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sabato 16 luglio 2022

Identiche nella diversità

Opere che a prima vista sono l’una distante dall’altra, ma approfondendone il concetto si rivelano praticamente identiche.

All’apparenza due opere agli antipodi, l’una “realista” l’altra “astratta”.


Frida Kahlo – Colonna spezzata, 1944                       Mark Rothko - No. 14 (Red, Blue over Black)


Ma in entrambi i casi guai a contraddire gli autori che non accettavano queste definizioni, Frida Kahlo non rappresentava sé stessa nella realtà ma mostrava il proprio sentire, l’opera è lo specchio della sua “profondità”, la raffigurazione del suo Io più intimo, pur raccontando il suo quotidiano andava oltre il dolore fisico.

Al contrario Rothko mostrava gli abissi della sua anima, lo faceva dando vita, luce, a ciò che non è rappresentabile, possiamo dipingere l’esteriorità del nostro corpo, non la nostra anima.

Il pittore americano è riuscito a mostrarsi svelando i propri impedimenti, una faticosa risalita che non ha mai raggiunto la meta.

Queste due opere sono un esempio di quanto sia complessa la rappresentazione della vita attraverso l’arte se ci si limita all’aspetto esteriore, se il giudizio non va oltre l’impressione impressa sulla retina.

Kahlo e Rotkho hanno avuto una storia diversa ma in entrambi i casi complicata, la pittrice messicana ha vissuto nel proprio paese ma ha dovuto fare i conti con grandi problemi fisici, ha dovuto scontrarsi con un mondo, quello maschile, che non dava (e non da tutt’ora) spazio all’altro sesso.

L’artista di origini russe, al contrario, deve le sue difficoltà al forzato allontanamento dalla sua terra e anch’egli ha dovuto combattere con l’antisemitismo (anche in questo caso nulla è cambiato nel tempo).

La vita apparentemente più difficile di Frida Kahlo le ha comunque regalato un’esistenza più intensa, seppure costellata dal costante dolore. Meno evidente la sofferenza di Rothko, una sofferenza “dell’anima” che ha portato ad un epilogo tragico.

I due dipinti dunque raccontano entrambi di vite complicate, di sofferenze, di un baratro più o meno profondo, lo fanno in modo diverso e se ci fermiamo a riflettere lo specchio del pittore statunitense è addirittura più tragico di quello della Kahlo, la forza interiore dell’artista di Coyocán, superiore probabilmente a quella del collega, è la vera differenza che emerge dalle due opere.

Sono proprio la forza e le debolezze di entrambi, motore inesauribile, la  spinta fondamentale che li ha fatti diventare due tra le figure artistiche più importanti del novecento, .


2 commenti:

  1. accostamento molto bello tra due opere così differenti eppure con così tante cose in comune. Di frida kahlo ho avuto la fortuna di vedere la mostra a milano di qualche anno fa. Bellissima ed intensa, nei suoi quadri c'è una simbologia non facile per noi profani, ma riesce comunque a toccare l'anima. Cosa che fa anche Rothko. E riuscire ad emozionare senza rappresentare oggetti reali forse è ancora più difficile

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    1. Ciao Alberto, al contrario di molti riesco a "percepire" maggiormente le opere di Rothko rispetto a quelle di Frida Kahlo, forse per una tecnica, quella della pittrice messicana, che fatico ad apprezzare fino in fondo.
      Le difficoltà che si incontrano quando si rappresenta un stato d'animo sono immense, riuscire a farlo senza essere "realisti" forse lo è ancor di più, ma se pensiamo alla questione da un altro punto di vista potrebbe essere il contrario in quanto la rappresentazione della propria anima non può essere reale e di conseguenza l'astrazione è il modo più semplice.
      Grazie, sereno pomeriggio.

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