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giovedì 30 dicembre 2021

Viaggio tra i quattro elementi

“Nulla è perduto”, questo è il titolo della mostra in corso alla GAMeC  (Galleria d’arte moderna e contemporanea) di Bergamo.

Un percorso, perché letteralmente si tratta di un viaggio, tra le infinite trasformazioni della materia, i quattro elementi che mutano continuamente rigenerandosi all’infinito.

Si parte con una incredibile passeggiata su un pavimento di conchiglie, opera dell’artista svedese Nina Canell, l’imbarazzante confronto con i miliardi di metri cubi di cemento che scorrono sotto i nostri piedi (materiale che non si rigenera) è palese, camminare sul letto di materiale organico, che frantumandosi si rimette in circolo assorbito dalla terra che ne trae nutrimento, è di per se un’esperienza unica.

Le quattro sezioni della mostra, aria, acqua, fuoco e terra, si snodano e vengono rappresentate da opere realizzate nell’arco di un secolo da diversi artisti, incontriamo il surrealismo e il dadaismo con Man Ray, Duchamp, Ernst e Carrinton, il pioniere della Land Art Robert Smithson, esponenti dell’arte povera come Calzolari e Icaro, fino ai contemporanei come Eliasson e Gaillard.

Tutti sensi vengono messi alla prova, oltre al tatto (camminare sulle conchiglie o toccare i cristalli colorati, e naturalmente la vista, entra in gioco l’olfatto con l’odore dei Sali che si compongono e scompongono tramite “percorsi” chimici naturali, e l’udito con i suoni che accompagnano il visitatore in tutto il viaggio.

L’insieme è affascinante, ma lo sono anche le singole opere che prese una ad una raccontano la loro epoca e la proiettano ai giorni nostri, l’impressione che ne ho ricavato è  che la proiezione stessa non si limita all’oggi ma si dirige nel futuro.

Oltre ai già citati artisti la mostra ci offre opere di De Chirico, Ana Mendieta, Yve Tanguy, Otobong Nkanga, Gerda Steiner, Renata Boero, Yves Klein, Pamela Rosenkrand Andy Warhol e molti altri.

Il cammino si conclude con un video di Mika Rottenberg “Spaghetti blockchain” dove la trasformazione della materia si fonde con i suoni provocati dalla manipolazione stessa, sensazioni intense che proviamo immersi dai “rumori”, dai colori e dal concetto.

Ma una mostra non è solo ciò che vediamo (o come in questo caso sentiamo, tocchiamo o “annusiamo”) ma quello che rimane dopo una breve o lunga “decantazione”, le informazioni raccolte, l’elaborazione delle emozioni, delle sensazioni, tutto prende corpo e il risultato finale è quello che la mostra ci ha offerto e che noi abbiamo saputo assimilare.

Non affronto mai una visita ad un museo in modo casuale, qualcuno può obiettare che cosi facendo mi perdo l’effetto sorpresa, cosa di cui ero convinto anch’io in passato, naturalmente dipende da cosa si decide di visitare e dalle conoscenze che si hanno (un percorso come questo è difficile da pianificare, ci si deve lasciare trasportare in quanto non si conosce il pensiero alla base della mostra, se non superficialmente).

Affrontando al buio una visita “artistica” è assicurato il già citato effetto sorpresa ma è impossibile il successivo passo, lo studio che precede la visita deve essere posticipato, con il rischio di non riuscire ad andare in profondità.


                                       












Immagine tratta dal video di Mika Rottenberg “Spaghetti blockchain” 





6 commenti:

  1. Molto bello, mi hai fatto proprio venir voglia di vederla
    Preparato o no, ma con i sensi ben aperti.
    in realtà io sono quasi sempre impreparato che l'arte l'ho studiata ben poco

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    1. Ciao Alberto, in questo caso è difficile arrivare alla mostra preparati, è un percorso complesso e va vissuto al momento, in ogni caso ognuno si prepara all'incontro con l'arte in modo personalissimo, siamo unici e unico è il nostro essere.
      Quello che dici è fondamentale "con i sensi ben aperti" il resto viene di conseguenza.
      Grazie, buona serata.

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  2. Caspita, è davvero una mostra molto interessante che racchiude grandi pensieri ed altrettanto grandi artisti.
    Di solito mi preparo anch'io nel visitare una mostra ma ammetto che invece amo molto anche non farlo e ti spiego perché.
    Tutte le volte che non so cosa stia per trovare, rimango sorpresa per ciò che scopro.
    Ti faccio un esempio.
    Tempo fa ho visitato varie zone in Umbria. In un museo non conosciutissimo, tra varie escursioni artistiche e senza saperlo minimamente, ho avuto la fortuna di ammirate "il martirio di San Sebastiano" del Perugino che di solito è esposto al Louvre. Che dipinto sublime!
    Oppure a Napoli. Avemmo la fortuna di trovarci davanti ad una delle meravigliose opere di Artemisia Gentileschi. Avevamo solo deciso di farci una passeggiata e scoprimmo della superba esposizione, impossibile non aderire immediatamente. 😉
    Credo che anche così sia bellissimo viaggiare. Con sorpresa.
    Ovviamente bisogna anche riconoscere la validità delle opere che incontriamo, questo è molto importante in effetti.
    Piccola curiosità. Una domanda: ma l'opera nella prima foto rappresenta una formazione nuvolosa? Elemento Aria?
    Grazie Romualdo per questo interessantissimo post.
    Ti auguro ogni bene per questa fine del vecchio anno e per l'inizio del nuovo. Bacissimi!

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    1. Ciao Pia, come dicevo ad Alberto questa mostra è difficile da pianificare, conoscevo l'argomento che affrontava ma ignoravo tutto il resto.
      Hai ragione quando affermi che spesso la sorpresa ci regala emozioni intense, alla fine non c'è una regola da seguire, ogni metodo è quello giusto. I tuoi aneddoti confermano la teoria che l'arte è sorpresa, studio, approfondimento, è l'opera che non ti aspetti, al contrario può capitare che le aspettative siano troppo alte con una conseguente delusione.
      Si, hai colto il senso dell'opera, il tema è l'aria, dodici lastre di vetro che sovrapposte danno vita a "The Cloud" di Leandro Erlich, un'opera dall'impatto visivo ed emozionale immenso.
      Grazie, ricambio l'augurio di un futuro luminoso. A presto.

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  3. Credo che se non ci si prepara ad una mostra come questa, si potrebbe non comprenderla fino in fondo. Certo, l'effetto sorpresa è importante ma dover poi informarsi alla fine la impoverirebbe. Almeno per quel che mi riguarda visto la mia anima da profana.
    Davvero una mostra interessante e neppure troppo lontana da casa mia. Chissà che non riesca a visitarla. Almeno lo spero, visto i tempi.
    Grazie di cuore per il post, un abbraccio e buon 2022!

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    1. Ciao Mariella, una mostra complessa che non permette una "preparazione" precisa ma al contempo senza una minima conoscenza del pensiero di base si rischia un certo disorientamento.
      La mostra è visibile fino al 13 febbraio, se riesci ad andarci penso che potrebbe piacerti.
      Grazie a te, buon anno nuovo con un grande abbraccio.

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