Pagine

martedì 25 aprile 2023

Uscire dal baratro e ricominciare (con quello che rimane) Otto Wols

“Wols è uno sperimentatore che ha capito di fare necessariamente parte dell’esperimento”

Jean-Paul Sartre, filosofo, drammaturgo, scrittore, critico letterario (e non solo) con queste parole riassume l’essenza del pittore tedesco proiettata nella sua pittura.

Otto Wols (Alfred Otto Wolfgang Schulze) -  Striscia verde nero rosso, 1946-47 - Olio su tela, cm 100,4 x 81,3 – Collezione privata


Uno dei tre fondatori del movimento Informale, con Dubuffet e Jean Futrier, Wols esprime lo stravolgimento dell’arte immediatamente successivo alla fine della seconda guerra mondiale, conflitto che, con i suoi orrori, ha cancellato il desiderio del “bello” oscurato dalle ombre della realtà.

Mentre Dubuffet cerca un linguaggio primitivo, senza condizionamenti esterni, Wols cancella l’idea del quadro dai colori vivaci dando spazio a cromie cupe, sporche.

Non è un tentativo di ricominciare da zero (obbiettivo fondamentale e comune a molti movimenti pre-bellici) ma quello di ricominciare con ciò che si ha a disposizione, con quello che lo sfacelo di quegli anni ha lasciato.

Uomo dalla vita difficile, vagabondo in cerca di sé stesso ma soprattutto in fuga dal nazismo, alcolizzato al punto che i danni al fegato lo portano alla morte nel 1951 a 38 anni, questa vita perennemente al limite non gli ha impedito di guardare in profondità la società del tempo e di scandagliare l’animo umano, un’umanità che ha dato vita ad uno dei più grandi orrori mai concepiti, almeno nella modernità.

Non so quale sia la percezione che ha un osservatore davanti a questa opera, partendo dal punto di vista dello stesso Wols possiamo immaginare che si tratti di una “cancellazione” del passato o di una ricostruzione, anche se terribilmente complicata, del futuro, forse entrambe o nessuna delle due.

4 commenti:

  1. Parafrasando Sartre, e osservando il dipinto mi viene in mente "Se non hai la soluzione, fai parte del problema". Ecco: non ho la soluzione.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non dev'essere la soluzione il nostro obbiettivo, quello che possiamo fare è cercare un nostro punto di partenza e da qui partire per una ricostruzione personale e collettiva.
      Grazie Franco, buona serata.

      Elimina
  2. Ci trovo molto tormento, dolore come una ferita o meglio una cicatrice che parla di un dolore, che c'è stato, c'è ancora, ma che passerà

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sempre perfette le tue disamine, grazie Alberto, buona domenica.

      Elimina

Se vi va di lasciare un commento siete i benvenuti, i commenti contenenti link esterni non verranno pubblicati.
I commenti anonimi sono impersonali, conoscere il nome di chi lascia il proprio pensiero facilita il confronto, grazie.