martedì 21 gennaio 2025

Pittura e arte (quando l'una esclude l'altra)

“Schifano non era solo un ottimo pittore, era un artista”. Con queste parole Achille Bonito Oliva sottolinea un concetto che spesso sfugge a chi approccia l’arte, in particolare la pittura.

Mario Schifano – Paesaggio anemico, 1973-78 – Smalto su tela cm 97 x 77


Non voglio entrare nel merito dell’arte di Mario Schifano, almeno non in questa occasione, sottoscrivendo, per quanto mi riguarda, il pensiero del critico salernitano, voglio soffermarmi sul concetto che differenzia il pittore dall’artista, anche se in molti casi le due cose combaciano.

Quante volte viene attribuito lo status di artista ad una pittrice o pittore solo per il fatto di possedere una discreta tecnica? E quante volte gli stessi pittori e pittrici si autodefiniscono artisti per il medesimo motivo?

“Non sempre un pittore è anche un artista, mentre quasi sempre un artista è un pittore” (naturalmente rimanendo nell’ambito della pittura, cosa che vale anche per altre discipline, fotografia, scultura ecc.) questa frase, la cui attribuzione è incerta, fa il paio con le parole di Bonito Oliva, è arte se il pittore racconta qualcosa di interessante, di innovativo, di originale, altrimenti si tratta solo di ottima pittura.

Un'altra frase di questo tenore viene storicamente riportata ai primi del novecento e attribuita ad un membro, non esattamente identificato, delle cosiddette avanguardie storiche: "Alcuni pittori hanno deciso di abbandonare l'arte per continuare semplicemente a riprodurre la realtà". Concetto estremo ed evidentemente forzato ma che spiega in poche parole qual era l'idea rivoluzionaria di quel tempo. 

Davanti all’opera di Schifano, che propongo esclusivamente come compagna di viaggio in questo post, la reazione di molti va verso una direzione: “questa non è ne pittura ne tantomeno arte”, non essendoci alcuna certezza in questo mondo anche in questo caso non si può essere certi che la definizione sia errata. Ma perché Mario Schifano è considerato un grande artista?

Tralasciamo la stucchevole storia del mercato che indirizza da una parte o dall’altra, motivazione che non va totalmente ignorata ma che decade dopo mezzo secolo (il tempo non mente) ci dovremmo chiedere perché un dipinto come questo (non questo perché come già detto non è l’arte di Schifano al centro della scena) è a tutti gli effetti un’opera d’arte.

Lo è per il semplice motivo che ha qualcosa da dire, cosa ha da raccontare non ha importanza in questo momento, ha qualcosa da dire e questo basta.

Certo se ci limitiamo ad osservare il dipinto sperando che inizi a raccontare è naturale che non ci giunga alcunché, è nostro dovere, e piacere, iniziare un’indagine che non sappiamo quanto dura ne dove ci porterà ma sappiamo che ad un certo punto cominceremo a percepire i primi sussurri che con il tempo diventeranno vere e proprie narrazioni.

Ci piaceranno? non ci piaceranno? proviamoci e vediamo come va a finire.

7 commenti:

  1. La soggettività è determinante, il background che alimenta ogni singola soggettività lo è parimenti.
    Ti riporto un esempio recentissimo, sto propagandando con forza e convinzione, probabilmente sbagliando, L'ultimo film Here, di Zemeckis, anche sul mio blog, ma ricevo anche tanti riscontri contrastanti, spesso delusi. Colpa mia. In un commento sul mio post al film ho fatto un esempio credo calzante: il film di Zemeckis è come un lipogramma senza la A. Chi si rende conto vede gli sforzi, le genialità, la fatica di fare a meno di qualcosa di fondamentale, si esalta dinanzi le accortezze filmiche, visive, registiche.
    Tanti invece non si accorgono neanche che manca una a (non la base ma un elemento vitale del fare cinema), perché chi ha messo mano al prodotto è riuscito a non farti sentire la mancanza, ma a quel punto a te, spettatore "distratto", è rimasta una visione di superficie, non hai scavato ne' concepito nessuno stimolo.
    Un po' come tanti davanti uno Schifani ma anche davanti un Picasso. Ed ecco che il discorso del background che costruisce il nostro approccio a qualsiasi elemento artistico, può variare di estreme lunghezze d'onda. Suscitare meraviglia o lasciare indifferenti, come un iperrealismo dal quale non ci si lasci narrare quel di più che sembriamo - o non vogliamo - cogliere.
    Un abbraccio!

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    1. Ops, ho erroneamente pluralizzato Schifano.. ;)

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    2. Hai colto perfettamente il punto, la distrazione, l'approccio superficiale a qualsiasi cosa. Questo comporta una crescente difficoltà a comprendere situazioni mediamente complesse, un'abitudine all'approssimazione che porta a disdegnare tutto ciò che necessita anche solo di un minimo sforzo, non è casuale che spopolano siti e video il cui titolo recita: "(film a caso) spiegazione del finale" o "(sempre un film a caso) spiegato".
      Ho visto addirittura un canale YouTube chiamato: "L'arte spiegata ai truzzi", questo è stato sufficiente per cliccare su "non consigliare il canale", penso che solo uno stupido accetta di essere trattato come tale, a dimostrazione della validità del tuo pensiero sono le migliaia di iscritti.
      Troppa gente pur di evitare il minimo impegno è disposta a farsi spiegare qualunque cosa (anche se questo implica l'essere definito un idiota) alla fine si guarda un quadro, un film, con gli occhi degli altri, incapaci anche di una minima capacità critica.
      Grazie Franco, buona giornata.
      PS. Moltiplicare gli Schifano è il minore dei mali, pensa a cosa viene moltiplicato quotidianamente😉

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  2. La frase finale del post è bellissi9, quel "proviamoci" travalica il post, schifani, la pittura, travaluca tutto e abbraccia l'inteta esistenza, direi.bello o brutto, arte o no, qualsiasi sia l'oggetto di discussione, proviamoci. Proviamoci noi con le nostre forxe e capacità (tante, poche, chissà), ma proviamoci senza accettare passivamente il precostituito. Senza accettare passivamente e guardare un cretino che in diretta iutub (o istagram o quello che è) mangi una banana d'artista cistata quel che è costata. Proviamoci. non accontentiamoci. Proviamoci.
    Grazissime , post mai banali, grazissime.

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    1. Grazie Alberto, esatto, dobbiamo perseverare nella ricerca di una nostra visione, con l'aiuto di visioni pregresse, che aprono a strade diverse, dobbiamo insistere nella comprensione di ciò che è apparentemente incomprensibile, troppo spesso, per pigrizia, lasciamo che siano gli altri a pensare per noi, i risultati sono sotto gli occhi di tutti.
      Preghissimo, i tuoi sono complimenti che mi fanno molto piacere, mi spingono a continuare il viaggio verso "l'oltre", sapendo che non ci arriverò mai ma in fondo l'importante è ... provarci.
      Grazie a te, buona giornata.

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  3. Quando si è alla ricerca di qualcosa di nuovo e di forte comunicazione capita di non riuscire ad essere compresi fino in fondo. Schifano ha dalla sua parte studi approfonditi su tecniche di ogni genere e sui nuovi mezzi tecnologici usciti in quegli anni. Cinema, fotografia, serigrafia e molto altro. I suoi lavori hanno messo l'Arte su piani differenti a volte non comprensibili da chi ammira questo campo con superficialità. Ecco perché bisogna sempre approfondire sul perché di un certo lavoro e su un dipinto che potrebbe avere ammiratori oppure al contrario no. Sembra semplice un dipinto ma a volte non lo è. Tutto sta a noi ed al nostro senso critico. Spiegare un opera sarebbe inutile e molto spesso deleterio.
    Grazie Romualdo per questo argomento così ben elaborato. Un abbraccio e buona giornata.

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    1. Ciao Pia, grazie per aver descritto le basi sulle quali Schifano ha costruito la su visione di arte. Hai ragione, è spesso inutile spiegare un'opera a chi non ha voglia di approfondire, o forse è proprio quello che molti desiderano, vedere l'arte con gli occhi altrui, se non altro per evitare la fatica di farsi una propria opinione.
      Un abbraccio a te, buona serata.

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