Alexandra Kollontai |
Nel VII Congresso tenuto a Stoccarda dal 18 al 24 agosto 1907, nel quale erano presenti 884
delegati di 25 nazioni - tra i quali i maggiori dirigenti marxisti del tempo, ,
Clara Zetkin, August Bebel, i
russi Lenin e Martov,
il francese Jean Jaurès –
venne discussa tra le altre cose la questione femminile e la rivendicazione del
voto alle donne.
Su quest'ultimo argomento il Congresso votò una
risoluzione nella quale si impegnavano i partiti socialisti a « lottare
energicamente per l'introduzione del suffragio
universale delle donne ».
Due giorni dopo, dal 26 al
27 agosto,
fu tenuta una Conferenza internazionale delle donne socialiste, alla presenza
di 58 delegate di 13 paesi, nella quale si decise la creazione di un Ufficio di
informazione delle donne socialiste: Clara Zetkin fu eletta segretaria e la
rivista da lei redatta, Die Gleichheit (L'uguaglianza),
divenne l'organo dell'Internazionale delle donne socialiste.
Clara Zetkin |
L’iniziativa
non ebbe il seguito sperato ma già alla fine dell’anno il Partito socialista
americano raccomandò a tutte le sezioni locali « di riservare l'ultima
domenica di febbraio 1909 all'organizzazione di una manifestazione in favore del voto femminile» . Fu cosi che negli Stati Uniti la prima e ufficiale
giornata della donna fu celebrata il 23 febbraio 1909. Il 22 novembre dello
stesso anno iniziò un grande sciopero, più di ventimila camiciaie incrociarono
le braccia fino al 15 febbraio successivo.
Il Woman's
Day tenuto il successivo 28
febbraio venne impostato come manifestazione che unisse le
rivendicazioni sindacali a quelle politiche relative al riconoscimento del
diritto di voto femminile. Le delegate socialiste americane, forti dell'ormai
consolidata manifestazione della giornata della donna, proposero alla seconda
Conferenza internazionale delle donne socialiste, tenutasi nella Folkets Hus (Casa del popolo) di Copenaghen
dal 26 al 27 agosto 1910 - due giorni prima dell'apertura dell'VIII Congresso dell'Internazionale
socialista - di istituire una comune giornata dedicata alla rivendicazione dei
diritti delle donne.
Manifesto tedesco relativo alla Giornata della Donna |
Mentre negli Stati Uniti continuò a tenersi l'ultima
domenica di febbraio, in alcuni paesi europei - Germania, Austria, Svizzera e Danimarca -
la giornata della donna si tenne per la prima volta il 19 marzo 1911 su scelta del Segretariato
internazionale delle donne socialiste. Secondo la testimonianza di Aleksandra Kollontaj, quella data fu
scelta perché, in Germania,
«il 19 marzo 1848, durante la rivoluzione, il re
di Prussia
dovette per la prima volta riconoscere la potenza di un popolo armato e cedere
davanti alla minaccia di una rivolta proletaria. Tra le molte promesse che fece
allora e che in seguito dimenticò, figurava il riconoscimento del diritto di
voto alle donne». In Francia la manifestazione si tenne il 18 marzo
1911, data in cui cadeva il quarantennale della Comune di
Parigi, così come a Vienna, dove alcune manifestanti
portarono con sé delle bandiere rosse (simbolo della Comune) per commemorare i
caduti di quell'insurrezione. In Svezia si svolse il 1 maggio 1911, in
concomitanza con le manifestazioni per la Giornata del Lavoro.
Le celebrazioni furono interrotte dalla prima guerra
mondiale in tutti i paesi belligeranti, finché a San Pietroburgo,
l'8 marzo 1917 (il 23 febbraio
secondo il calendario
giuliano allora in vigore in Russia) le donne della capitale
guidarono una grande manifestazione che rivendicava la fine della guerra: la
fiacca reazione dei cosacchi
inviati a reprimere la protesta incoraggiò successive manifestazioni che
portarono al crollo dello zarismo, ormai completamente screditato e privo anche
dell'appoggio delle forze armate, così che l'8 marzo 1917 è rimasto nella
storia a indicare l'inizio della Rivoluzione russa di febbraio.
Per questo motivo, e in modo da fissare un giorno comune a tutti i Paesi, il 14 giugno 1921 la Seconda conferenza
internazionale delle donne comuniste, tenuta a Mosca una settimana prima
dell'apertura del III congresso dell’Internazionale comunista, fissò all'otto marzo la "Giornata internazionale dell' operaia".
La connotazione fortemente politica della Giornata
della donna, l'isolamento politico della Russia e del movimento comunista e,
infine, le vicende della seconda
guerra mondiale, contribuirono alla perdita della memoria storica
delle reali origini della manifestazione. Così, nel secondo
dopoguerra, cominciarono a circolare fantasiose
versioni, secondo le quali l'8 marzo avrebbe ricordato la
morte di centinaia di operaie nel rogo di una inesistente fabbrica di camicie Cotton o Cottons avvenuto nel 1908 a New York, facendo probabilmente
confusione con una tragedia realmente verificatasi in quella città il 25 marzo 1911, l'incendio della fabbrica Triangle,
nella quale morirono 146 lavoratori (123 donne e 23 uomini, in gran parte
giovani immigrate di origine italiana ed ebraica). Altre versioni citavano la
violenta repressione poliziesca di una presunta manifestazione sindacale di
operaie tessili tenutasi a New York nel 1857, mentre altre ancora riferivano
di scioperi o incidenti avvenuti a Chicago, a Boston o a New York.
Sciopero delle camiciaie di New York |
Bel post caro Romualdo, bisognerebbe non dimenticarlo mai.
RispondiEliminaTomaso
Grazie Tomaso purtroppo la memoria si accorcia sempre più e a vote si preferisce il "festeggiare" al "meditare".
EliminaBuona domenica, Romualdo.
Bellissimo articolo,
RispondiEliminadavvero complimenti Romualdo!
Buona serata
Antonella
Ti ringrazio Antonella, ma i ringraziamenti vanno a quelle donne che hanno lottato per ottenere alcuni diritti per altro dovuti, e per le donne che tuttora lottano per mantenerli.
EliminaBuona domenica, Romualdo
Grazie Romualdo,
RispondiEliminaio sapevo la versione altra, quella fantasiosa... Sono felice di apprendere queste notizie più fondate, invece.
Complimenti per il blog, molto interessante e grazie di esserti fermato da me :)
Ciao Monica, qualsiasi sia la versione esatta resta il fatto che qualcuno si è sacrificato per una causa di vitale importanza, è importante che ci si ricordi spesso di queste persone.
EliminaGrazie per la visita e i complimenti.
Buona giornata Romualdo.
Romualdo, io sarò anche scomoda, e mi dispiace dirlo, ma sono anni che non ho avuto la fortuna di incrociare una donna. La società di oggi porta i migliori a mettersi da parte, e vedo in giro solo tanti maschietti e tante femminucce.
RispondiEliminaUna buona domenica
Ciao, la sincerità è sempre scomoda, non posso che condividere il tuo pensiero sperando che qualcosa possa migliorare, sai la speranza non muore mai.
EliminaGrazie della vista.
Buona domenica, Romualdo.
Io sono sempre quella che pensa al contrario... e che di donne così ce ne sono ancora, ma son sempre più nascoste! Anche perchè essere donna oggi è andare contro corrente, vuol dire uscire dal gruppo e camminare sola. Ma son sicura che prima o poi ci sarà un risveglio e allora la donna ritornerà ad essere Donna! Nel frattempo io vado avanti!
RispondiEliminaBello, bellissimo tributo!
Ciao!
Ciao Sara, sono d'accordo che ci siano ancora in giro donne che lottano tutti i giorni per migliorare la loro stessa situazione, ma vengono messe in secondo piano da altre donne che preferiscono vivere alla giornata, accontentandosi di piccole cose purché poco impegnative.
RispondiEliminaBuona domenica Romualdo.
Grazie di aver fatto chiarezza, Romualdo. Ignoravo questa parte della storia. Un post davvero interessante, ti faccio i miei complimenti. Buona giornata.
RispondiEliminaGrazie Caterina, spesso tendiamo a dimenticare quali siano le basi su cui poggia un pensiero "alto", la cosiddetta festa della donna aveva preso una piega tutt'altro che edificante, gli avvenimenti di questi ultimi anni sono riusciti a rimettere, più o meno, in carreggiata la celebrazione di un punto fermo (almeno dovrebbe esserlo) della nostra vita.
EliminaDobbiamo fare ancora molta strada ma se non ripartiamo da un giusto e sacrosanto inizio non si va da nessuna parte.
Buona serata.
Argomento molto importante questo. Avevo letto gran parte della storia ma qui mi sembra tutto più completo. Bravissimo e grazie di averlo riproposto. Abbraccio e buona serata Romualdo.
RispondiEliminaCiao Pia, la memoria non è certo uno dei pregi maggiori dell'umanità, tendiamo a dimenticare costruendo ideali che poggiano sul nulla, rileggendo il post di qualche anno fa (uno dei pochi se non l'unico che esula dall'argomento del blog) mi sono reso conto che io stesso stavo "viaggiando" su binari un tantino fantasiosi, ho pensato che ricordare cosa è successo, ricordare quante donne si sono sacrificate, potesse essere uno stimolo per guardare finalmente avanti.
EliminaGrazie, buona serata a te.
Davvero interessante scoprire come si è arrivati ad una data così importante.
RispondiEliminaGrazie davvero
Grazie Alberto, sono molte le "leggende" legate a questa giornata, rinfrescare la memoria (la mia innanzitutto) è fondamentale per capirne di più.
EliminaBuona serata.
Leggere Tomaso, ora che non c'è più... grandissima tenerezza.. non vorrei più una festa della Donna, vorrei non avesse senso, così come non lo avrebbe una festa dell'uomo inteso come maschio.
RispondiEliminaHo pensato anch'io la stessa cosa, la presenza di Tomaso mi ha commosso.
EliminaLe giornate della donna, dei bambini, delle disabilità, contro ogni forma di violenza, sono la dimostrazione che siamo sulla strada sbagliata, quando finalmente non c'è ne sarà più bisogno...
Grazie Franco, buona giornata.
Conoscevo la storia. Grazie per averla riportata. Buona serata.
RispondiEliminaCiao Mariella, grazie a te, buona serata.
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