La Basilica superiore di Assisi, la Cappella degli Scrovegni a Padova, questi cicli di affreschi sono l’apice della concezione artistica e della fama di Giotto di Bondone.
Santa Maria Novella, Firenze, 1290-1295 - Tempera e oro su tavola - 578×406 cm
Il
pittore toscano non ha certo bisogno di presentazioni, è sicuramente l’artista
che ha dato una delle svolte fondamentali (forse la più incisiva) alla storia
dell’arte, è senza dubbio colui che ha dato vita alla pittura moderna, una
visione artistica che mette l’uomo al centro del “quadro”, metaforicamente e
non.
Se i
due esempi fatti precedentemente sono l’essenza della pittura di Giotto non da
meno sono in quatto crocifissi lignei che ad oggi possiamo ammirare. I grandi
dipinti su tavola realizzati tra il 1290 e il 1315 sono distribuiti in tre
città italiane, due a Firenze, Padova e Rimini.
Opere
di grandi dimensioni, la più grande a Firenze supera i cinque metri, raccontano
la crocefissione di Cristo ma mettono in risalto il lato “umano” del figlio di
Dio, la sofferenza, il sacrificio, la morte (quest’ultima rende definitivamente
Gesù parte dell’umanità.
La
struttura dei crocifissi è simile anche se, per motivi diversi, hanno una costruzione
unica, il dipinto di Rimini, sito dietro l’altare nel Tempio Malatestiano è
quello che presenta le maggiori “assenze” dovute allo “spacchettamento” dell’opera,
oltre ai dolenti, che negli altri
crocifissi appaiono ai lati del patibulum, anche la raffigurazione del Cristo Redentore,
che aveva collocazione alla sommità della croce, è assente (quest’ultima è
parte di una collezione privata londinese).
Le
immagini dei crocifissi a seguire rispettano l’ordine cronologico, da notare il
volto di Cristo dove l’espressione di dolore aumenta con il trascorrere degli
anni nella realizzazione di Giotto, un esempio della consapevolezza del pittore
nella ricerca di una dimensione sempre più terrena.
Tempio malatestiano Rimini, 1301 – 02 – Tempera e oro su tavola - 430x303 cm
Musei degli Eremitani Padova. 1303 – 05 – Tempera su tavola - 223x164 cm
Chiesa di Ognissanti, Firenze, 1315 ca. – Tempera e oro su tavola - 468x375 cm
Devo ammettere che la Cappella degli Scrovegni mi ha trasmesso emozioni comparabili a quelle provate davanti al Cenacolo o ammirando la Cappella Sistina.
RispondiEliminaGli affreschi della Cappella degli Scrovegni non hanno nulla da invidiare a qualsiasi opera al mondo, hanno un fascino e un magnetismo unici.
EliminaI crocifissi hanno senz'altro un impatto visivo ed emotivo inferiore, sono però l'esempio del "passo avanti" che l'arte ha fatto in quegli anni.
Grazie Franco, buona giornata.
io ho trovato tristissima la visita alla cappella degli scrovegni. Ci potresti passare una giornata e dopo pochi minuti ti fanno uscire... è così frustrante. Sono piuttosto ignorante in arte, non so spiegarlo meglio di così, ma giotto ti entra dentro come pochi. Lo vedi e lo senti subito, da lontano.
RispondiEliminaÉ l'altro lato della medaglia, la bellezza, l'intensità (dici di essere ignorante d'arte ma hai ben chiara la profondità che raggiunge) sono ostacolate dalla frenesia delle visite, l'afflusso enorme di gente impedisce una fruizione ottimale, d'altro canto l'obbiettivo non è quello di dare vita ad un'esperienza artistica ma di monetizzare il più possibile.
EliminaBasta uno sguardo, all'insieme della Cappella Scrovegni, e siamo catapultati in un mondo "altro", pensiamo a quale sarebbe l'esperienza se ci fosse il tempo di godere della meraviglia che, al contrario viene centellinata.
Grazie Alberto, Buona serata.
difficile commentare le opere o in questo caso così sublimi di Giotto.Mi colpisce e pur avendole viste parecchie volte, la mutevolezza del dolore nel viso del Cristo. Straordinario.
RispondiEliminaGrazie come sempre Romualdo caro!
Difficile descrivere in poche frasi il valore artistico e, soprattutto, la valenza storica, l'importanza fondamentale del concetto di Giotto proiettata nei secoli successivi.
EliminaGrazie a te Nella carissima, buona serata.
Che opere stupende! Oltre alle immagini del Cristo crocifisso ho ammirato le croci. In modo particolare quelle esposte al Museo degli Eremitani a Padova e nella Chiesa di Ognissanti a Firenze mostrano un lavoro d'intarsio notevolissimo.
RispondiEliminaGrazie Romualdo per questa bellissima presentazione.
Ciao Gianpiera, nel tempo si è evoluta la tecnica del pittore toscano, mentre il Cristo si faceva sempre più "uomo" la visione delle croci si apriva a nuove concezioni, il quarto di secolo che separa i due dipinti di Firenze ci mostra la dinamica evolutiva di Giotto, l'unico crocifisso che non ci permette un'osservazione completa è quello di Rimini, anche se incompleto sembra più vicino al precedente che ai successivi.
EliminaGrazie a te per lo spunto molto interessante, buona serata.