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lunedì 10 giugno 2024

L'innata essenza e la sua contaminazione

“Definita la nostra anima per gli spirituali, il nostro cervello per i razionali, il nostro cuore per i sentimentali, ognuno può usare il suo termine, ma ciò che si racchiude nelle profondità del nostro essere è la nostra essenza, l’intrinseco di noi stessi senza il quale non esisteremmo neanche come cenere. L’innato è ciò che esiste da sempre e rinasce ad ogni vibrazione del cosmo risvegliandosi e sopendo nel corso di quegli istanti definiti esistenza …”

(da valeriaromsel.com)

Valeria Romsel - Il risveglio dell'innato 2021 - Acrilico su tela cm 70 x 100

Questa è parte della lettura che l’autrice fa del suo dipinto, spesso gli artisti lasciano volutamente degli spazi interpretativi a disposizioni dell’osservatore che in questo modo si può sentire parte attiva nella costruzione dell’opera, Valeria Romsel invece mette in chiaro la sua visione ma l’opera è talmente complessa e affascinante che la sua interpretazione si trasforma in un mezzo con cui iniziare il viaggio nel dipinto.

La creatura, apparentemente mostruosa, ancora in fase di trasformazione, cosa rappresenta? Tutto ciò che è reale e tutto quello che reale non è, se leggiamo le parole di Valeria non possiamo non prendere la strada che ci ha tracciato, ma questo non basta, è necessario intraprendere un percorso all’interno di noi stessi per sbrogliare la matassa, un viaggio tutt’altro che semplice.

Una cara amica, Xoana Nuñez, appassionata d’arte, che prende spunto dalle sue grandi conoscenze in psicologia e filosofia, cosi si esprime: “…credo che sia un po’ tutti e tre, anima cervello e sentimenti, siamo così complessi. E tante volte la complessità è vista come una caratteristica negativa, io invece la considero maestosa”.

Sia la pittrice che Xoana vanno nella medesima direzione ma, pur navigando verso la tessa meta, lo fanno in modo diverso, aggiungono l’una all’altra tasselli fondamentali.

Sempre restando aggrappato alla descrizione dell’artista voglio sottolineare un passo imprescindibile, l’innato è un: “essere di luce, di speranza, gioia pura ingenuità …”, dunque siamo di fronte alla perfezione, al Noi prima della contaminazione.

Xoana Nuñez invece ci mette di fronte a ciò che non riusciamo a cogliere, la maestosità di tutto quello che non comprendiamo o che non è allineato al sentire comune, un sentire che, se non siamo coscienti del nostro essere, ci travolge fino ad annullarci.

Contaminato da chi ci circonda, a sua volta stravolto da noi stessi che ci vergogniamo della purezza nascondendola dietro ad infinite maschere, finzioni che finiscono per renderci veramente “mostruosi”, siamo intimoriti dalle nostre paure, dalle nostre insicurezze, in apprensione per il giudizio altrui, celiamo la nostra bellezza perché pensiamo di non esserne degni.

6 commenti:

  1. Concettualmente lo capisco e posso anche condividere, esteticamente però, non mi emoziona più di tanto

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    1. Ciao Alberto, come sai do sempre la precedenza al concetto, l'estetica viene in secondo piano, per quanto riguarda l'emozione che si prova davanti a questo dipinto devo dire che mi ha incuriosito immediatamente, trasmetteva un messaggio complesso, la mia domanda è stata: "quale è il messaggio?", da qui la ricerca e il piacere nel constatare che dietro c'era qualcosa di grande.
      Grazie, buona serata.

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    2. Si certo, lo so che per te l'idea è fondamentale e qui c'è senz'altro una grande idea. Tuttavia vista così quest'opera non mi tocca, ma non la considero brutta o sbagliata.

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    3. È chiaro il tuo pensiero Alberto, sono io che mi sono spiegato male, l'aspetto estetico, come ogni particolare di un'opera, può colpirci o lasciarci indifferenti, io mi riferivo alle emozioni (che tu non hai provato) mentre per ciò che concerne il mero aspetto visivo posso essere d'accordo con te, non colpisce l'occhio come lo colpiscono altri dipinti.
      Sei concettualmente "artistico", dubito che tu ti sia mai riferito ad un'opera definendola brutta o sbagliata, queste sono definizioni frutto di un approccio superficiale, strada che non percorri.

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  2. Siamo il colmo dei nostri mostri.. il singolare é che le interpretazioni sono molteplici..potremmo essere noi a trattenere le belve, o le belve a cibarsi di noi..chissà..mentre all'esterno appariamo concilianti e ben disposti.. chissà che innato si intravede Valeria..

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    1. Ciao Franco, la tua lettura si aggiunge alle altre che ho citato, è molto interessante, siamo consci delle "maschere" che indossiamo o siamo totalmente in balia di ciò che ci circonda?
      Che innato intravede Valeria? mi sa che non lo sapremo mai.
      Grazie, buona serata.

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