“ … se un cieco guida un altro cieco, ambedue cadranno nella fossa”.
Pieter Bruegel (il vecchio) – La parabola dei ciechi, 1568 – Tempera su tela, cm 86 x 154 – Museo e Gallerie Nazionali di Capodimonte, Napoli.
Il
passo dal vangelo di Matteo è il soggetto di questo interessante dipinto di Pieter
Bruegel (il vecchio)
Rappresentazione
della cecità umana dove la spiritualità lascia il posto alla miopia di un
materialismo sempre più presente, l’avanzare affidandosi a chi è altrettanto
cieco, in questo modo l’umanità sarà destinata a cadere inesorabilmente, un
destino che sembra ormai segnato.
Il
paesaggio luminoso sullo sfondo dove spicca una chiesa che a sua volta è parte
di un piccolo gruppo di abitazioni che partono dall’estrema sinistra e si
allontanano lievemente dalla scena.
Il
centro della scena è naturalmente occupato dal corteo di ciechi diretti, l’uno
dietro l’altro, nella medesima direzione, aggrappati a chi sta davanti si dirigono
verso un fosso dove è già caduto il primo della fila.
Cromaticamente
spento il dipinto incarna la miseria umana, i colori freddi e cupi riflettono l’incapacità
di scegliere la strada da percorrere, ci si aggrappa agli altri senza valutare
se questi ultimi sono in grado di “vedere” dove vanno.
Coperti
da pesanti abiti invernali dove si notano i mantelli svolazzanti, mossi dal
freddo vento dell’inverno ma anche simbolo di una superficiale leggerezza, i
personaggi mostrano la loro cecità tramite le cavità oculari completamente
vuote, questo non da adito a fraintendimenti, la cecità è assoluta e irreversibile.
Il
dipinto è realizzato con la tecnica della tempera su tela, questo permette di
vedere la grana della tela stessa, è infatti strano che il pittore fiammingo
abbia deciso di realizzare l’opera utilizzando una tela al posto di una tavola,
cosa che faceva regolarmente se non utilizzava la pittura ad olio.
Comunicazione per Franco Battaglia
RispondiEliminaHai lasciato un commento che ho letto e (e gradito) nell'istante dell'approvazione (è attiva la moderazione a causa dei soliti ...) è sparito, se riesci a ripubblicarlo ne sarei felice, nel caso non fosse possibile ti ringrazio.
Grazie Romualdo..hai guardato in spam? A volte inganna anche me.. in realtà non ricordo cosa ho scritto, rispondo su sollecitazioni del momento.. ma probabilmente era una riflessione sull'immensa cecità che riguarda noi - in teoria - perfettamente vedenti.. la metafora di Bruegel riguarda sicuramente come riusciamo a non vedere chi ci guida nel baratro, e neanche facciamo nulla per avvertire tutte queste "guide illuminate" cui diamo retta (e voto spesso)
EliminaAnche lo spam non sa nulla, misteri della (maledetta) tecnologia.
EliminaCiao Franco, esatto, la tua era una amara riflessione sulla cecità di chi vuole farci da guida e sull'altrettanto cieco affidamento che spesso facciamo su questi personaggi.
1568, Bruegel lanciava un avvertimento, peraltro già sottolineato secoli prima da Matteo, a distanza di quasi mezzo millennio qualcuno ha colto il senso di tutto ciò?
Grazie, buona giornata.
Direi che è ancora più che attuale, purtroppo....
RispondiEliminaTemo che sarà d'attualità anche in futuro.
EliminaCiao Alberto, Buona giornata.
Perfetta analisi del quadro di Brueghel il Vecchio. Bello e ti ringrazio. Ciao Romualdo.
RispondiEliminaGrazie a te Pia, Bruegel ci offre sempre spunti interessanti, verità mascherate che raccontano i tanti vizi dell'umanità.
EliminaBuona serata, un abbraccio.