Federico Bramati – Memento mori (depressione), 2022 – Acrilico su tela cm 40 x 70
Gli occhi e la
bocca apparentemente accomunano la madre e il figlio, ma mentre per il secondo
abbiamo la sensazione che si tratti di un sorriso divertito, non possiamo dire
altrettanto della mamma, gli occhi spiritati e il ghigno terrificante bastano
per mostrarci le intenzioni, il coltello stretto nella mano sinistra serve solo
a confermare le nostre ipotesi, i nostri timori.
I colori forti, l’intensità si somma all’assenza di un luogo preciso dando l’impressione
che tutto si stringa, un’allucinante e claustrofobica dimensione.
L’opera mette in
luce un problema troppo spesso ignorato, si sottovalutano certe situazioni che
sfociano in drammi inenarrabili.
Il dipinto non
pretende di dare risposte ad un quesito tanto complesso, si limita a raccontare
uno stato d’animo, una crisi sociale che, come sempre, riversa le proprie
spaventose allucinazioni su chi non può difendersi.
Il legame che
unisce una madre ai propri figli troppo spesso viene omologato, viene
incanalato, delimitato in spazi mentali che vorrebbero l’una protettrice
assoluta degli altri, la mamma non può che amare incondizionatamente i propri
figli.
Ma sappiamo, anche
se spesso lo dimentichiamo, che non è esattamente cosi, i fatti di cronaca ce
lo ricordano quasi quotidianamente, cosa scatti nella testa di queste genitrici
non lo sappiamo ma è bene ricordarsi che questo lato oscuro è reale.
Ed è proprio questo
che il quadro di Bramati ci dice, non è esattamente un monito, si tratta di una
constatazione, il pittore va dritto al punto, impossibile ignorarlo.
Oltre ai già citati
personaggi al centro della scena mi hanno colpito il titolo, apparentemente
scontato e banale, e quell’apertura in alto a sinistra che da respiro al
claustrofobico momento senza però lasciare spazio alla speranza.
“Memento mori” è
un’esortazione a non cedere alla falsa convinzione di essere eterni, ma in
questo caso è una proiezione drammatica di qualcosa che sta per avvenire prima
che il ciclo naturale compia il suo percorso.
È straziante.
RispondiEliminaDavvero comunica bene il dramma della depressione post parto.
Immediato, diretto, sconvolgente, attuale. Senza vie di fuga.
EliminaMamma sadica.. (magari neanche è il suo il bimbo in carrozzina.. ahah). Comunque, letto il titolo del post, pensavo ad un omaggio all'ultimo cd dei Depeche Mode, in verità.. tante volte comunque certe tragedie si sviluppano in famiglie tutt'altro che truci.. il caos emozionale cresce in ambienti che nulla di tragico farebbero supporre.. e di botto, poi, ecco il dramma, la botta da matti.. a saperlo, certi bimbi, se la sghignazzerebbero molto meno..
RispondiEliminaCome dici bene tu, che si tratti di madre e figlio/a non è scontato, è il sottotitolo a darci questa informazione.
EliminaPurtroppo queste situazioni non sono legate solo a contesti famigliari complicati (anche se può influire) ma capitano a persone assolutamente equilibrate, tutto ad un tratto scatta quel "qualcosa" che sconvolge tutto e tutti.
Hai ragione, "Memento Mori" è il titolo dell'ultimo album dei Depeche Mode, album che non ho ancora approfondito (è una cosa da fare assolutamente e il prima possibile).
Grazie Franco, buona serata.
Mamma mia che disagio si prova nel guardare questo quadro.
RispondiEliminaInteressante le tue argomentazioni. Ti ringrazio Romualdo. Ciao e buona serata.
Ciao Pia, un malessere ci pervade nell'istante in cui posiamo lo sguardo sul dipinto, è traumatico quello che constatiamo, quello che ad un primissimo momento parrebbe surreale si svela in tutta la sua terribile realtà, il volto del bambino e quello della madre si sommano dando un risultato sconvolgente.
EliminaGrazie a te, buona giornata.