In una trasmissione televisiva, il cui scopo era quello di far luce sul lavoro delle gallerie d’arte e la crescente difficoltà che molte di loro hanno nel tenere aperti i battenti, sono incappato nell’ennesima stortura del mercato, o meglio, nell’errata direzione seguita da chi è parte del mercato dell'arte.
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Immagine dal Web |
Uno dei galleristi è
ripreso mentre cerca di convincere l’acquirente di turno sulla bontà della
merce in vendita.
Parlando di un’opera di Gerhard Richter ha sottolineato
l’importanza di possedere un dipinto del pittore tedesco perché: “Richter è l’artista
vivente con la più alta rivalutazione delle proprie opere”.
Questo mi ha portato indietro di qualche anno, ero
entrato in una piccola galleria di un piccolo centro, non molto lontano
da dove vivo, il proprietario, un ragazzotto stretto in un completo grigio, il
cui scopo, non riuscito, era di farlo sembrare più professionale, non mi ha
dato nemmeno il tempo di entrare che mi si è incollato addosso congratulandosi con me per essere arrivato nel momento giusto, avevo la fortuna e il privilegio di cogliere l’occasione della vita, acquistare
un dipinto di un’artista, che non avevo mai sentito nominare (naturalmente la
colpa è mia e comunque conoscere nuovi artisti è sempre una mia prerogativa) e
che secondo lui (che ho scoperto in seguito essere figlio di un altro
gallerista, il ché spiega molte cose) avrebbe moltiplicato il valore in un
breve lasso di tempo.
In una galleria d’arte mi aspetto di poter dialogare e
condividere nozioni sull’argomento artistico ma sono bastati alcuni accenni per
capire che di arte il giovanotto non ne sapeva nulla, ho conosciuto gente non
appassionata che ne sapeva di più.
I minuti trascorsi in quel luogo sono passati
(lentamente) ascoltando teorie su quanto avessi guadagnato se compravo il tal
quadro e l’avessi venduto da lì a un lustro, o quanto avrei potuto arricchirmi
se portavo a casa altre opere rivendendole in seguito, tempo passato a parlare
di acquisti, vendite, guadagni, investimenti ecc., nulla che riguardasse l’aspetto
artistico, aspetto che al (poco o per niente) professionista era sconosciuto.
Qui torniamo all’individuo citato all’inizio, nelle gallerie
il denaro è al centro della discussione, questo non ci scandalizza, anzi, lo
scopo di questi negozi, perché una galleria d’arte altro non è che un negozio,
è vendere, altrimenti sarebbero obbligati a chiudere, ma siccome l’arte è anche
qualcosa che va oltre l’aspetto
materiale, mi aspetto che se entro in un luogo dedicato ad essa emerga anche l’aspetto
spirituale.
Molti sosterranno che il denaro è l’unica cosa che
conta per il mercato, può darsi, non lamentiamoci però se, al netto dei super
ricchi, si fatica a vendere a collezionisti dal livello (economico) più basso,
e se, come lamentano in molti, la gente comune passando davanti ad una galleria
si guarda bene dall’entrare, essere assaliti da venditori incompetenti non è il
sogno di chi vuole acquistare emozioni.
Forse non è un'analogia esattamente calzante, ma è la prima che mi è passata per la mente: tra una Galleria d'Arte e un Museo passa la differenza che possiamo trovare tra uno stabilimento balneare e un tratto di spiaggia libera. C'è il mare in entrambe le situazioni, ma nel primo vige la necessità di vendertelo.
RispondiEliminaCiao Franco, capisco che devi vendere, ma saper incentivare il cliente, parlando di arte per quello che è e non solo per ciò che materialmente potrebbe essere, sarebbe auspicabile. La tua analogia, per quanto un po' forzata, rende l'idea, anche se il mare, galleria o museo, non puoi portartelo a casa😉
EliminaGrazie carissimo, buon fine settimana.
Il denaro riesce sempre a sporcare tutto quello che tocca. Forse è sempre stato così, ma si questi ultimi tempi mi pare pure peggio.
RispondiEliminaPovera arte, poveri noi, e in definitiva: povero denaro.
Un salutone a te che resisti
Da sempre l'arte e il denaro hanno viaggiato in compagnia, purtroppo il secondo, come dici benissimo tu, ha preso il sopravvento in ogni ambito, tutto viene detto e fatto con un unico scopo quello di monetizzare, una deriva costante.
EliminaIo, tu e tutti quelli che amano le arti cerchiamo di percorrere una strada diversa, sempre meno affollata, ma non è deserta, finché ci sarà qualcuno che la esplora varrà sempre la pena dedicarci del tempo.
Grazie Alberto, buona serata.