mercoledì 12 ottobre 2022

L'arte involontaria può essere considerata arte?

Voglio addentrarmi in una riflessione che definire complessa significa sminuirne il senso, desidero parlare di qualcosa che potrei definite non-arte, o se preferite dell’arte involontaria, il modo di trasformare oggetti di uso quotidiano e trasformarli con l’inserimento della parola in manufatti artistici.

 

Non mi riferisco a ciò che è stato fatto nel recente (più o meno) passato, i ready made di Duchamp ad esempio, voglio andare oltre la volontà artistica.

L’opera in questione, che vediamo nell'immagine, conosciuta come i “Funghi”, è stata realizzata da un artista anonimo del nord Europa, il titolo è: “Il riparo dei desideri irrealizzati” un’opera di arte ambientale che potrebbe raccontare l’impatto nel quotidiano della plastica (che però viene vista come riparo del legno sottoposto al degrado del tempo, soluzione forse efficace ma tutt'altro che "green").

Dico potrebbe perché questa “realizzazione” (non saprei come definirla diversamente) è di mio padre che, anni fa,  ha trasformato una siepe di abeti, morta, in una recinzione “diversamente logica”, ha lasciato i tronchi con il compito di assicurare un riparo ai mezzi in transito che altrimenti potevano sbandare e cadere nella scarpata a fianco del viale d’accesso della propria abitazione. Per impedire che l’acqua facesse marcire il legno ha coperto i tronchi con dei “cappelli”, dopo che le varie resine isolanti si sono dimostrate inefficienti.

Amici, parenti, conoscenti, davanti a questa recinzione, hanno avuto la stessa reazione, prima lo stupore per l’insolito steccato, poi la frase che si ripeteva ad ogni occasione: “sembra un’opera d’arte contemporanea”, detto tra il serio e il faceto (quasi sempre la seconda).

Naturalmente niente di tutto ciò è da considerare arte ma se riavvolgiamo il “nastro”, dimentichiamo ciò che ho detto, torniamo alle prime righe, fingiamo che sia il lavoro di un ipotetico artista (decidete voi la cittadinanza e la nazionalità) e prendiamo per buono il titolo che gli ho affibbiato, cosa potremmo pensare?

Chiunque può, a ragione, ribadire che non si tratta di arte, cosa in effetti vera, ma siamo sicuri che lasci totalmente indifferenti? Non tanto nel fatto che l’opera in sé sia arte ma se pensiamo che molti “lavori” ambientali e concettuali siano considerati (a ragione) arte seguendo le stesse dinamiche dei tronchi in questione non possiamo essere categorici, semmai l’unica eccezione sta nella volontà di definire il manufatto.

Se la recinzione in questione (comunque distrutta dal tempo che si è fatto beffe anche dei "ripari" in plastica) fosse stata realizzata con lo scopo di dare vita ad un’opera d’arte cambiava qualcosa concettualmente?

6 commenti:

  1. Buongiorno Romualdo.
    Inizialmente non avevo capito. Poi ho compreso. Alla fine ci sveli il mistero.
    Per me arte significa avere qualcosa davanti che ci comunichi qualcosa. Certo è facile ingannare chi non comprende l'arte in modo completo. Inoltre entrano in campo anche altri fattori. Come il senso della spazialità oppure la forma e non di poco importanza ciò che vuole l'artista da noi. Se poi non si sa chi sia è difficile dire che siamo davanti ad un'opera artistica. Ci si pongono varie domande, come ad esempio: "Perché quel titolo? Chi e cosa rappresenta? Perché creare l'opera proprio in quel luogo?" Ecc...
    Ci sono studi approfonditi che vengono fatti dagli esperti, non credo sia così facile ingannare. Ma può capitare, come no... di esempi ve ne sono infiniti, tipo i Modigliani falsi...
    Ciao ed abbraccio.

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    1. Ciao Pia, penso che gli “inganni” o i falsi non centrino, l’idea di base è quella di trovare (so che è impossibile) il confine tra arte e non.
      Se, come ho scritto nel post, dimentichiamo la parte in cui svelo di cosa si tratta e ci limitiamo alle prime informazioni, possiamo definire questa “opera” arte?
      Il nome dell’artista è inventato, il titolo pure, anche se non è messo lì a caso, non ci sono attribuzioni ad artisti famosi, tutto potrebbe essere reale.
      Ma il punto è un altro, sapendo che la staccionata (perché è di questo che stiamo parlando) è stata realizzata per motivi pratici possiamo trasformarla in opera d’arte arbitrariamente?
      Duchamp direbbe di si, e io non sono in disaccordo, d’altro canto questo è semplicemente un “ready-made”, il fatto che venga pensato (da me) a distanza di un secolo da quelli di Duchamp pone il tutto fuori tempo massimo, forse è proprio questo ultimo particolare a dirci che non si tratta di arte.
      Riguardo alla possibilità di ingannare i cosiddetti esperti d’arte non sono cosi sicuro che sia difficile, prendendo spunto da un avvenimento di un paio di anni fa pubblicherò presto il mio pensiero sul valore effettivo di certe “menti critiche” che, in molti casi, sono esperte per il solo fatto che sono loro ad affermarlo.
      Grazie, come sempre riesci ad “ampliare” il concetto di base del post e ciò rende tutto molto più interessante, buona giornata con l’abbraccio ricambiato.

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  2. Parto cercando di rispondere alla tua domanda finale. Penso che a volte l' improvvisazione dà dei risultati che ci sorprendono. Se il "lavoro" fatto da tuo padre lo avesse fatto un grande artista si sarebbe gridato al capolavoro o quantomeno si sarebbe studiato cosa rappresentava ecc.ecc. Tuo padre lo ha fatto senza nessuna intenzione artistica ma un occhio "clinico" come il tuo ha colto qualcosa che va ben al di là del semplice lavoro di manutenzione. Quale può essere allora la risposta al tuo quesito? Forse l'arte è negli occhi di chi la osserva e non è necessario che l'opera sia di un grande artista...
    Buona serata e buona domenica Romualdo.

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    1. Tu ribalti, con una lettura molto interessante, il concetto che l'opera d'arte è tale se è l'artista ad affermarlo, non è più l'autore ma il fruitore a coglierne l'essenza.
      Questo responsabilizza ulteriormente chi si approccia all'opera d'arte, non può più dare giudizi sommari per il solo fatto che non comprende quello che incrocia il proprio sguardo, non può limitarsi al bello o al brutto, legato al gusto puramente estetico, il fruitore dell'opera d'arte dev'essere preparato ad ogni evenienza, nel caso non lo fosse diventa fondamentale rimandare ogni giudizio.
      Grazie Gianpiera, buona domenica a te.

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  3. L'effetto visivo sicuramente colpisce: contrasto tra legno (naturale) e copertura in plastica; lo scopo era comunque creare una protezione ben visibile. Sicuramente originale.

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    1. Ciao Laura, è un piacere ritrovarti, manufatto sicuramente originale, se aggiungiamo che in fondo non è servito allo scopo, se non per un breve lasso di tempo, potrebbe essere catalogato come "arte", solo cercando il lato artistico possiamo pensare (questo non vuol dire che lo sia) che qualcosa sia presente, se invece lo prendiamo come un tentativo maldestro di preservare i tronchi allora l'arte non centra per niente.
      Grazie, buona domenica.

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