De La Tour mette in
scena un soggetto tra i più comuni nella storia dell’arte, soggetto che mette
in luce il rapporto tra padre e figlio, unione che va al di là del legame “fisico”,
ad emergere è un’affinità più “alta”.
Il pittore francese
però sa andare oltre la canonica rappresentazione, celebre per i suoi favolosi “giochi”
di luce da vita ad un intenso momento appartenente alla quotidianità.
San Giuseppe sta
lavorando ad una trave, inutile cercare altrove, il riferimento alla croce che
diverrà il simbolo della passione del figlio è evidente (o quantomeno non
possiamo ignorarlo) mentre Gesù lo aiuta illuminando il luogo di lavoro.
Padre e figlio,
Giuseppe e Gesù, il rischio di una banalizzazione simbolica è grande, se ci
concentriamo sulla scena prendendo in considerazione solo il concetto religioso
emergono determinate linee interpretative, al contrario se spostiamo il tutto
in una più ampia visione ad emergere è lo “spirituale” che lega un padre ad un
figlio.
Il genitore ha il
dovere di “illuminare” la propria progenie ma è quest’ultima che offre la
spinta, che dona la forza, al padre perché questa “illuminazione” abbia un
senso.
Indipendentemente
dal punto di vista da cui parte la nostra personale osservazione è innegabile
che il fulcro del quadro lo troviamo oltre i soggetti, è il “lume di candela”
ad ergersi a protagonista, il talento di de La Tour spicca in tutto il suo
splendore. Considerazione quest’ultima che avrebbe fatto estremamente piacere
al pittore che, dalle poche fonti disponibili, sembrava essere tutt’altro che
affabile e particolarmente presuntuoso.
Ma il lato caratteriale
del nostro Georges in questo momento interessa relativamente, quest’opera,
estremamente suggestiva, parla da sola, quale sia il messaggio che raggiunge
ogni singolo spettatore non possiamo saperlo (ognuno conoscerà il proprio)
resta il capolavoro che non si ferma alla luce e alle ombre, si spinge fino
alla costruzione della scena e ad un concetto che va ben al di là del pensiero
comune.
Bellissimi giochi di luce ed ombra, anche se trovo anomalo l'equilibrio tra le due candele..
RispondiEliminaLa candela è una, la fiamma e il fumo che salgono danno l'impressione che la candela si sdoppi.
EliminaMolto bello, ben giocato con armonia tra luce ed ombra. Ma trovo particolarmente bello il senso di intimità che è riuscito a trasmettere, una sorta di reciproco scambio tra padre e figlio
RispondiEliminaCiao Alberto, è proprio questo il fulcro del dipinto, l'unione spirituale tra i due protagonisti, la tecnica, seppur eccelsa, viene in secondo piano.
EliminaGrazie, buona giornata.