Nel silenzio più assoluto dei mezzi di (dis)informazione se ne è andato a 84 anni Antonio Paolucci, storico dell’arte e divulgatore in grado di appassionare chiunque avesse avuto l’occasione di seguire le sue disamine storico artistiche.
Antonio Paolucci all'interno della Cappella Sistina |
Soprintendente
nelle maggiori città d’arte italiane, Venezia, Mantova, Brescia, fino alla direzione dell’Opificio delle Pietre
Dure a Firenze ed in seguito direttore del polo museale fiorentino e direttore
dei Musei Vaticani.
Ma
non è certo il suo curriculum che mi spinge a ricordarlo, parecchi anni fa ebbi
l’occasione di seguire una sua (televisiva, perché allora qualcosa di
interessante la televisione la ancora
faceva) lezione dedicata a Tiziano, a colpirmi non fu tanto il pittore di Pieve
di Cadore quanto il modo in cui Paolucci guardava un’opera d’arte.
Le
Parole dello storico riminese hanno da allora accompagnato la mia visione dell’arte,
il mio modo di osservare, approfondire, comprendere l’opera.
Laureato
nel 1964 con Roberto Longhi, Paolucci era un conoscitore e appassionato dell’arte
antica, la statuaria greco romana, la pittura medievale, il rinascimento, non l’ho
mai sentito argomentare riguardo l’arte del novecento ne tantomeno quella
contemporanea, a me cara, ma gli insegnamenti che mi ha regalato hanno una
valenza che va al di là del tempo.
Spesso
non condividevo alcune sue posizioni, naturalmente nel limite delle mie
competenze, ma è la sua passione, che emergeva ad ogni conferenza, intervista o
lezione, che mi ha affascinato, quella passione che mi accompagna ovunque,
davanti ad un crocifisso di Giotto cosi come di fronte ad una scultura di
Kapoor.
In
un’intervista di qualche anno fa gli chiesero come immaginava il paradiso,
rispose che lo immaginava come l’insieme dei musei in cui aveva lavorato, circondato
dalle infinite opere d’arte che contenevano …
Non lo sapevo. Davvero una grande perdita. Credo di aver visto anch'io la sua lezione su Tiziano. Mi dispiace molto. Grazie per la notizia riportata. Ciao Romualdo.
RispondiEliminaNon è che giornali e TV abbiano fatto molto in proposito.
EliminaSe hai avuto l'occasione di ascoltarlo, anche solo una volta, avrai compreso il senso della "bellezza" che sapeva raccontare.
Grazie a te Pia, buona giornata.
Certo c'ho l'ho ascoltato. Sì è vero. Ripeto, grande perdita. 😘
EliminaChe tu l'avessi ascoltato era ovvio, il mio era un modo di dire, era generico anche se stavo rispondendo al tuo commento (ammetto che un po' di confusione l'ho fatta🤔😉).
EliminaUna perdita è vero, l'importante è che non vada perso tutto quello che ci ha lasciato.
Un abbraccio.
Sembrava avesse parlato ogni volta con l'autore. Ricordo quando esprimeva le perplessità di Michelangelo alle prese con la Cappella Sistina, ed era come se lo stesse intervistando, in diretta, e noi a goderci quattro chiacchiere in confidenza. Di quelle persone in grado di trasmettere passione. Grazie Romualdo!
RispondiEliminaBravissimo Franco, quando parlava di un artista dava l'impressione che lo conoscesse personalmente, che avesse condiviso pensieri ed emozioni, raccontava la vita di Michelangelo come se fosse stato presente, dividendo con lui ogni singolo istante, un autentico viaggio nel tempo.
EliminaGrazie a te, buon pomeriggio.
Ciao, Romualdo. Ricordo Antonio Paolucci, lo seguivo nei suoi percorsi d'arte. Persona coltissima e divulgatore garbato e preciso. Mi dispiace per la sua scomparsa. Ed è vero, non piace neanche a me che non se ne sia parlato.
RispondiEliminaCiao Luz, bella la tua definizione "garbato", in un mondo dove regna l'urlo e lo sproloquio (purtroppo anche nel mondo dell'arte) Paolucci sapeva ammaliare con la sua raffinata cultura, lui se ne è andato ma continueremo ad arricchirci con le sue preziose "lezioni".
EliminaTemo che le priorità delle masse frenetiche siano altre, i media ne assecondano le necessità, cosi facendo assecondano anche le proprie.
Grazie per aver lasciato il tuo pensiero, buona serata.