Orcagna (Andrea di Cione Arcangelo) – Trittico di San Matteo (e sue storie) 1367 ca.
Tempera e oro su tavola, cm 291 x 265 – Galleria degli Uffizi, Firenze
San Matteo, in quanto patrono, e l’utilizzo della foglia d’oro alludono alla corporazione dei banchieri che ha commissionato l’opera che doveva ornare la chiesa di Orsanmichele, nome derivante dalla via dov’è situata la costruzione e che anticamente era conosciuta come la chiesa di San Michele in Orto.
La
ricca rifinitura in oro è tipica di quel periodo ma lo stile è antecedente a
quello rivoluzionario di Giotto, anche se sono passati anni dalla “visione”
innovativa del pittore di Vicchio Orcagna e la sua bottega hanno preferito (per
scelta propria o dei committenti) di realizzare il trittico attingendo all’arte
pre-giottesca.
Come
detto il pittore fiorentino ha lavorato in collaborazione con i suoi
assistenti, infatti Orcagna (deformazione dialettale del nome Arcangelo) muore
prima del completamento del dipinto che verrà ultimato dal fratello Jacopo che
a sua volta faceva parte della bottega stessa.
Il
pannello centrale ci mostra San Matteo a grandezza naturale che tiene in una mano
il Vangelo aperto e nell’altra un pennino, è raffigurato nell’istante in cui ha
appena concluso la stesura o è ancora immerso nel lavoro?
Sui
lati alcune scene della vita del santo, a sinistra siamo in Etiopia dove San
Matteo ammansisce due draghi dall’alito pestilenziale, sotto la scena mostra la
conversione del santo stesso.
A
destra in alto San Matteo resuscita il figlio del re Egippo, in basso troviamo
la rappresentazione del suo martirio.
Nei
Pannelli laterali non sono rispettate le proporzioni tra le strutture
architettoniche e i protagonisti delle scene, a confermare il passo indietro rispetto alle innovazioni pittoriche di
Giotto.
Un
piccolo particolare riguarda il preziosissimo broccato ai piedi del santo, lo
stesso possiamo trovarlo in altri
dipinti attribuiti proprio al fratello Jacopo.
Il trittico nasce per poter richiudere i pannelli laterali su quello centrale (anche per salvaguardarne il trasporto), oggi dovrebbero potersi richiudere per non assistere ai tanti scempi umani..
RispondiEliminaCiao Franco, è quello che vorrebbero fare in tanti (qualche decennio fa c'era un'apertura, una voglia di nuovo che oggi non c'è) ma fortunatamente, non so ancora per quanto tempo, riusciamo aggirare le varie censure. Che ci piaccia o no meno evitiamo di chiudere i "pannelli", potremmo perderci alcune perle che qualcuno di influente potrebbe non gradire.
EliminaNaturalmente ho colto la tua provocazione che, ammetto, ha le sue ragioni 😉
Grazie, buona giornata.