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sabato 1 ottobre 2022

Alla ricerca del sound perduto (apparentemente)

I supergruppi rock sono un mito o quantomeno sono il risultato di percezioni personali abbinate ad esperienze e contaminazioni.

Creare un supergruppo è un’accademica e cervellotica esibizione senza “rete” ma si può trasformare in un piacevole passatempo, un rilassante esercizio di memoria musicale condito da una parziale critica soggettiva.


Potremmo prendere il chitarrista che più amiamo, affiancarlo al bassista che ci intriga maggiormente, a questi aggiungiamo il “drummer” che ci riaccende gli animi e, se pensiamo sia necessario, il frontman, l’animale da palcoscenico, che ci emoziona.

Un tentativo che ci permette di viaggiare sulle ali della fantasia ma su cui una cosa certa c’è, non sapremo mai (o lo possiamo intuire) se in un gruppo costruito a tavolino, e nonostante il talento immenso dei musicisti (mi auguro che ognuno di noi inserisca gente di un certo livello) ci possa essere quella “chimica” che fa di un gruppo un supergruppo.

Un esempio di una band costruita artificialmente sono senza dubbio i “Traveling Wiburys”, dove musicisti del calibro di Bob Dylan, George Harrison, Jeff Linne, Tom Petty e Roy Orbison si sono uniti dando vita, dal 1988 al 1990, a tre album, di cui due in studio.

Il risultato, seppur interessante e musicalmente piacevole, non è stato la somma del talento, tecnico e concettuale dei componenti.

A questo punto, curioso di trovare il supergruppo, con tutte le limitazioni del caso, mi sono affidato alle varie classifiche rock, musicista per musicista, ho cercato di capire quale gruppo realmente esistente avesse i musicisti migliori.

Incrociando i moltissimi dati a disposizione sono giunto ad un risultato che, personalmente, ritengo soddisfacente.

C’è una band che ha messo “in campo” (o meglio sul palco) il secondo chitarrista di sempre, il terzo batterista e il quinto bassista.

I nomi sono arcinoti, anche se si sono esibiti assieme per pochi anni, Eric Clapton, Ginger Baker e Jack Bruce, il gruppo è quello dei Cream.

I tre componenti sono star assolute, penso che non ci siano dubbi sulle qualità di questi mostri sacri e chi conosce la discografia dei Cream, al di là dei gusti personali, non può ignorare quale influenza abbiano avuto sulle band successive.

Come dicevo si tratta di un esercizio effimero dettato da una nostalgica passeggiata nel tempo (passato) l’occasione di riascoltare i fautori della colonna sonora della nostra (mia) vita, il risultato a cui sono giunto non serve ad altro che a fare emergere quello che in fondo non era mai scomparso nelle profondità di quel oceano musicale chiamato rock.




4 commenti:

  1. Parlando di super gruppi realmente esistiti, non posso non pensare agli U.K. dalla vita breve ma intensissima, con in campo un trio di virtuosi pazzeschi (suonavano in tempi dispari!!) come Eddie Jobson, John Wetton e Terry Bozzio, tutte personcine semplicemente leggendarie che hanno animato il rock progressive di un'intera epoca. Fu una parentesi meravigliosa e spericolata: correnti diverse che provenivano da sorgenti fantastiche (King Crimson, Zappa, Gong, Roxy Music) e che proseguirono per strade diverse ma tutte luminose. Un incrocio magico che ritengo ad oggi ancora un miracolo musicale.
    E grazie per aver offerto l'opportunità di parlarne!

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    1. Gli U.K. sono una band fondamentale nel panorama "rock progressive" (al quale aggiungerei anche Allan Holdsworth, chitarrista "fusion") gli altri nomi che hai fatto sono eccellenze assolute, ognuno di noi può estrarre dal cilindro della memoria perle ineguagliabili.
      Il periodo a cui ti riferisci e forse l'ultima grande rivoluzione musicale, che fa il paio con quella degli anni sessanta.
      Grazie a te per aver colto l'invito, mostrandoci altri punti di partenza per giungere ad un personalissimo "supergruppo".
      Ciao Franco, buona giornata.

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    2. ..e visto che ci siamo proporrei un super gruppo di fantasia: Bozzio alla batteria, Lord alle tastiere, Jeff Beck alla chitarra. Chris Squire al basso.. tanto per volare basso.. ahah

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    3. Decisamente niente male, quale sia il risultato non lo sapremo mai ma di certo la banalità non avrà possibilità alcuna😉

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