Questa lettura dell’opera di Mirò, ci offre un punto di vista che non è il nostro, la recensione non ha nome (scelta che io e l’autore abbiamo fatto per togliere ogni riferimento lasciando spazio al dipinto) ne ci indica alcun aspetto dello stesso, anche se conoscere chi propone un punto d’osservazione apre ad altre ipotesi artistico-filosofiche.
Questa lettura è differente da quello potrei immaginare io, penso che lo sia anche riguardo a quella di molti altri, il che ci permette di vedere attraverso gli occhi, le conoscenze e le esperienze di altre persone, visioni che altrimenti noi non avremmo mai comosciuto.
Joan Mirò – Nascita del mondo,1925 – Olio su tela cm 251 x 200 – Museum of Modern Art (MOMA) New Tork
“Io vedo nella parte bassa una costruzione che indica la civiltà e la vita ordinaria. Il cerchio bianco indica la razionalità del pensiero che si eleva al di sopra della banalità del quotidiano.
Il cerchio rosso indica la spiritualità dell’uomo che
eleva l ‘anima al di sopra del pensiero per un altro itinerario.
Il triangolo nero indica la divinità. Solitamente
Dio viene rappresentato con un triangolo luminoso giallo, ma l’autore ha voluto
rappresentare il mistero che avvolge la divinità .
L’oscurità del triangolo indica il mistero che non si
lascia illuminare dal pensiero.
Il triangolo della divinità e la spiritualità
(cerchio rosso ) non si incontrano. Sono distanti, non dialogano, non hanno
niente in comune.
Anche il filamento che scende dal triangolo della
divinità ( che per me rappresenta l’apertura al dialogo della divinità) non
incontra ...non trova un punto di incontro col movimento ascensionale della
spiritualità umana.
È un rapporto dialettico nel quale non c’è una sintesi; un
punto di incontro.
Alla solitudine umana corrisponde la solitudine divina.
Sullo sfondo c’è l’indifferenziato che precede la creazione.
Al caos primordiale fa da contraltare la solitudine
assoluta di due entità che vorrebbero incontrarsi e dialogare, ma le loro nature
sono troppo diverse per poterlo fare.
Dal vuoto di prima alla solitudine di dopo la creazione.
È per me un quadro che nasconde la disperazione dietro il camuffamento di
immagini geometriche...che indicano la razionalità di una forza che organizza e
sottende tutto...ma non ci si può confrontare e dialogare con una legge che non
presenta un volto umano”.
Un autore già indicando un titolo spiana comunque una serie di indicazioni. L'astratto però, a mio avviso naturalmente, non dovrebbe prevedere da parte di chi guarda l'esatta indicazione e significato di ogni tratto percepibile, sarebbe carino supporre, "per me indica", piuttosto che un "Indica" perentorio. Ad esempio affermare che triangolo e disco rosso non hanno nulla in comune quando occupano entrambi ed equidistantemente tutta la parte superiore del dipinto, è un azzardo e probabilmente anche un errore di valutazione. Ma siamo nel campo delle ipotesi, del proprio sentire, dell'immaginifico che cresciamo e che, per fortuna sottolinerei, si fa strada nel nostro percepire, senza tuttavia doverlo imporre o dare per certo, così come con l'affermazione finale che supporrebbe l'assenza di un volto umano, cosa che io, invece, avverto e distinguo.
RispondiEliminaCiao Franco, questa è l'interpretazione di una persona che ha esaudito una mia richiesta, ovvio che si tratta di un punto di vista personale, in quanto lettura soggettiva (cosa che penso sia chiara) non darei troppa importanza a considerazioni che possono sembrare assolute (e che non sono proprio per questo motivo).
EliminaMa il mio post non voleva analizzare la recensione ma utilizzarla per ampliare il nostro punto di vista, l'autore ci dice che si tratta de "La nascita del mondo", è vero che il titolo indirizza l'osservatore ma ognuno di noi ne da un'interpretazione che va a scontrarsi con quella di altri.
Conoscere il punto di vista altrui non deve modificare il nostro, semmai ci fa capire che la nostra visione non è centrale, è una delle tante, non è quella giusta, non è quella sbagliata (nessuna lo è).
Grazie, buona giornata.
Bella interpretazione, interessante da vero. Profonda e ragionata e costruita.
RispondiEliminaComplimenti all'autore, che la si condivida o meno
" ... che la si condivida o meno". Questo è il punto focale, non importa se siamo d'accordo su questa o quella lettura, è fondamentale farla nostra aggiungendo il punto di vista a quello che abbiamo noi, lo sguardo si fa più ampio.
EliminaGrazie Alberto, buona serata.