Quale “disegno” si cela dietro l’ottusità censoria nella storia dell’umanità ed in particolare al giorno d’oggi dove, l’accesso ad ogni genere di immagini è disponibile praticamente a chiunque?
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Gustave Courbet –
Donna con calze bianche, 1864 – olio su tela cm 65 x 81 – Barnes Foundetion,
Philadelphia
Mi è capitato, facendo una ricerca su Gustave Courbet,
di trovarmi di fronte a riproduzioni fotografiche di opere a cui avevano apposto un bollino nero (o una
sfocatura strategica) su alcune parti del corpo nudo femminile.
Nell’epoca della pornografia accessibile a tutti come è possibile che un nudo pittorico debba essere ancora censurato?
Ho provato ad entrare nella testa di questi soggetti
(all’inizio è difficile in quanto la parete cranica è spessa, ma una volta
entrati c’è tutto lo spazio che uno desidera) e prendere in considerazione le
loro motivazioni, asseriscono che gli interventi censori sono indispensabili
(sempre parole loro) per evitare traumi e shock a persone sensibili davanti a
tali dipinti.
Ammesso e non concesso che questo nel 2025 abbia un
senso, mi chiedo perché non vi è un intervento simile su altri quadri che
mostrano scene probabilmente più crude, un esempio può essere il capolavoro di
Michelangelo Merisi, al secolo Caravaggio, il suo “Giuditta e Oloferne” è
sicuramente potente, la violenza emerge in tutta la sua forza (non entro nel
merito delle opere prese in considerazione). Davanti a questo dipinto una
persona “sensibile” non potrebbe subire il tanto decantato shock?
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Caravaggio – Giuditta e Oloferne, 1599-1602 ca. – Olio su tela cm 145 x 195 – Palazzo Barberini, Roma
Evidentemente la teoria sostenuta dai sempre attenti e
presenti censori fa acqua da tutte le parti, infatti dove c’è censura c’è un
nudo da nascondere (non vanno dimenticati i solerti bacchettoni che,
probabilmente a causa di frustrazioni personali, segnalano indignati ogni
possibile nudità).
Paradossalmente questi comportamenti si sono intensificati
negli ultimi decenni, trenta o quarant’anni fa la censura agiva con meno attenzione, oggi le maglie si sono strette, a dimostrare, se ce ne fosse ancora
bisogno, di una regressione sociale e culturale senza freni.