Le copertine degli album realizzate da grandi artisti sono opere d’arte in quanto tali o per il semplice motivo che sono state “disegnate” da un artista?
L’immenso
mondo delle copertine dei vari LP ci ha regalato perle di valore assoluto,
molte sono entrate nella storia per ciò che gli album hanno rappresentato,
altre per l’immagine che diventa icona indipendentemente dal disco.
Per
dare un giudizio globale dovremmo scandagliare l’intero panorama musicale da
decenni a questa parte, cosa complessa soprattutto per quello che un LP
rappresenta per ognuno di noi.
Trascuriamo
per un momento l’insieme prendendo in considerazione un piccolo “spezzone” dei
questo vasto mondo, ho scelto a caso (più o meno) alcune opere realizzate da
artisti che hanno scritto la storia dell’arte degli ultimi 60 70 anni.
Lasciamo
da parte le celebri copertine di Andy Warhol, dalla “banana” dei “The Velvet
Undergound & Nico” al famosissimo album degli Stones, in questo caso le
copertine sono opere d’arte in quanto hanno trasmesso una visione fino ad
allora mai presa in considerazione.
Altri
sono i casi da prendere in considerazione, quand'è che il nome dell’artista orienta
lo spettatore? Quanto, al contrario, l’opera riesce ad andare oltre il nome che
l’ha creata?
Ne propongo alcune dandone una personalissima interpretazione, lettura che si slega (operazione non proprio corretta) da ciò che il disco ci offre.
Prendiamo ad esempio
Damien Hirst, con “Ali in the Jungle” dei The Hours sembra ricalcare uno schema già visto e
riproposto in tutte le salse, con “I’m With You“, dei Red Hot Chili
Peppers sa, al contrario, andare al di là dei suoi
schemi abituali, pur rimanendo fedele ai suoi dettami.
Poco
originali “Artpop” di Lady Gaga realizzato da Jeff Koons, sembra eseguire lo schema pseudo artistico del periodo "Staller", e “Think Tank” dei Blur
ad opera di Banksy che copia sé stesso per l’ennesima volta.
“Let’s
Dance” di David Bowie è lo specchio di
Keith Haring, un marchio di fabbrica per un artista che a causa della precoce
scomparsa non ha potuto evolvere il proprio sguardo artistico, resta l'impronta iconica, sicuramente legata a quegli anni ma che è entrata nell'immaginario collettivo.
Andres Serrano artista di primissimo piano che con “Load” dei Metallica ricalca una controversa tecnica che
mischia il sacro con il profano, anche in questo caso copertina d’effetto ma l’idea
non è innovativa, inoltre sembra autocelebrarsi senza prendere in
considerazione ciò che dovrebbe rappresentare.
Molto
interessante “Live in Shanghai” di Day
& Taxi dove Ai Weiwei riesce a trasmettere la sensazione di un ribaltamento
apparente che a prima vista non si percepisce.
Robert
Mapplethorpe con “Night Work” degli Scissor Sisters si perde tra la
provocazione sensazionalistica (che in fondo non è riuscita) e il tentativo di
dare vita a qualcosa di nuovo (anche in questo caso non sembra riuscirci)
peccato perché sembrerebbe giusta la strada intrapresa.
Con “One
Hit (To The Body)” dei Rolling Stones Francesco Clemente emerge con prepotenza,
esteticamente efficace, mantiene un equilibrio complesso reggendo il peso degli
Stones, potrebbe sembrare ininfluente ma certi nomi si sentono eccome.
Chiudo
con “By the Way” dei Red Hot Chili Peppers opera di Julian Schnabel, visivamente forse la
copertina più “bella” (con tutte le virgolette del caso) tra quelle proposte,
probabilmente quella che più rappresenta lo stile del gruppo o del cantante,
veri “padroni del disco.
Queste
mie interpretazioni si elevano (o si abbassano) staccandosi dai brani inclusi
nei vari album, si tratta solamente di un piccolo viaggio in un mondo che vede
incrociarsi l’arte della pittura, della fotografia e, naturalmente, della
musica.
“Ali in the Jungle” The Hours – Damien Hirst |
I’m With You“ Red Hot Chili Peppers - Damien Hirst |
“Artpop” Lady Gaga - Jeff Koons |
“Think Tank” Blur - Banksy |
“Let’s Dance” David Bowie – Keith Haring |
"Load" Metallica - Andres Serrano |
“Live in Shanghai” Day & Taxi - Ai Weiwei |
“Night Work” Scissor Sisters – Robert Mapplethorpe |
“One Hit (To The Body)” The Rolling Stones – Francesco Clemente |
“By the Way” Red Hot Chili Peppers – Julian Schnabel |
Leggendo la mente è volata senza indugio alle decine di copertine di uno dei più grandi gruppi di rock progressive della Storia, gli Yes, disegnate tutte dal britannico Roger Dean. Immagino che tu conosca.
RispondiEliminaDean è un grandissimo, non l'ho menzionato perché è conosciuto soprattutto per le copertine, degli Yes e non solo, gli altri che cito nel post sono "prestati" alle copertine, sono celebri per altro.
EliminaIl mondo dei "volti" dei dischi è immenso e sono numerosi gli illustratori, fotografi, grafici, che hanno dato il loro contributo.
Grazie, buona domenica.