«Sono un popolo insensato e in essi non c’è intelligenza. Se
fossero saggi capirebbero, rifletterebbero sulla loro fine»
«Io nasconderò loro il mio volto; vedrò quale sarà la loro
fine»
Sono le parole che appaiono, in alto la prima
frase in basso la seconda, in questa tavola realizzata da Jieronimus Bosch a
cavallo tra il quattrocento ed il cinquecento (alcune fonti optano per il 1485
ca. altre datano l’opera dal 1500 al 1525).
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hieronymus Bosch, I sette vizi capitale e i quattro novissimi.
Olio si tavola cm. 120 x 150.
Museo del Prado, Madrid |
La tavola
rappresenta i Sette vizi capitali e i Quattro novissimi.
I primi appaiono in uno scema circolare, probabilmente rappresenta la continuità del peccato che tende
a ripetere se stesso all’infinito.
Bosch al centro del
cerchio inserisce la figura di Gesù che è a sua volta contenuta in quello che
sembra essere l’occhio di Dio, infatti troviamo la scritta «Cave cave deus videt» (Attenti attenti Dio vede).
Attorno alla “pupilla”
divina si diramano un’infinità di raggi a ricordare che Dio può vedere ovunque
e in qualsiasi momento.
Alla base di ognuna
delle sette scene vi è il nome in latino del vizio raffigurato ma basta l’immagine
stessa a spiegare di quale peccato si tratta.
Tutte le classi
sociali sono rappresentate, solo l’avidità sembra incentrata su un ceto preciso,
infatti troviamo raffigurato un giudice ingiusto, incline alla corruzione.
La condotta morale,
più o meno retta, trova il suo epilogo nei quattro cerchi situati agli angoli della tavola: i
Quattro novissimi.
L’inequivocabile
fine è rappresentata, in senso orario, dalla morte seguita dal giudizio
universale che dividerà definitivamente i buoni dai dannati, i primi avranno accesso
al paradiso gli altri saranno condannati per l’eternità all’inferno.
Tutte le scene, soprattutto
quelle legate ai vizi capitali, sono ambientate in paesaggi olandesi dell’epoca
o in interni curati e arredati con sobria e lineare bellezza.
In seguito le scene
estrapolate dall’opera:
I sette vizi capitali
Superbia: Una donna
si rimira concentrando l’attenzione su se stessa al punto di ignorare un demone
che le regge lo specchio aiutandola a perdersi definitivamente.
Avarizia (nella sua
concezione più moderna; Avidità) Un giudice corrotto accetta sottobanco una
somma di denaro e modifica il proprio giudizio a seconda di quanto questo può
rendere in denaro.
Lussuria: Due
coppie amoreggiano sotto una tenda attorniate da giullari, cibarie e musiche
che inducono alla dissolutezza.
Invidia: Un
innamorato respinto osserva con invidia e gelosia il rivale più fortunato.
Gola: Alcuni
commensali divorano senza ritegno ogni portata servita dalla donna.
Ira: Due uomini
davanti ad una locanda si fronteggiano con sguardi minacciosi brandendo ogni
tipo di arma più o meno convenzionale.
Accidia: Un uomo
sazio oltremisura sonnecchia davanti al caminetto ignorando le richieste di
impegno provenienti dalla donna con in mano un rosario e che lo richiama ai
propri doveri morali che vengono, per pigrizia, trascurati.
I Quattro novissimi
La Morte
Il giudizio universale
Il paradiso
L'inferno