Alla fine dell’ottocento nascono i primi “dischi” in gommalacca, quelli che verranno ricordati come i “78 giri”, solo nel 1948 arrivano i celebri “33 giri” supporti in vinile che entrano di diritto nella storia della musica collocandosi tra le “invenzioni” più importanti.
Gli
LP sono tutt’ora al centro dell’attenzione di appassionati e collezionisti,
dopo una flessione nel periodo a cavallo tra il 900 ed il secolo attuale con l’arrivo
e la veloce dipartita, del CD.
A
rendere i “vinili” affascinanti al di là della musica che contengono sono le
copertine che spesso sono più celebri dei brani stessi.
Ma
quelle che sono delle autentiche opere d’arte non sono nate con l’avvento
dei dischi, fino al 1940 le copertine erano dei semplici involucri di cartone
monocolore (prevalentemente marroni, colore naturale del cartone) con un foro
al centro che permetteva di leggere il nome del brano e del suo autore.
Insomma,
niente di particolarmente attraente, semplici confezioni protettive.
Nel
1939 Alex Steinweiss, un grafico impiegato alla Columbia Records, decide di
sottoporre ai propri superiori l’idea di dare un volto alle anonime confezioni
che contenevano i dischi.
All’inizio
la proposta di Steinweiss non venne accolta, la casa discografica non intendeva
spendere ulteriore denaro per la stampa, lo ritenevano un inutile spreco di
risorse.
Ma
il nostro Alex non demorde e convince i suoi superiori della bontà dell’idea, la Columbia Records si prende il rischio e pubblica una raccolta di brani
scritti da Lorenz Hart e musicati dal pianista Richard Rodgers dal titolo “Smash
song hits by Richard & Hart”, siamo nel 1940.
La
copertina, realizzata dallo stesso Steinweiss è un successo, le vendite
aumentano a dismisura ed il secondo tentativo, una riedizione della celeberrima
“Eroica” di Beethoven, conferma che è la strada giusta, le vendite raggiungono
un aumento superiore al 900%.
Solo
grazie all’insistenza di un giovane grafico (23 anni) ha avuto inizio uno dei
fenomeni più incredibili e longevi del XX secolo e che tutt’ora gode di ottima
salute.
Alex
Steinweiss realizzò in seguito più di 2500 copertine lasciando un’indelebile
impronta nell’evoluzione culturale delle generazioni che si sono susseguite.
Le
icone immortali realizzate da celebri artisti devono tutto a questo giovane, geniale e
ostinato, che con la sua idea visionaria a dato vita ad un universo artistico
senza confini.
Qualche 33 giri lo tengo in gran considerazione quasi più per la copertina, come Thick as a brick dei Jethro Tull, copertina must a forma di giornale, di grandissimo valore collezionistico quando in buone condizioni (c'erano anche cruciverba che tanti hanno compilato..)
RispondiEliminaCiao Franco, LP dei Jethro Tull, oltre che ad essere un grande "lavoro" musicale è una delle copertine che hanno scritto la storia iniziata da Steinweiss.
EliminaInteressante anche il fatto che i testi dei brani contenuti nell'album erano "nascosti" tra le molte notizie pubblicate, notizie inventate dai membri del gruppo che tra il serio e il faceto hanno sottolineato che hanno speso più tempo a ideare le notizie che a scrivere i testi ... geniali.
Grazie, buona serata.
Le copertine dei vinili sono parte integrquasi indipendenti dal disco. ante della musica che contengono, arricchiscono e comunicano tantissimo tanto da diventare Da ragazzo alcuni li ho appesi in camera o ricalcato come "inascoltable" degli skiantos
RispondiEliminaCiao Alberto, nel tempo, sempre più spesso, le copertine hanno iniziato a vivere di vita propria, diventando, come dici tu, parte del disco e non solo presentazione dei brani contenuti. In moltissimi casi sono andati oltre la musica diventando delle icone per ciò che rappresentano.
EliminaLe copertine degli Skiantos erano demenziali quanto le loro canzoni, nel loro "piccolo" hanno saputo raccontare qualcosa (che cosa non è mai stato chiaro😉)
Grazie, buona serata.