Autore: Kazimir Severinovič Malevič
( Kiev 1879 - Leningrado 1935 )
Titolo dell’opera: Autoritratto, 1933
Tecnica: Olio su tela
Dimensioni: 70cm x 66 cm
Ubicazione attuale: Museo Russo, San Pietroburgo
Sono pochi gli
autoritratti realizzati d Malevič nel corso della sua carriera e
prevalentemente eseguiti agli inizi del suo percorso artistico.
Il pittore ucraino
ha sempre cercato l’evoluzione di stile e concetto attraverso continue
sperimentazioni fino al raggiungimento dell’apice ideale con Quadrato nero su fondo bianco.
L’ascesa del comunismo, in particolare con l’avvento di Stalin, impedisce ogni libertà “artistica” che
non vada nella direzione “realista”, ogni altra forma è ritenuta “degenere”,
termine utilizzato in seguito anche dal regime nazista di Hitler.
Superato, o
obbligato al superamento, il suprematismo, Malevič torna ad una pittura
figurativa ma non senza i messaggi, più o meno celati, del passato.
Nel 1933 l’artista
entra in un tunnel che o porterà alla morte due anni dopo, alle pressioni “politiche”
si aggiunge la malattia che lo accompagnerà fino alla fine.
Nasce cosi quello
che è un sunto del pensiero di Malevič, un autoritratto che è tale solo nel
titolo ma che spazia nel tempo artistico e storico.
Prendendo ad
esempio gli autoritratti di Dürer, si raffigura nei costumi del Doge di Venezia,
nega ogni forma sullo sfondo (ecco che riappare il suprematismo) eliminando
ogni possibilità di distrazione, tutto si concentra sulla sua figura. Con quest’opera
si mette sullo stesso livello dei maestri rinascimentali, fino a riprodurre l’effetto
dell’affresco sulla tela.
Ma sono due i
particolari che fanno la differenza rispetto ad un canonico ritratto, il
quadrato nero su fondo bianco in basso a destra che a tutti gli effetti resta
il concetto fondante del pensiero di Malevič, e che ne diviene la firma, il
sigillo finale.
L’altro particolare
è la posizione della mano destra che pur non sostenendo niente idealmente sorregge
il quadrato nero, aggirando visivamente le restrizioni del regime senza però
rinunciare al proprio credo.
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