La Cappella Sistina è senza tema di smentita l’esempio più
illuminante della grandezza dell’arte “Italiana” nel periodo che tutti conosciamo come “rinascimento”.
Quando si nomina la “Cappella Magna”, come si chiamava al
tempo di Papa Sisto IV, Della Rovere (fu proprio dal nome del papa che l'ha fortemente voluta che prese in seguito l’appellativo di “Sistina”) si pensa
immediatamente a Michelangelo e alla volta affrescata magnificamente tra il
1508 e il 1512 (con l’interruzione di un anno tra il 1510 e il 1511) o al
Giudizio Universale dello stesso Michelangelo eseguito tra il 1537 e il 1541.
Ma la Cappella Magna viene inaugurata nel 1483 e nei due
anni precedenti venne affrescata da artisti di grande fama e talento, sicuramente il
meglio dell’arte di quel periodo, Perugino, Botticelli, Ghirlandaio, Della
Gatta, Rosselli, Signorelli e D’Antonio.
Ed è proprio di questi affreschi che voglio parlare, infatti
chi si reca ad ammirare lo spettacolo artistico della Sistina è catturato dalle
opere di Michelangelo che oscurano tutto il resto. Passano così inosservati i
capolavori sulle pareti laterali. Si tratta di opere di grandi dimensioni, gli affreschi misurano ciascuno 350 x 570 cm. circa.
Ponendoci di fronte all'altare vediamo a sinistra i sei
dipinti dedicati alla vita di Mosè mentre alla destra i sei affreschi dedicati
alla vita di Gesù.
Due “racconti” in pittura che illustrano il percorso dei due padri
legislatori del primo e del secondo testamento.
Le due storie parallele si “rispecchiano” concettualmente.
Il primo dipinto di sinistra è legato al primo di destra, infatti mentre l’angelo ordina la circoncisione del figlio di Mosè, di fronte assistiamo al battesimo di Cristo, cerimonie fondamentali che gettano le basi dell’ebraismo e del cristianesimo.
Il primo dipinto di sinistra è legato al primo di destra, infatti mentre l’angelo ordina la circoncisione del figlio di Mosè, di fronte assistiamo al battesimo di Cristo, cerimonie fondamentali che gettano le basi dell’ebraismo e del cristianesimo.
Nel secondo caso le Prove di Mosè si interfacciano con le
tentazioni di Cristo.
Il terzo “rispecchiamento” vede l’attraversamento del Mar
Rosso da parte del popolo eletto, che così riesce a fuggire dalla tirannia del
Faraone, mentre sulle sponde del lago di Tiberiade Gesù si rivolge a Pietro e
Andrea comunicando loro che “vi farò pescatori d’uomini”. Due storie di acqua e
di salvezza.
La quarta “coppia” vede Mosè che riceve le tavole della
legge, mentre Gesù pronuncia il discorso della montagna, la legge ebraica con i
dieci comandamenti da una parte e la legge di Gesù, la legge della tolleranza e dell’amore dall'altra.
Il quinto confronto vede Mosè che ottiene giustizia punendo
chi si opponeva allo stesso Mosè e ad Aronne che rappresentavano le autorità,
civile e religiosa. Di fronte Gesù consegna le chiavi a Pietro riconoscendo
alla Chiesa di Roma l’autorità religiosa e civile.
Per finire ecco i testamenti spirituali di Mosè e di Cristo,
la benedizione di Mosè al popolo d’Israele e a Giosuè, mentre dall’altro lato
Gesù consacra il corpo ed il sangue di Cristo nell’ultima cena, gli ultimi “preparativi”
che portano a compimento il disegno celeste.
Storie di Mosè
Pietro Perugino - Viaggio in Egitto e Circoncisione del figlio di Mosè |
Sandro Botticelli - Le prove di Mosè |
Biagio D'Antonio - Attraversamento del Mar Rosso |
Cosimo Rosselli - La consegna delle Tavole della Legge |
Sandro Botticelli - La punizione dei ribelli |
Luca Signorelli e Bartolomeo della Gatta - Morte e testamento di Mosè |
Storie di Gesù
Pietro Perugino e aiuti - Battesimo di Cristo. |
Sandro Botticelli - Tentazioni di Cristo |
Domenico Ghirlandaio - Vocazione dei primi apostoli. |
Cosimo Rosselli (attr.) - Discorso della montagna |
Pietro Perugino - Consegna delle chiavi |
Cosimo Rosselli - Ultima Cena |