Dal greco Σίβυλλα (profetessa) o dal dorico Siobolla, che a sua volta attinge al Theoboule, dialetto dell’Attica, che significa consiglio o volontà di Dio.
Le sibille rappresentano il sapere futuro,
la conoscenza di ciò che deve ancora avvenire, donne realmente esistite o
frutto della mitologia greco romana, risiedevano prevalentemente in grotte o
lungo corsi d’acqua, o ancora nei pressi dei vari templi dedicati al dio Apollo.
Le sibille più note sono dieci, Persica,
Libica, Eritrea, Cimmeria, Delfica, Ellespontica, Cumana, Samia, Tiburtina e
Frigia, tutti i nomi sono legati al luogo in cui risiedevano le veggenti.
All’interno della Cappella Sistina
Michelangelo si limita a raffigurarne cinque (Cumana, Delfica, Eritrea, Libica
e Persica)
Viene da chiedersi perché Michelangelo ha
inserito queste figure che stridono con il contesto della “Sistina”,
quest’ultima è la raffigurazione del nuovo e vecchio testamento, è il fulcro
della cristianità, le sibille, al contrario rappresentano ciò a cui il mondo
cristiano si oppone, il paganesimo.
Ma le profetesse hanno, in modi e tempi
diversi, annunciato l’avvento di Cristo e dunque sono degne di far parte della Cappella Magna. Inoltre la scelta di
raffigurarne solo cinque è probabilmente dovuto ad un forma di rappresentanza
che sottolinea la presenza territoriale della “Parola di Dio”, la Cumana per
L’Italia, la Delfica per la Grecia, la Persica per l’Asia e la Libica a rappresentare
i territori africani.
Le loro “storie” sono narrate
negli affreschi utilizzando la raffigurazione simbolica, sono innumerevoli le
fonti e le interpretazioni, cosi come i particolari che lasciano spazio ad
infinite letture.
Brevemente alcuni dei molteplici e curiosi
particolari che le caratterizzano.
La Sibilla Cumana viene rappresentata nelle vesti
di una donna anziana dal volto rugoso e quasi deformato, dalle Metamorfosi di Ovidio la risposta: “Febo mi disse: ”esprimi un desiderio vergine
cumana: sarà esaudito”. Io presi un pugno di sabbia e glielo mostrai chiedendo
che mi fossero concessi tanti anni di vita quanti granelli di sabbia c’erano in
quel mucchietto. Sciocca mi scordai di chiedere che gli anni fossero di giovinezza.”
La Sibilla Delfica, senza dubbio la più “bella”
viene raffigurata con un incisivo in più, essendo vissuta prima dell’avvento di
Cristo il difetto mette in evidenza l’imperfezione, pur nell’indiscutibile
bellezza, dovuta alla lontananza dal concetto di “vera fede”.
La Eritrea sfoglia il libro delle profezie,
a lei è attribuito il vaticinio sul giudizio universale, dietro il volume
vediamo due assistenti, il primo accende una lampada, simbolo della luce della
conoscenza che prende vita, il secondo si è appena svegliato e simboleggia il
risveglio delle anime nella sapienza.
La Libica è una donna di grande eleganza e
leggerezza, al contempo forte e autorevole, con una torsione del busto (uno dei
punti più alti della tecnica pittorica di Michelangelo) si accinge a prendere
il pesante libro per portarlo dinnanzi a sé e leggerne le profezie contenute,
il gesto non può non portarci alla Vergine che, nel Tondo Doni, compie lo
stesso gesto per prendere tra le braccia il piccolo Gesù.
La Sibilla Persica è la più antica, secondo
le fonti più autorevoli, vecchia e ingobbita mostra il suo essere antico, la
gobba stessa è un simbolo importante, la forma ricorda la luna calante ed è
rivolta ad est a rappresentare l’era delle profezie che si avvia a tramontare
nel sorgere del sole in Cristo.
Bellissimo post Romualdo, grazie. Ho visto il tv qualcosa a riguardo oltre che aver ammirato queste meraviglie dal vivo. Le Sibille sono importanti anche per la cristianità in effetti. Ma va bene così.
RispondiEliminaAbbraccio e buon inizio settimana. Ciao.
Grazie Pia, sulle Sibille si potrebbero scrivere pagine infinite, la stessa cosa vale per le opere di Michelangelo, la bellezza degli affreschi è innegabile, mi sono limitato ad un accenno, giusto per incuriosire.
EliminaUn abbraccio a te, buona serata.
Che spiegazione interessantissima. C'è sempre da approfondire qualcosa, da conocere qualcosa di più.
RispondiEliminaGrazie
Ciao Alberto, il piacere della scoperta è sempre a portata di mano, esistono infinite possibilità di giungere a nuove conoscenze, di nuovi particolari che sono parte di ciò che già conosciamo, l'universo dell'arte è infinito proprio dove pensiamo ci sia un confine.
EliminaSono lieto che la cosa ti abbia interessato, come già ho sottolineato nella risposta al commento di Pia, Michelangelo e le Sibille sono sufficienti per intraprendere un viaggio senza fine.
Grazie a te, buona serata.