So che si tratta di una "visione" personale ma in pochi secondi penso si sia raggiunta una delle più alte vette dell'interpretazione musicale.
Franco
Battiato definì l'esibizione di Antony Hegarty "qualcosa di mai sentito,
un capolavoro".
Il
brano, "As tears go by", scritto da Mick Jagger e Keith Richards e
portato al successo nel 1964 da Marianne Faithfull (allora compagna di Jagger)
e l’anno successivo dagli stessi Rolling Stones, è stato riproposto centinaia di volte e
in modi diversi, ma quei pochi secondi di Antony Hegarty (da minuto 00.47 a
01.20 del video) sono semplicemente sublimi.
Tendo
a cercare spesso il dettaglio, che qualcuno può trovare insignificante, ma
credo che tra le “righe” di alcune canzoni ci siano delle perle meravigliose.
Piccoli
capolavori ne troviamo nei testi, in alcuni passaggi musicali, virtuosismi con
qualsiasi strumento, insomma se scandagliamo l’immenso panorama musicale
possiamo trovare degli autentici tesori nascosti in tesori (scusate la
ripetizione) più grandi.
Non
è facile descrivere quei pochi secondi, poco più di 30, in cui Hegarty tocca il
cielo con il classico dito (o è la nostra percezione a farlo) le parole di Battiato in fondo riassumono
perfettamente ciò che è accaduto, non mi resta dunque che riascoltare il brano e, se
qualcuno farà altrettanto, augurargli (le) di provare le stesse mie sensazioni
(o meglio ancora provare le proprie sensazioni con la mia stessa intensità).
Va
aggiunto che il brano degli “Stones”, meno conosciuto di molti altri loro
capolavori, è musicalmente semplice, strutturato per permettere al cantante di
trasmettere il proprio sentire, infatti lo stesso Jagger, quando propone il
brano nei vari concerti, non ne da mai la stessa “lettura”.
Anche
le infinite cover trasmettono lo stato d’animo dell'interprete ma non significa
che questo basti, Jagger e Hegarty, oltre a Battiato, sono di un altro livello
anche se, limitatamente a questa canzone, Antony stravince.
Sublime ascolto!!
RispondiEliminaGrazie Romualdo, buona giornata.
Ciao Gianpiera, penso che sia l'interpretazione più "poetica" tra le molte che ho ascoltato.
EliminaGrazie, buona giornata a te.
D'accordissimo su una constatazione: all'interno di infinite composizioni si possono celare intermezzi geniali, a volta completamente avulsi dal contorno, e proprio per questo maggiormente esaltati dall'attento e disponibile ascolto. Perché spesso dobbiamo uscire da una confort zone, quale essa sia, anche uditiva, per appropriarci di un istante di genio ribelle.
RispondiEliminaHai compreso il mio punto di "vista", dobbiamo cercare fuori dai "recinti" nel quale ci sentiamo più sicuri, sono i luoghi sconosciuti a sorprenderci.
EliminaGrazie Franco, buona serata.