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sabato 20 maggio 2023

L'antica arte di guardare al futuro, John Constable

John Constable – Studio di cirri e nuvole, 1882 - Olio su carta – Victoria and Albert Museum, Londra


A cavallo tra il secondo e il terzo decennio del diciannovesimo  secolo John Constable da vita alla celebre serie che ha come principali, e unici, protagonisti il cielo e le formazioni nuvolose che lo attraversano.

Studi, bozzetti, opere accennate e opere complete, tutto dedicato alle nubi.

In questo Studio di cirri e nuvole il pittore inglese ci propone una visione incredibilmente “moderna”, rappresenta il cielo nuvoloso come nessuno lo aveva fatto fino ad allora.

Oltre alla rappresentazione di un soggetto alquanto banale che veniva rappresentato solo sottoforma di sfondo, di cornice, tutt’altro che marginale ma che lasciava spazio ad altri soggetti, spicca il fatto che per cogliere le infinite sfumature che le nuvole in perenne movimento ci regalano, Constable dipingeva “en plain air”, cosa che in quel tempo non era presa in considerazione e che troverà il suo utilizzo costante solo cinquant’anni più tardi grazie agli artisti impressionisti.

Quest’opera inoltre è realizzata con una tecnica che troverà il suo naturale impiego alla fine dell’ottocento e nel secolo successivo, la stesura del colore che non è più elaborata, studiata, avviene istintivamente, dove la rapidità sovrasta un concetto  più ragionato.

Se avviciniamo lo sguardo al dipinto, prendendo in considerazione solo alcune parti ignorando momentaneamente l’insieme ( senza per altro doverci avvicinare troppo) ci accorgiamo che le pennellate hanno un’idea precisa ma che necessitano di un’elaborazione per giungere alla meta prestabilita.

Quello che ad un primo sguardo ci può apparire come un semplice “studio” di qualcosa di comune, di ordinario, si rivela come uno straordinario sguardo al futuro.

4 commenti:

  1. Risposte
    1. ... che va oltre le nuvole stesse.
      Grazie Alberto, buona giornata.

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  2. Non so se sono finito in spam o come dicesti una volta non ammetti link (anche se poi era di un mio post), comunque adoro le nuvole, mi incantano proprio, mi ritrovo spesso a naso in su a guardarle scorrere, o immobili a disegnarsi.. le nubi raccontano mondi..

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    1. Ciao Franco, le nuvole non sono "materialmente" nulla di trascendentale, ma se riusciamo ad elaborarne i concetti si trasformano in qualcosa di speciale, l'infinito della nostra immaginazione, la proiezione del nostro "disequilibrio", sono il posto dove tutto è possibile.
      L'impossibile che è riuscito a trovare Constable.
      Grazie, buona giornata.

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