Autore: Alberto Burri
Titolo
dell’opera: Sacco – 1954
Tecnica: Tela
ruvida, lino, olio e oro su tavola
Dimensioni:
33 cm x 38 cm
Ubicazione attuale: Collezione privata
Materiali consumati
dal trascorrere del tempo e destinati ad essere buttati, a trasformarsi
in rifiuti.
Burri li raccoglie,
scarti lacerati e in disfacimento vengono ricuciti e dipinti e benché ancora in
condizioni tutt’altro che ottimali, riprendono vita.
Forse l’esperienza
di medico nell’esercito durante la seconda guerra mondiale, dove giornalmente
si confrontava con feriti di ogni genere tra bende insanguinate e lacerazioni
di qualsiasi “forma” e gravità, ha contribuito all’influenza della futura
carriera artistica.
Il materiale
grossolano e le cuciture sommarie aggiunte ai vistosi strappi creano un
confronto-scontro tra la bellezza della ricostruzione e il decadimento dei
materiali stessi.
Chi si accinge a “guardare”
quest’opera ne può essere disorientato, le reazioni vanno dallo sdegno iniziale
al desiderio di comprenderne il significato, è comunque quasi impossibile
restarne indifferenti.
Beh, sì, sapendo dell'esperienza di cui parli pare inevitabile che abbia influito su certe scelte di materiali e colori... i tuoi piccoli preziosi post aiutano sempre a restare un po' meno disorientati!
RispondiEliminaCiao Anna, ogni piccola o grande informazione influenza l'interpretazione di un'opera.
EliminaIn questo caso sapere del passato da medico impegnato in guerra modifica completamente la percezione che si ha davanti al quadro.
Grazie, sei sempre gentilissima.
Buona serata.
l'impatto emotivo è notevole. ecco uno di quei casi in cui l'arte ha una funzione filosofica e stimola nello spettatore tante domande.
RispondiEliminaCiao Marina, hai perfettamente ragione, l'obbiettivo è mostrare l'indefinito e spingere chi osserva a porsi determinati interrogativi, affrontare l'opera per comprenderne l'essenza evitando di subirla passivamente.
EliminaGrazie, buona serata.