Anselm Kiefer – Nürnburg, 1982 - Olio paglia
e tecnica mista su tela - cm 280,35 x 380,68 |
Le molteplici facce di Norimberga, una delle città più
importanti nella storia della Germania, luogo in cui ha visto i natali Dürer,
sede delle più importanti corporazioni d’Europa di artigiani, un centro
nevralgico dell’economia tedesca nei secoli.
Festspiel-Wiese, la scritta che
appare in alto a destra (dopo il titolo del dipinto o parte dello stesso)
proprio questo ci indica, “terreno delle feste” o “prato del festival”, un
luogo deputato alla crescita sociale del paese.
Ma Norimberga deve la sua fama anche
a “eventi” tutt’altro che festosi, Hitler negli anni che hanno preceduto la
seconda guerra mondiale ha scelto questo posto per mettere in scena la
grandezza nazista, manifestazioni che avevano lo scopo di esaltare il pensiero
del terzo reich.
L’apice della celebrità Norimberga lo
raggiunge alla fine del conflitto, viene scelta come sede del Tribunale
Militare Internazionale incaricato di giudicare i crimini dell’Olocausto e dei
molteplici orrori nazisti.
Kiefer ci mostra probabilmente
proprio quest’ultima Norimberga, una terra martoriata da un pensiero di morte e
distruzione, dove aleggia la sensazione che non tutto si è compiuto, i fantasmi
di un recente passato sono ancora parte di un presente che fatica a
“schiarirsi”.
I solchi nel terreno coperti di
paglia sono la raffigurazione della storia che è ancora presente anche se
qualcuno ha pietosamente cercato di coprire, un lenzuolo che precede una
sepoltura non ancora messa in atto.
La città, o la sagoma degli edifici,
si staglia in lontananza, il cielo che si copre di nubi e al contempo cerca di
rasserenarsi, si percepisce il freddo dell’anima, la neve
non accenna a sciogliersi, l’inverno della memoria non vuole lasciare il passo
alla primavera della rinascita.
L’impatto visivo con questa grande
tela è devastante, quando si considera Kiefer uno dei più grandi pittori degli
ultimi decenni (forse l’ultimo, finora, grande artista) ci si riferisce alla
capacità di esprimere le più intense emozioni, le sensazioni più disparate, con
una tecnica che elude ogni concezione conosciuta.
Norimberga come detto è una città
storicamente importante in Germania, per secoli è stata il fulcro, il centro
dove convertivano le imprese artigiane più importanti d'Europa. In questo
dipinto, la città stessa si staglia scura in lontananza, come a prendere
possesso del terreno che le si srotola dinnanzi. Proprio questo campo, che
Anselm Kiefer illustra con cumuli di paglia e colori acrilici, doveva, secondo
Adolf Hitler, rappresentare la grandezza del Terzo Reich ma che alla fine ne ha
esibito la miseria.
Doveva essere un simbolo e simbolo è
diventata, ha cambiato il senso di marcia accompagnando quello della storia, ha
assunto una valenza definitiva, da vessillo della grandezza arbitraria e
oppressiva a bandiera di qualcosa che non ha ancora preso la forma definitiva.
I fantasmi in questo campo sono tanti, rappresentati da nomi
su cartoncino ormai per lo più illeggibili. Norimberga viene mostrata come un
luogo della memoria, un luogo di resa dei conti, un campo non ancora pronto per
essere riseminato.
In nome Norimberga fa pensare immediatamente al Processo, che a sua volta ci rimanda agli orrori perpetrati da quelle persone processate. Il quadro rappresenta bene quel senso di vuoto, tristezza che aleggia dai primi piani allo sfondo.
RispondiEliminaNorimberga nella realtà, dalle immagini che ci rimanda la rete, è una città colorata e viva. Saluti belli.
sinforosa
Ciao Sinforosa, la città oggi si presenta nel suo splendore, il tempo ha "coperto" le sensazioni di allora con nuove percezioni, Kiefer è andato molto in profondità svelando quello che la città ha rappresentato nella storia.
EliminaLa Germania, al contrario dell'Italia, ha fatto, o almeno ci ha provato, i conti con il passato, questo però non deve impedire alla memoria di essere sempre presente.
Il campo del dipinto non è la rappresentazione di Norimberga ma quello che il nome della città vuole significare.
Grazie, buona serata.
È davvero molto intenso, poi spiegato da te ancora di più.
RispondiEliminaGrazie delle tue proposte. Sempre interessanti
Kiefer ha realizzato un "pensiero" dando vita ad una intensa rappresentazione, quando l'ho definito uno dei più grandi artisti degli ultimi decenni non penso di aver esagerato, quest'opera lo dimostra.
EliminaGrazie mille Alberto, buona giornata.
Buongiorno Romualdo. Un artista di grande profondità. Inutile aggiungere altro. Forse un pizzichino cupo per i miei gusti ma è davvero molto bravo. Grazie.
RispondiEliminaLa cupezza di Kiefer calza perfettamente con il pensiero che trasmette in quest'opera, la capacità di rendere partecipe l'osservatore lo definisce un grande artista al di là della tecnica, tutt'altro che scontata.
EliminaGrazie a te Pia, buona serata.
Un dipinto esemplare che vuole rappresentare l'enormità perpetrata in un'epoca infausta. Un qualcosa cui sembra possiamo di nuovo andare incontro senza nessuna vergogna. E Kiefer sembra voler, magistralmente, metterci in guardia.
RispondiEliminaCosa aggiungere Franco alle tue parole, la memoria è un lusso, non perché non se la possono permettere ma perché sembra non interessare a nessuno, i risultati sono sotto i nostri occhi quotidianamente, questa e altre numerose opere che cercano di mantenere alta l'attenzione cadono miseramente nel dimenticatoio.
EliminaGrazie, buona serata.
Penso sia uno di quei luoghi in cui senti la storia gravarti sulle spalle. Una città in cui la meditazione sul nostro passato ma anche sul nostro avvenire sorge quasi naturale. Buona settimana a te.
RispondiEliminaBuongiorno Fabio, il peso di un passato che non dobbiamo dimenticare e un monito alle generazioni future, tutto sembra "pesante", il dipinto di Kiefer riesce perfettamente a trasmettere queste sensazioni che tu hai colto immediatamente.
EliminaGrazie, buona giornata.