Può una sedia, oggetto che ha una specifica funzione, entrare nel novero delle opere d’arte?
Di
fronte al lavoro di Gerrit Rietveld è difficile dire di no,
il perché è presto svelato, se per un istante guardassimo l’oggetto da un altro
punto di vista è innegabile che il fascino del manufatto in sé è estremamente
forte.
La
celebre Rood Blauw, progettata nel 1917 e realizzata l’anno dopo, è
innanzitutto un oggetto d’avanguardia, inoltre va a collocarsi all’interno di
quel movimento, De Stijl, che univa l’arte rivoluzionaria del tempo
all’architettura e al design. Nel 1923 raggiunge la “forma” che oggi conosciamo
in quanto viene dipinta con i colori primari e il nero, cromia che ci porta
immediatamente a Piet Mondrian, uno dei fondatori del neoplasticismo, la sedia
stessa diverrà simbolo universale dello stesso movimento.
Rietveld
era soprattutto un architetto, e la sedia era parte di un percorso che tendeva
a portare l’architettura a fare quel salto di qualità iniziato, tra gli altri,
con Lloyd Wright, di cui Rietveld era un grande ammiratore.
Inizialmente
progettata per essere prodotta in serie la sedia è composta da 17 pezzi che
assemblati danno al contempo una linea essenziale e una seduta ottimale, l’arte
di De Stijl (lo stile, non a caso) e la funzione che artisticamente viene meno
ma che in quanto oggetto di design torna in un ambito non esclusivamente
pratico.
Resterà
per qualche anno un pezzo unico e solo successivamente, dopo la morte dell’artista,
gli eredi cederanno i diritti all’azienda italiana Cassina che ne inizierà la
produzione multipla.
La sedia originale è custodita al MoMA (Museum of Modern Art) di New York.
Ma se ci fermiamo un attimo a riflettere ci accorgiamo che lo schema che da vita alla sedia, come già sottolineato, riprende la struttura delle opere di Mondrian.
L'impressione iniziale che vede la Rood Blauw come opera d'arte è contaminata dall'influenza dei quadri dello stesso Mondrian?
La sedia, oggetto di uso comune e non privata della sua funzione, è considerata opera d'arte per ciò che appare, per quello che rappresenta o per ciò che ci ricorda?