“Max Ernst, il Leonardo del 900” questo è il titolo della retrospettiva dedicata all’artista tedesco a Milano.
Non
voglio parlare della mostra ma del pensiero che scaturisce davanti a quel “Leonardo
del 900”, carismatico, elegante, sfuggente, ma soprattutto complesso, Max Ernst
non è certamente il pittore del 900 più conosciuto anche se è tra i più
celebri.
Max Ernst - La
Vergine sculaccia il bambino Gesù davanti a tre testimoni: Andre Breton, Paul
Eluard e il pittore stesso. 1926 Olio su tela,
cm. 196 × 130. Museo Ludwig, Colonia.
Leonardo
da Vinci è stata la sua grande passione ma l’appellativo che gli viene dato va
oltre, Ernst ha svariato su molti fronti artistici (pittore, scultore, attore)
e ha accarezzato i vari movimenti che hanno dato vita all’arte del secolo
scorso, Max è stato surrealista, dadaista, patafisica e metafisico, teorico
dell’arte e creatore del dripping,
tecnica che ha fatto la fortuna di Pollock.
L’accostamento
con l’artista fiorentino in fondo non mi offre spunti particolari se non la
curiosità che mi spinge a cercarli (questi ultimi) ma la ricerca di contatti con l’essenza
delle due figure mi ha fatto comprendere la grandezza di Ernst e la sua forza,
un mix tra il coraggio e la sfrontatezza, doti di cui abbondava.
Ha affrontato la pittura da autodidatta con alle spalle studi di arte, filosofia e psicologia, l'influenza del pensiero di Freud è evidente nell'intero percorso artistico.
Il
dipinto che voglio proporre non è tra le più
celebri da lui realizzati ma è un perfetto esempio della "strada" che aveva deciso di intraprendere, accusato di
blasfemia con quest'opera ha attirato l’attenzione dei surrealisti, Chi
conosce Max Ernst sa dove questo lo ha portato, in caso contrario la mostra di
Milano è l’occasione di avvicinarsi al suo estro (questo non esclude che la
mostra sia consigliata anche a chi lo conosce a fondo, anzi).
La Vergine Maria è ritratta mentre sculaccia
il piccolo Gesù, la scena è naturalmente surreale, in un angusto spazio,
La scena però ha degli spettatori, tre volti
si affacciano da una finestra, anche se sembra più un “ritaglio” di una
scenografia teatrale (cosi come la posa dei personaggi) i tre sono, come sottolineato nel titolo, il
pittore stesso, e due suoi amici, Paul Eluard e Andrè Breton, figura principale
del movimento surrealista.
A cosa assistono i tre? Gesù che perde l’aureola
è difficile da concepire, chi è dunque il bambino? Il pittore stesso ci da la risposta ma
facciamo fatica a credere che sia cosi …
Una santa sculacciata quando ci vuole, ci vuole
RispondiElimina😀
Non conosco molto di max ernst, ottima occasione per approfondire.
Grazissime
Se è santa non possiamo che benedirla😉
EliminaSe sono riuscito ad incuriosirti ho raggiunto l'obbiettivo.
Grazie Alberto, buona serata.
Lascia meravigliati questa scena rappresentata da Ernst. Se pensiamo che Maria con Giuseppe hanno solo rimproverato il 12enne Gesù con un "perché ci hai fatto questo?", quando per tre giorni si era attardato con i dottori nel tempio.
RispondiEliminaQui, a quanto si può vedere, Maria le dà di santa ragione stando a vedere il sederino arrossato.
Ad ogni modo il dipinto è molto bello. Grazie. Ciao Romualdo
Se partiamo dalla tua prima considerazione non riesco ad immaginarmi cosa abbia fatto il piccolo Gesù per meritarsi questa punizione ...
EliminaTrovo che quest'opera vada oltre ogni pensiero "surrealista", è un enigma di difficile, se non impossibile, soluzione, ci permette di andare a "spasso" tra le forme, i colori e una visione che nonostante il tempo trascorso, rimane oscura.
Grazie a te Gianpiera, buona serata.
Questo quadro è un simbolo della corrente surrealista. Ernst ha fatto centro con esso. Il senso di ribellione e di sfida nei confronti del Cristianesimo e di tutto ciò che lui non sopportava, è qui molto evidente. Una sfida contro la religione, contro Gesù/Dio che merita una punizione perché aveva permesso la morte della sua cara sorella e contro il padre che aveva accettato ciò divenendo addirittura un fervente religioso. C'è persino una evidente sfida contro l'arte classica. Ed i suoi colleghi lo sostengono guardando la scena da una piccola finestra in alto.
RispondiEliminaIl lavoro qui ha un immenso significato e qui è molto ben espresso, altroché.
Max Ernst ha realizzato un capolavoro più che evidente. Trovo sia straordinario.
Tutto qui. Abbraccio grande Romualdo!
Bravissima Pia, hai dato una lettura più "veritiera" in quanto ricostruita storicamente, nella mia ricerca dell'impossibile ho seguito un'altra strada.
Elimina"Tutto qui"? direi piuttosto che si tratta di un commento eccellente, tutt'altro che scontato.
Grazie infinite, buona giornata.