La
narrazione in un brano spesso scaturisce dal testo, sono molteplici i casi dove
ad accompagnare la melodia appare lo “scritto” che da vita ad un autentico
racconto.
Torniamo
alla narrazione ma andiamo oltre il testo (a seguire vi propongo una
traduzione) e concentriamoci sulla musica, penso che sia qui che la già citata
“narrazione” prende vita con sembianze diverse, il corpo musicale è una storia, un magnifico
percorso che si snoda tra le variazioni di ritmo, tra i saliscendi musicali
dove il suono intenso e “pulito” delle percussioni di Pick Withers (che a breve
lascerà il gruppo) accompagna, o guida, gli altri strumenti fino ai favolosi assoli di chitarra di Mark Knofler alle "incursioni delle tastiere di Alan Clark.
Il
brano è particolarmente lungo, poco più di 14 minuti, e può scoraggiare un ascoltatore abituato alla
frenesia, anche musicale, che ha contaminato il nostro tempo, ma se abbiamo un po’
di pazienza ci accorgiamo che il racconto
(musicale) si sviluppa col passare dei minuti fino all’epilogo che ci lascia
senza fiato, svuotati, senza energie.
L’effetto naturalmente non è scontato, le possibilità di non provare, non notare, niente di simile
sono molte, dopotutto l’arte, anche quella musicale, è soggettiva, non sempre
si riesce a dare vita ad un confronto, non sempre avviene il contatto.
La strada del telegrafo
Molto tempo fa arrivò un uomo su un sentiero
camminando per trenta miglia, con uno zaino in spalla
e mise a terra il suo bagaglio dove pensò che fosse un buon posto
costruì una casa in quel luogo selvaggio.
Costruì una capanna e la adatto per affrontare l’inverno
e arò il terreno lungo la gelida riva del lago
e altri viaggiatori giunsero cavalcando lungo il sentiero
e non andarono oltre, e non tornarono indietro.
Poi arrivarono le chiese, poi arrivarono le scuole
poi arrivarono gli avvocati, e poi arrivarono le regole
poi arrivarono i treni e i camion con i loro carichi
e il vecchio sentiero polveroso divenne la via del telegrafo.
Poi arrivarono le miniere, poi vennero i minerali da estrarre
poi ci furono i tempi duri, e poi ci fu una guerra
il telegrafo cantava una canzone sul mondo là fuori
la via del telegrafo diventava così profonda e ampia come un fiume impetuoso.
E la mia radio dice che stanotte gelerà
la gente guida verso casa dalle fabbriche
ci sono sei corsie di traffico
tre si muovono lentamente.
Mi piaceva andare al lavoro, ma l’hanno chiuso
ho il diritto di andare al lavoro
ma non c’è lavoro da trovare, qui
sì, e dicono che dovremo pagare quanto dobbiamo.
Dovremo raccogliere i frutti dei semi che sono stati seminati
e gli uccelli lassù sui fili ed i pali del telegrafo
possono sempre volar via da questa pioggia e da questo freddo
puoi sentirli cantare il loro codice telegrafico, per tutta la strada lungo la
via del telegrafo.
Sai, potrei dimenticare presto, ma ricordo quelle notti
quando la vita era solo una scommessa su una corsa fra le luci
poggiavi la testa sulla mia spalla
mi passavi una mano fra i capelli.
Ora ti comporti in modo un po’ più freddo
come se non te ne importasse
ma credi in me, tesoro, e ti porterò via
fuori da questa oscurità e dentro la luce del giorno.
Via da questi fiumi di fanali, questi fiumi di pioggia
via dalla rabbia che vive sulle strade con questi nomi
perché ho bruciato ogni semaforo rosso sul viale dei ricordi
ho visto la disperazione esplodere in fiamme e non voglio vederla di nuovo.
Via da tutti questi cartelli che dicono
– Spiacenti, siamo chiusi –
per tutta la strada lungo la via del telegrafo.
Musicalmente nasco progressive, i Dire Straits hanno una loro imprescindibile tonalità e una timbrica di fabbrica che li ha sempre contraddistinti. Ecco, forse questa "monotonia" di fondo, intesa come "confort zone", non mi ha mai permesso che impazzissi al loro ascolto. Dallo stesso album prediligo decisamente Private Investigations. Comunque, come giustamente sottolinei, la soggettivià, in arte come in musica, regna sovrana, su questo non si discute ;)
RispondiEliminaCiao Franco, Private Investigations è, musicalmente, un brano stupendo e decisamente più complesso, necessita di una "concentrazione" assoluta e al contempo non dobbiamo opporre resistenza, i fraseggi di Knopler alla chitarra classica e il basso di Illsley si fondono con il pianoforte di Clark, il risultato è un viaggio quasi surreale.
EliminaA differenza di Telegraph road non c'è narrazione, nel senso che è più lineare, non cerca un filo conduttore, non serve, è come la corrente, basta lasciarsi trasportare.
Grazie, buona giornata.
Ascolto questo brano fin da bambina. Mio padre e i miei zii ascoltavano spesso i Dire Straits, a tal punto che me ne sono innamorata anch'io. Questo brano è un capolavoro, una vera opera d'arte e il finale è pazzesco. Ti dico che nel video del mio battesimo girato dalla mia famiglia, il cosiddetto filmino, in sottofondo si sente questo brano. Si può dire che sono stata allattata con la musica dei Dire Straits :D
RispondiEliminaSappiamo quanto sia importante, direi fondamentale, il periodo dell'allattamento, se questo avviene con la musica degli Straits... il più è fatto.
EliminaLa fama di questo gruppo ha toccato il suo apice con Romeo and Juliet (non il loro lavoro migliore) se penso agli assoli di Knopfler penso al live (Alchemy) di Sultano of swing, ma è con questo album che il livello qualitativo raggiunge il top, e questo pezzo ne è il simbolo.
Grazie Caterina, buon pomeriggio.
Hai ragione quando parli di soggettività nell'arte. Io non amo i Dire Straits, non sono mai riuscita a farmi coinvolgere dalla loro musica, e, sono altri i miei riferimenti in campo musicale. Ma questo e Romeo and Juliet ad esempio, pur essendo diversi (ma anche no), mi catturano. Capolavori.
RispondiEliminaSeguo i Dire Straits dal lontano 1978 e dall'album d'esordio che porta il loro nome (album non eccelso che però include Sultans of Swing, brano iconico) sono durati poco, nei primi anni novanta sono scomparsi anche se continuo ad ascoltare Mark Knopfler da solista.
EliminaMentre Romeo and Juliet, e l'intero album "Making Movies", esaltavano l'ascesa del gruppo, con "Love over gold" si raggiunge la maturità, maturità che si evidenzia con "Brothers in arms" ma che registra l'inizio della discesa.
Non ho un genere, un artista, preferito (ad eccezione forse di Battiato) il mio arco musicale va dagli Shadow fino ai R.E.M passando per tutto ciò che ci sta in mezzo, mi focalizzo più sui brani, indipendentemente dall'autore o dall'esecutore, perle assolute circondate da grandissimi capolavori.
Grazie Mariella, buon fine settimana.
Buongiorno Romualdo!
RispondiEliminaConosco i Dire Straits solo per la loro musica e il chitarrista più grande che abbia mai ascoltato...
Mi è piaciuto tanto di come tu ci abbia scritto di loro. Si legge tutto il tuo gradimento. In particolare nei riguardi di questo brano forte in musica e parole.
Hai ragione. La musica è grandemente soggettiva. Molti potrebbero non aver provato le stesse tue emozioni e tanti si potrebbero anche stancare del pezzo che sembra non finire mai...
Ma non è il mio caso. 😉
Grazie, ora vado ad ascoltare.
Ciao Pia, non so se sia il più grande chitarrista, sicuramente è tra i migliori.
EliminaHo amato questo gruppo da subito anche se la loro produzione è piuttosto limitata, restano grandi brani, come questo, che ascolto e riascolto senza mai stancarmi.
Conosco alcune persone che pur apprezzando i Dire Straits non riescono a fare altrettanto per Telegraph Road proprio per la lunghezza, temo, soprattutto per i più giovani, che non ci sia più la capacità di restare "concentrati" per troppo tempo.
Buon ascolto, grazie e buona giornata.