Il
23 marzo 1998 i Manà, groppo rock Messicano, pubblicano il singolo “En el
quelle de San Blas” ottenendo un discreto successo.
In
Italia il brano viene trasmesso da tutte le radio nel novembre del 2001
estratto dall’album “Grandes”, anche nel nostro paese arriva il successo, i
Manà finalmente sono noti al grande pubblico anche in Europa.
Il testo si ispira alla
storia di Rebeca Mendez Jimenez di Puerto Vallerte. La giovane Rebecca si
fidanza con un ragazzo del posto, poco prima del matrimonio questi parte per
una battuta di pesca, Promettendo alla giovane di tornare presto. Il
peschereccio sul quale si imbarca il giovane purtroppo non fa più ritorno.
Rebeca, disperata continua ad attenderlo al molo di San Blas, vestita con
l’abito da sposa che avrebbe dovuto indossare appena tornato l’amato. La donna
muore nel 2012, dopo aver aspettato il suo grande amore per tutta la vita.
Durante un viaggio a Puerto
Vallerte, il cantante dei Manà, Fernando Fher Olvera, conosce
l’anziana Rebeca e, ascoltata la sua storia, decide di scriverne una canzone,
nasce cosi “En el muelle de San Blas”.
Il testo tragico e commovente si fonde con una
melodia che ci culla e accompagna in questa fantastica storia d’amore.
Nel
molo di San Blas
(traduzione)
Lei salutò il suo amore
lui partì su una barca nel molo di San Blas
lui giurò che sarebbe tornato
e lei inzuppata di lacrime giurò che lo avrebbe aspettato
mille lune passarono
e lei stava sempre nel molo
aspettando
molti pomeriggi si annidarono
nei suoi capelli
e nelle sue labbra
portava sempre lo stesso vestito
cosi se lui fosse tornato non si sarebbe sbagliato
Titolo dell’opera: Studio dal Ritratto di Innocenzo X
di Velázquez – 1953
Tecnica: olio su tela
Dimensioni: 153 cm x 118 cm
Ubicazione
attuale: Des Moines Art Center di Des Moines,
Iowa
Questa terrificante
immagine, basata sul famoso dipinto di Velasquez, è stravolta con un’espressione
torturata, accentuata da schizzi di sangue sulla veste del papa.
Il pontefice è
imprigionato da una struttura molto simile ad un trono.
Il dipinto è percorso da
drammatici tratti verticali che sembrano offuscare la figura urlante
immobilizzata con i pugni stretti.
Bacon utilizza soggetti
presi dalla realtà o da immagini tradizionali; dipinti di vecchi maestri,
giornali o pellicole, che poi vengono crudelmente stravolti.
Bacon porta alla luce,
come in questo dipinto, gli abissi della psiche umana mettendo in evidenza
orrore e disgusto con l’intensità di un incubo.
All’inizio Bacon veniva
paragonato a Graham Sutherland, per poi gradualmente sviluppare una linea
personale fatta da orribili distorsioni della figura umana, per le quali è
diventato famoso.
Francesco Tricarico esordisce nel
settembre del 2000 con il singolo “Io sono Francesco”, il successo è immediato
tanto da ottenere il primo posto nella classifica di vendite in Italia, e viene
premiato con il Disco di Platino ed altri importanti riconoscimenti.
E’ una canzone dal sapore
autobiografico, ( il padre del cantante è morto in servizio nell’aereonautica
quando il piccolo Francesco aveva solamente tre anni).
Il brano subisce, però alcune censure
radiofoniche, Tricarico definisce la sua maestra delle elementari “puttana” per
un comportamento decisamente scorretto verso il giovane alunno, nella
circostanza assegna un tema sui papà ignorando - pur sapendolo – che il bambino
fosse orfano e respingendo con indifferenza le proteste dello stesso.
Un brano dalla musica quanto meno
particolare, come particolare è il modo di cantare di Tricarico, al primo
ascolto la canzone appare frivola e fuori dagli schemi, ma il testo ci racconta
come una frase detta senza pensarci da un adulto a un bambino può lasciare, nei
bambini stessi, segni indelebili che si ripercuotono per il resto della vita. Tricarico ci insegna ad affrontare
anche i più “leggeri” argomenti (così appaiono a noi cosiddetti adulti), con
intelligenza senza dimenticare che tutto ciò che ci appare banale e senza
importanza per un bambino può essere addirittura vitale.
Io
sono Francesco
Buongiorno buongiorno io sono
Francesco
io ero un bambino che rideva sempre
ma un giorno la maestra dice oggi c'è tema
oggi fate il tema, il tema sul papà
io penso è uno scherzo sorrido e mi alzo
le vado vicino ero contento
le dico non ricordo mio padre è morto presto
avevo solo tre anni non ricordo non ricordo
lei sa cosa mi dice neanche mi guardava
beveva il cappuccino non so con chi parlava
dice "qualche cosa qualcosa ti avran detto
ora vai a posto e lo fai come tutti gli altri"
puttana puttana, puttana la maestra
puttana puttana, puttana la maestra
io sono andato a posto ricordo il foglio bianco
bianco come un vuoto per vent'anni nel cervello
e poi ho pianto non so per quanto ho pianto
su quel foglio bianco io non so per quanto ho pianto
brilla brilla la scintilla brilla in fondo al mare
venite bambini venite bambine e non lasciatela annegare
prendetele la mano e portatela via lontano
e datele i baci e datele carezze e datele tutte le energie
Cadono le stelle è buio e non ci vedo e la primavera
è come l'inverno il tempo non esiste neanche l'acqua del mare
e l'aria non riesco a respirare
e a dodici anni ero quasi morto
ero in ospedale non mangiavo più niente
e poi pulivo i bagni, i vetri e i pavimenti
per sei sette anni seicento metri quadri
tadanatadadana
e il mio capo il mio capo mi ha salvato
li ci sono giochi se vuoi puoi giocare il padre è solo un uomo
e gli uomini son tanti scegli il migliore seguilo e impara
buongiorno buongiorno io sono Francesco
questa mattina mi sono svegliato presto
in fondo in quel vuoto io ho inventato un mondo
sorrido prendo un foglio scrivo viva Francesco
brilla brilla la scintilla brilla in fondo al mare
venite bambini venite bambine e non lasciatela annegare
prendetele la mano e portatela via lontano
e datele i baci e datele carezze e datele tutte le energie
venite bambini venite bambine e
ditele che il mondo può essere diverso
tutto può cambiare la vita può cambiare
e può diventare come la vorrai inventare ditele
che il sole nascerà anche d'inverno
che la notte non esiste guarda la luna
ditele che la notte è una bugia
che il sole c'è anche, c'è anche la sera.
Dimensioni: 58 cm x 90 cm Ubicazione attuale: The Cleveland Museum of Art di Cleveland
E’ un famosissimo quadro
del periodo blu, è evidente come la realtà sia vista dall’autore attraverso una
lente, appunto blu che dona alla scena un’atmosfera del tutto particolare.
Picasso rivela con questo
dipinto la sua attenzione per i simbolisti di fine secolo, che avevano come loro
manifesto il "Pescatore povero" di Puvis de Chavannes, esposto al museo
del Lussemburgo, e si ispiravano ai lavori britannici di Gauguin.
Ai molti significati
allegorici, alcuni evidenti altri più oscuri, l’artista ha aggiunto un motivo
autobiografico: mentre in un lavoro preparatorio la figura maschile aveva i
suoi tratti nella tela definitiva viene raffigurato l’amico Carlos Casagemas,
morto suicida a Parigi nel febbraio del 1901 in seguito ad una delusione d’amore.
Il tema della vita, qui
rappresentato dalla donna con il bambino, è infatti controbilanciato da quello
del dolore evidente nelle figure dei dipinti appoggiati alla parete, lo sguardo
triste e ansioso dei due giovani tradisce un desiderio che non riesce ad essere
appagato.
Ripropongo dopo qualche mese questo
post, a cui ho apportato qualche modifica. Grazia Cosima Deledda è una scrittrice
Italiana premio nobel per la letteratura nel 1926. Nasce a Nuoro il 27 settembre 1871.
Muore a Roma il 15 agosto 1936. Famosa sopratutto per il romanzo Canne
al vento, che gli ha permesso di vincere appunto il Nobel, io volevo brevemente
ricordarla per un'altro romanzo che mi ha conquistato per la passione ed il
sentimento intimo che si coglie pagina dopo pagina.
Il Paese del vento.
Una giovane sposa in viaggio verso il paese dove inizierà la sua vita
coniugale.
Lo stato d’animo dei due coniugi in attesa del treno che li condurrà alla
dimora che li ospiterà per la loro luna di miele,è ricco di aspettative e di
sogni da realizzare insieme, ma la sensazione di fiducia verso il futuro si
interrompe bruscamente non appena il treno inizia a scorrere sulle rotaie.
Nina si guarda indietro e rivive la propria vita, la casa dell’infanzia,
il rapporto con i genitori, e la servitù.
Il notaio che periodicamente fa visita alla famiglia per fare il resoconto
dell’attività del padre, descrive le grandi qualità del figlio provetto
studente e geniale futuro medico, fino a proporre un incontro fra i due
giovani.
I giorni passano e nella casa di Nina tutto procede come al solito quando
un uomo chiede di poter alloggiare nella casa della ragazza, la famiglia ha
adibito una stanza all’ultimo piano come alloggio per visitatori di passaggio o
turisti in cerca di relax.
L’incontro fatto più di sguardi e sospiri che di parole, con quello che
presto si rivela essere Gabriele, il figlio del notaio, dura lo spazio di poche
ore dopodiché il giovane se ne va senza preavviso e nell’animo di Nina si fa
spazio un sentimento di malinconia che si ridurrà lentamente per poi svanire
quando conosce l’uomo che presto diventa suo marito.
L’arrivo alla destinazione della luna di miele viene accompagnato da
segnali tutt’altro che lieti, il clima freddo e ventoso del posto, la casa
scelta per il soggiorno rende Nina ancora più triste e malinconica.
Un giorno mentre passeggia sulla spiaggia con il marito, Nina incontra un
uomo evidentemente malato, dal viso scarno e con un colorito giallognolo, Nina
si ferma guarda l’uomo poi costringe il marito ad una fuga verso casa.
Quell’uomo Nina è convinta di conoscerlo.
Un breve romanzo di chiaro sapore autobiografico
dove un’intensa Deledda ripercorre il tormento e la determinazione nella
ricerca di se stessa.
Incipit:
Nonostante
tutte le precauzioni e i provvedimenti del caso, il nostro viaggio di nozze fu
disastroso.
Ci si
sposò di maggio, e si partì subito dopo. Rose, rose, ci accompagnavano: le
fanciulle le gettavano dalle loro finestre, con manciate di grano e sguardi d'invidia
amorosa: la stazione ne era tutta inghirlandata; e rosseggianti anche le siepi
della valle. Rose e grano: amore e fortuna: tutto ci sorrideva.
La mèta
del nostro viaggio era sicura, adatta alla circostanza: una casetta fra la
campagna e il mare, dove il mio sposo aveva già qualche volta villeggiato: una
donna anziana, discreta, brava per le faccende domestiche, da lui già
conosciuta, doveva incaricarsi di tutti i nostri bisogni materiali. E noi si
sarebbe andati a spasso, lungo la riva del mare, o fra i prati stellati di
ligustri, o più in là fra i meandri vellutati di musco della pineta canora.
Apposta
io mi ero provveduta di una paglia di Firenze, flessibile e alata come una
grande farfalla, col nastro cremisi svolazzante, simile a quelle che portavano
le eroine di Alessandro Dumas figlio.
L’eterno
dilemma, può l’uomo ergersi a creatore e se si a che prezzo?
L'argomento era stato proposto da Mary Shelley nel suo eccellente romanzo
“Frankenstein”, anche Stephen King prova a cimentarsi su un argomento che
da sempre attrae e spaventa gli uomini di tutto il mondo: si può ridare la vita
e tutto questo che costo comporta? In
Pet Samatary King racconta di Louis un medico che viene nominato direttore
sanitario presso l’università del Maine. Si trasferisce in una grande casa vicino
al piccolo centro di Ludlow con la moglie Rachel e i figli Ellie e Gage, con
loro anche il gatto di Ellie. Ad
affrontare le difficoltà iniziali interviene il vicino, Jud che li avvisa circa
la pericolosità della superstrada che costeggia la loro casa costantemente percorsa
da grandi camion ad alta velocità.
Jud
e Louis diventano amici. Louis ha perso il padre a 3 anni e trova in Jud la
figura paterna che manca da allora. Jud mette a rischio l’amicizia con i Creeds
quando, alcune settimane dopo porta la famiglia a visitare nel bosco dietro
casa un piccolo cimitero dove i bambini del posto seppelliscono i propri
animali. Rachel
non vuole toccare con i figli il discorso della morte forse perche lei stessa
rimase traumatizzata da piccola per la prematura scomparsa della sorella. Louis
stesso subisce un’esperienza traumatica, uno studente, Victor Pascow, muore in
un incidente stradale e dice le sue ultime parole a Louis anche se i due non si
conoscono. La notte successiva Louis fa un sogno molto realistico, Pascow lo
accompagna al piccolo cimitero ed avvisa lo stesso Louis di non “andare oltre,
non importa quanto credi sia necessario”. Al risveglio il mattino successivo
Louis si convince di aver sognato tutto, finche non vede i suoi piedi sporchi
di fango e aghi di pino, nonostante questo etichetta il tutto come un prodotto
dello stress subito dalla morte di Pascow. Rachel
ed i bambini sono andati dai nonni a
Chicago, in un incidente muore il gatto di Ellie, Louis per evitare di dare la
notizia alla figlia decide di seppellire il gatto nel piccolo cimitero degli
animali. Jud, per ripagare Louis che intervenendo tempestivamente salva la
moglie dopo un attacco cardiaco, va oltre il cimitero e porta Louis verso
quello che egli stesso definisce “il vero cimitero”, un antico luogo usato
dagli indiani Micmac. Qui seppelliscono il gatto e Jud assicura che tornerà in
vita durante la notte. Louis
non ci crede, e pensa che questa storia sia finita fino al pomeriggio
successivo, quando il gatto torna a casa. È ovvio che Church non è lo stesso di
prima. Church caccia topi ed uccelli più spesso di prima, ma li squarta senza
mangiarli. Il gatto emana anche un odore che costringe Ellie a non volerlo in
camera la notte. Jud conferma che questa è la regola, non l'eccezione, per gli
animali risorti.
Il gatto di Ellie nel film
Mesi
dopo mentre gioca sul prato di casa il piccolo Gage si
avvicina troppo alla superstrada, quando i genitori se ne accorgono è troppo
tardi, un camion lanciato a forte velocità colpisce il bambino ributtandolo sul
prato, gage non è stato investito in pieno ma l’urto è sufficiente: Gage non ce
la fa. Louis
è particolarmente tormentato per non essere riuscito a salvare il figlio.
Comincia a considerare l'idea di riportare in vita il figlio con l'aiuto del
cimitero indiano. Jud, immaginando quello che Louis ha in mente, tenta di
dissuaderlo raccontandogli la storia dell'ultima persona rinata. Termina la
storia affermando che "il posto ha un potere" e questo potere ha
causato la morte di Gage perché Jud, spinto da esso, vi ha portato Louis. Nonostante
questo, Louis decide di mettere in atto il piano, con orribili conseguenze per
sé e per i suoi cari. Gage ritorna dal mondo dei morti sotto forma di mostro demoniaco,
ombra di sé stesso, ed inizia la sua missione uccidendo Jud con uno dei bisturi
di Louis, quindi passa alla madre. Louis si confronta col figlio e lo rimanda
nella tomba con un'iniezione letale. Apprendiamo, in ogni caso, che non ha
ancora imparato dai suoi errori.
Stephen King in una apparizione nel film
Posseduto dallo spirito malvagio che consente
la resurrezione dei cadaveri, egli pensa che se Gage è diventato una specie di
demone è colpa del troppo tempo passato dal momento della morte a quello della
sepoltura nel cimitero indiano, quindi dà fuoco alla casa di Jud (dove si era
compiuto il massacro) e porta la moglie morta nel luogo di sepoltura. È notte,
Louis, ormai diventato pazzo dal dolore, è seduto alla sua scrivania e sta
controllando delle carte, quando sente una mano gelida appoggiarsi sulla spalla
e ode la voce di Rachel chiamarlo "Caro..."; a questo punto il
racconto finisce, lasciando al lettore il dubbio su come sia finita la vicenda. Da questo romanzo è stato tratto un film, il
pessimo titolo italiano, “Cimitero vivente” è una delle cause del fallimento
della pellicola che al contrario di altre riduzioni dei romanzi di King, racconta
la storia seguendo, anche se parzialmente, lo scritto del “Re”.
AC/DC
sono un gruppo hard rock che si forma a Sydney nel 1973. Il
gruppo è considerato universalmente australiano ma quasi tutti i suoi membri
sono nativi britannici. Gli AC/DC sono tra i gruppi di maggior successo
nell’intera storia del rock : basti pensare agli oltre 200 milioni di copie
vendute nel mondo di cui 71 milioni nei soli Stati Uniti. Back in Black è il
secondo album più venduto di tutti i tempi dopo “Triller” di Michael Jackson. Malcom
Young con il fratello Angus fondano il gruppo nel 1973, il 31 dicembre nascono
cosi gli AC/DC. Il nome è scelto dalla sorella Margaret che legge la scritta
AC/DC (Alternate Current/Direct Current) ossia Corrente alternata/ Corrente
continua su un elettrodomestico e la trova perfetta per descrivere
l’elettricitàche il gruppo infonde con
la propria musica. Della formazione iniziale fanno parte anche il cantante Dave
Evans, il bassista Larry Van Kriedt e il batterista Colin John Burgess. I
fratelli Young non erano soddisfatti dell'apporto vocale di Evans, e ritenevano
che i suoi atteggiamenti troppo glam (era abituato ad esibirsi con i
pittoreschi “ zatteroni") non fossero in linea con il loro concetto di rock
band: a pochi mesi dalla costituzione del gruppo si misero in cerca di un nuovo
cantante che allo stesso tempo potesse anche fregiarsi del titolo di
“frontman”. Fu per puro caso che gli AC/DC si imbatterono in Bonn Scott; originario
anch'egli della Scozia. Con i suoi 28 anni, Scott era il più vecchio del gruppo
ma la sua esperienza permette agli AC/DC di trovare in breve tempo la propria
dimensione e lo stille grezzo e stradaiolo che li caratterizza per tutti gli
anni a venire.
Fu con l'album successivo, TNT (pubblicato in Australia e Nuova Zelanda), che il
suono degli AC/DC iniziò a venir fuori in modo prorompente. All'inizio del 1976,
grazie anche a una lunga serie di esibizioni dal vivo, gli AC/DC avevano già
raggiunto un notevole grado di popolarità in Australia. Ma erano praticamente
sconosciuti nel resto del mondo.
Solo alla fine del 1978 gli AC/DC iniziano
ad essere un gruppo di culto del panorama hard & heavy, sia nella loro
nativa (musicalmente) Australia, sia in buona parte dell'Europa; il loro logo era
diventato uno di quelli più utilizzati per adornare giubbotti e giacchette tra
i fans della musica hard rock. Soltanto gli Stati Uniti sembravano non aver
ancora notato appieno la loro presenza.
Nel 1979 è con l’album Highway to
Hell che gli AC/DC sfondano nelle hit inglese e statunitense.
Il tour mondiale si era da poco
concluso e il gruppo stava raccogliendo idee e spunti per il nuovo album
quando, il 19 febbraio del 1980 si consumò il giorno più tragico della loro
storia: Bon Scott fu trovato morto a Londra, all'interno di un’auto di un
amico. Anche se permangono alcuni punti oscuri sulla vicenda, secondo la
versione ufficiale e più accreditata Scott fu vittima dell'ingestione di una
quantità eccessiva di alcool, e allo stesso tempo di una tragica e sfortunata
serie di eventi:, Bon e l'amico (il cui nome corrisponderebbe ad Alistair
Kinnear) si dirigono verso casa di quest'ultimo.
Avendo notato che Bon s'era
addormentato ed era troppo ubriaco per svegliarsi e dirigersi verso
l'appartamento, l'amico lo coprì con una coperta e lo lasciò in macchina;
quando 15 ore dopo l'amico si svegliò e controllò la macchina, si accorse che
Scott era ancora incosciente e lo portò di corsa all'ospedale di King's College. All'arrivo
all'ospedale Bon Scott era già deceduto; la possibilità che Bon sia morto
soffocato dal proprio vomito in uno stato di incoscienza causata dall'alcool, e
la possibilità che la temperatura oltremodo rigida dell'inverno londinese gli
abbiano causato una congestione sono state spesso citate come ipotesi
sull'accadutoma non comparirono nel
verdetto medico ufficiale secondo il quale il decesso fu dovuto a
intossicazione acuta da alcool.
Proprio nel momento in cui gli AC/DC
trovarono il successo e la loro forma migliore, la morte di Bon Scott pareva
aver concluso nel modo peggiore e più inaspettato la loro avventura e persino
la loro carriera.
Nel periodo successivo il gruppo
cerca un nuovo cantante e il caso vuole che un fan degli AC/DC mandò al
management del gruppo una cassetta con alcune registrazioni di Brian Johnson.
Fissate delle audizioni nel 1980 inizia l’era di Johnson.
Con Johnson, gli AC/DC si recarono
alle Bahamas per incidere il nuovo album. Il gruppo utilizza alcune linee
musicali che erano state raccolte quando Bon Scott era ancora vivo, ma la
maggior parte del materiale è scritto da zero. I testi incompleti e le idee che
Bon aveva raccolto in una serie di appunti non vengono mai usati, per rispetto
alla sua memoria. L'album è intitolato Back in Black ed esce il 25 luglio 1980,
con una copertina completamente nera che rendeva omaggio allo scomparso Bon
Scott.
Anche grazie allo straordinario
lavoro su questo album, Brian Johnson fu accettato subito dai fan. La sua voce
era più "gridata" e acuta di quella di Bon Scott, ma aveva
indubbiamente delle similitudini e parve subito adatta anche a molti brani
scritti da quest'ultimo.
Il tour mondiale che seguì l'uscita
dell'album vide l'introduzione di uno degli elementi scenici che
caratterizzeranno la maggior parte dei futuri concerti del gruppo: una campana
del peso di una tonnellata e mezza appositamente fatta forgiare con il logo
AC/DC e che verrà colpita da Brian Johnson all'inizio del brano Hells Bells.
Tra gli alti (molti) e bassi (pochi)
degli anni successivi, tra accuse di testi “satanisti” , in Nuovo Messico sono
stati bruciati i loro album, e il grande successo dei tour live, voglio
ricordarvi il ritorno al grande successo con il singolo Thunderstruck nel 1990.
Al di la dei testi voglio concentrare
l’interesse sulla musica che come indica il nome del gruppo libera una quantità
enorme di energia ad ogni nota.
Vi propongo alcuni brani del gruppo
australiano, Thunderstruck, Highway to Hell e Back in Black .