Autore: Vincent Van Gogh
(Zundert, 30 marzo 1853 – Auvers-sur-Oise, 29 luglio 1890)
Titolo dell’opera: Salici al tramonto, 1888
Tecnica: Olio su tela
applicata su cartone
Dimensioni: 31,5 cm x 34,5 cm
Ubicazione attuale: Köller-Müller Museum, Otterlo
“… mi trovo in uno
stato febbrile, dipingo senza sosta e non ho il tempo neppure per mangiare …”,
cosi Vincent Van Gogh racconta il suo stato d’animo in una lettera inviata al
fratello Teo.
Siamo in Provenza
nell’autunno del 1888 (per la precisione a settembre) e Vincent descrive il paesaggio, o più precisamente la
sua percezione del paesaggio, in quei giorni.
Inoltre nella
lettera il pittore sostiene di essersi reso conto che disegnare con il
carboncino sulla tela è praticamente tempo sprecato “ … se si vuole un buon
disegno lo si deve eseguire direttamente con il colore”.
Secondo alcuni
storici questo è uno dei pochi periodi di estrema felicità creativa, osservando
questo dipinto lo stato d’animo di Vincent non sembra particolarmente felice,
euforico forse ma fondamentalmente tormentato.
Il sole trasmette la
propria energia a tutto il quadro, la forza sembra devastante e la linea
azzurra del corso d’acqua non attenua, se non impercettibilmente, l’ondata
invasiva.
I salici spogli con
i rami che si allungano verso l’alto quasi a chiedere aiuto, la vegetazione folta
“prende” le sfumature cromatiche dell’autunno ma lo fa con estrema sofferenza.
Naturalmente sono i
tre alberi al centro della scena, non tanto perché citati nel titolo quanto per
la presenza nel dipinto, entità spirituali investite da e di qualcosa di troppo
grande.
Un reticolo di
linee che cercano una fuga in verticale, tutto sembra dirigersi verso l’alto, a
controbilanciare questo frenetico esodo c’è la linea orizzontale del fiume che
però, come sottolineato sopra, non riesce ad attenuarne la potenza.
Non riesco a
“vedere” quella sensazione di felicità che alcuni hanno notato, conosciamo le
vicissitudini psicologiche di Van Gogh e la continua ricerca di un mondo ideale
che tale è sempre rimasto, la felicità in questo dipinto è l’obbiettivo che,
per svariati motivi, non è mai stato raggiunto.
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