissiona (pubblica o
privata) non vedo perché, nel nome di una presunta arte, un pittore qualunque
si senta in diritto di dipingere (quando va bene, quasi sempre si tratta di
imbrattare) il muro di una casa altrui.
Quante volte ci capita di leggere articoli in cui si
sottolinea, in modo negativo, l’intervento di rimozione di un murales non
autorizzato, il 90 % delle persone ritiene che in quanto arte (poi ne
discutiamo) va lasciato dov’è, in quanto ai proprietari dell’edificio … che si
arrangino.
Passiamo all’altra questione, quella “artistica”,
quando mi capita di incrociare un murales raramente provo quello che si prova
davanti ad un’opera d’arte, il motivo è semplice, escluso un buon 50 % di
pessimi writer (anche se il termine rappresenta più i realizzatori di graffiti)
ci resta una buona parte di discreti (alcuni ottimi) pittori, tecnicamente dotati,
le cui realizzazioni lasciano un buon ricordo visivo, ma niente di più.
In questo mare di artigiani della bomboletta solo una
percentuale risicata si può considerare artista, nonostante qualcuno consideri
i murales una nuova forma d’arte non possiamo non sottolineare che si tratta di
una disciplina vecchia di decenni, questo naturalmente non vuol dire che non ha
ragione di esistere ma che ripetere le stesse cose per anni non ha nulla di
artistico in quanto la ripetizione (soprattutto se si rifanno cose fatte da
altri) è parente prossima della copia, e tutto ciò che è “copia” non è arte,
indipendentemente dal fatto che ci piaccia o meno.
L’esempio lampante di una “stortura” ormai radicata è
il murales di Maradona (nell'immagine) a Napoli, per numero di visitatori ha superato veri
capolavori come il “Cristo velato”, infatti alcuni articoli l’hanno
definito “il monumento più visitato" (e anche qui potremmo discutere sulla definizione di monumento).
I murales hanno una strana influenza sul pubblico,
questo non è negativo anzi, ma il successo di questi “quadri all’aria aperta” è
maggiore dove il soggetto è banale, più è piatto il concetto espresso più
l’apprezzamento è alto, se aggiungiamo la modernizzazione di questo “genere” di
pittura, che è tutto tranne che contemporanea (e il fatto che qualcuno la definisca contemporanea spiega l’immobilismo artistico odierno) il risultato è
sotto gli occhi di tutti, se poi nessuno lo vuole vedere …