Autore: Francis Picabia
Titolo dell’opera: Parade amoureuse – 1917
Tecnica: Olio su tela.
Dimensioni: 96,5 cm x 73,5 cm.
Ubicazione attuale: Collezione privata
Non ci sono segni evidenti di qualsivoglia contenuto
erotico nel quadro, ma è la scritta a mettere in movimento l’immaginazione.
Nell’istante in cui l’opera viene collegata al titolo
tutto l’insieme di macchine assume un forte connotato sessuale, la scena ci
appare giocosa ma nel contempo un po’ inquietante.
Il complesso macchinario è un’evidente (la conferma viene
anche dall’autore stesso) metafora delle attività e delle esperienze umane, una
parodia del meccanico e rumoroso dibattersi degli amanti durante l’amplesso.
Il dipinto svela la grande immaginazione di Picabia che
investe un oggetto, di per se totalmente privo di erotismo, di sottintesi esplicitamente
sessuali.
L’umorismo tutt’altro che razionale e l’assurdità
evidente, avvicinano il dipinto al movimento dadaista.
D’altro canto Picabia è una delle figure principali del
movimento che fa dell’anti-artistico e dell’anti-razionale il suo punto di
forza. Con Marcel Duchamp contribuisce alla formazione e all’affermazione del
gruppo dadaista negli Stati Uniti.
Nel tempo Picabia abbraccia il surrealismo che trova la “maturazione"
intorno agli anni venti e trenta con una serie di collage.
Non mi è mai piaciuto dare titoli alle mie immagini, proprio perchè inevitabilmente essi suggeriscono qualcosa. Per alcuni motivi ho iniziato a farlo ed è divertente e stimolante sceglierli! Ma mi piace lasciare la libertà d'interpretare.
RispondiEliminaCiao Anna, Picabia ha scritto il titolo direttamente sulla tela per spiegare cosa intendeva dire con questo dipinto, è chiaro che si è inevitabilmente condizionati da tutto ciò, ma si può sempre cercare qualcosa di diverso. Anch'io sono dell'opinione che ogni singolo osservatore deve dare un proprio titolo ad un opera, il bello dell'arte è proprio la possibilità di farsi un'idea e confrontarla con quella dell'autore, in molti casi questo non è possibile in quanto l'artista non lascia il proprio pensiero.
EliminaEcco perché la condivisione delle nostre impressioni diventa ancora più interessante.
Grazie Anna, buona serata.
Confesso la mia totale ignoranza in materia..e meno male che Romualdo c'è!|!!
RispondiEliminaPur con la tua spiegazione non riesco a percepire nulla di erotico in questa immagine, tranne il titolo se proprio andiamo a vedere..
Ma sono talmente lontana da questa pittura che le mie parole non fanno alcun testo...
Grazie come sempre per la spolverata alla mia ignoranza..
Un abbraccio forte e buona serata!
Ciao Nella, le tue parole fanno testo eccome, quello che percepisci nell'osservare quest'opera ha lo stesso valore della percezione di chiunque altro, sono convinto che non ci sia ignoranza o competenza ma solo l'interesse che un quadro può o meno destare.
EliminaIn effetti, a parte il titolo voluto dall'autore, c'è ben poco di erotico, ma è proprio questo il bello, ognuno ci vede qualcosa che altri non notano e nessuno può dire di avere la "visione" giusta.
Ti ringrazio per i complimenti e ti auguro una serena settimana.
Un abbraccio, a presto.
Mi colpisce quest'idea di "sensualizzare" una macchina, ma la trovo tremenda perché toglie all'amplesso, quello tra uomo e donna, il piacere, l'erotismo e l'amore, per lasciare solo una vuota meccanicità.
RispondiEliminaCiao Ambra, probabilmente Picabia voleva rappresentare la parte meccanica, separandola da tutto il resto, vedo quest'opera come il tentativo di illustrare lo squallore del sesso come gesto puramente fisico e di quanto sia monotono e noioso se alla base non c'è attrazione e passione.
EliminaDifficile capire fino in fondo cosa intendesse il pittore, rimangono le nostre (e soprattutto le vostre) impressioni che ritengo particolarmente interessanti.
Buona serata, a presto.
la trovo un'idea geniale: come dimostrare che la malizia sta negli occhi di chi guarda!
RispondiEliminaCiao Federica, ottima la tua lettura, come sempre accade è l'osservatore che dà vita all'opera e ognuno di noi aggiunge un tassello fondamentale alla storia del dipinto.
EliminaGrazie, buona serata.
Picabia nega la biologia. È inaccettabile. Può aver avuto presa giusto negli u.s.a., un paese pieno di limiti.
RispondiEliminaBenvenuto Luigi, difficile dare un giudizio su un'opera di un secolo fa, trovo interessante il tuo punto di vista ma il dipinto va contestualizzato, nonostante siamo 100 anni avanti ho l'impressione che Picabia e Duchamp siano ancora "incomprensibili".
EliminaIl surrealismo e ancor più il movimento Dada hanno proiettato un pensiero-non-pensiero ancora oggi di difficile comprensione.
Grazie per l'intervento, buona serata.