Autore: Renè Magritte
Titolo dell’opera: L’impero delle luci – 1953-54
Tecnica: Olio
su tela
Dimensioni: 195,4
cm x 131,2 cm
Ubicazione
attuale: Peggy Guggenheim Collection, Venezia.
«Nell'
"Impero delle luci" ho rappresentato due idee diverse, vale a dire un
cielo notturno e un cielo come lo vediamo di giorno. Il paesaggio fa pensare
alla notte e il cielo al giorno. Trovo che questa contemporaneità di giorno e
notte abbia la forza di sorprendere e di incantare. Chiamo questa forza poesia».
(Renè Magritte)
Difficile aggiungere
altro alle parole del pittore francese, se non l’incredibile effetto che
l’insieme della notte e del giorno creano agli occhi dell’osservatore.
In primo piano un
laghetto antistante una casa illuminata dalla tenue luce di un lampione, due
finestre con le persiane aperte mostrano l’interno illuminato mentre fuori il
buio avvolge parzialmente il maestoso albero posto davanti alla casa e il
boschetto dietro l’abitazione.
Spicca il contrasto tra
questo scorcio notturno è il cielo azzurro cosparso di leggere nuvole bianche,
è evidente che il paesaggio sullo sfondo è diurno anche se il confine non
appare definito soprattutto al primo sguardo.
L’artista fonde le due
sensazioni: più positiva quasi radiosa quella dovuta alla luminosità del sole
che si contrappone al sentimento di turbamento e angoscia che quasi
naturalmente è associato all’oscurità.
Quella descritta qui è
una delle quattro versioni della serie “L’impero delle luci”, una è precedente
realizzata nel 1950 e conservata nel Museum
of Modern Art di New York, l’altra è esposta al Musèe Royaux des Beaux-Arts in Belgio ed è datata 1954, la quarta è
realizzata nel 1967 e fa parte di una collezione privata.
Magritte fa suo il metodo
conosciuto come ossimoro, cioè
l’utilizzo di una figura retorica che mostra nello stesso istante due concetti
opposti, la costruzione dell’opera raffigura la tipica composizione dei sogni,
dove il sogno stesso rappresenta l’essenza dell’animo umano.
A volte può capitare una situazione di luce simile, anche se non così estrema ovviamente. E se capita passeggiando e vien voglia di scattare una fotografia son guai! Bisogna fare una scelta, rinunciare a qualcosa, o essere bravi ad impostare la macchina e/o elaborare l'immagine a computer. Il pennello invece, anche in situazioni estreme, è una bacchetta magica!
RispondiEliminaCiao Anna, bello l'accostamento pennello-bacchetta magica, hai ragione con il pennello si possono creare situazioni altrimenti impossibili. Si riesce ad andare oltre la logica, è la grandezza della pittura.
EliminaGrazie Anna, buona giornata.
Caro Romualdo, io non solo dire che è molto bello!!!
RispondiEliminaTomaso
Ciao Tomaso, un dipinto che può lasciare indifferenti o ipnotizzare con l'azzardo "illogico", Magritte fa leva sulla realtà descritta in modo "assurdo" e, paradossalmente irreale.
EliminaBuon sabato.